domenica 21 giugno 2009

DISPERSIONE SCOLASTICA


A Palermo e provincia, equipe pedagogiche, stuoli di insegnanti e operatori sociali si prodigano per arginare la “dispersione scolastica”: l’abbandono di alcuni alunni della scuola di base, obbligatoria perchè necessaria alla formazione di cittadini provvisti dell’essenziale alfabetizzazione civica e culturale. Alcuni fattori aumentano il rischio di insuccesso scolastico: vivere in un quartiere degradato e senza stimoli, la povertà, un disagio familiare, le difficoltà di apprendimento…. A questi, a mio parere, da qualche tempo se ne è aggiunto un altro: il chiamarsi Kevin, Denise, Jessica, Ivan…. Mi pare infatti che esista una correlazione, non certo univoca ma significativa, tra tali nomi e il rischio di dispersione scolastica. E’ possibile che la prolungata esposizione delle loro madri alle telenovelas e ai format dai quali hanno tratto la suggestione dei nomi ( poco conosciuti in Sicilia sino a venti anni fa) produca come grave effetto collaterale il rischio di bocciatura dei loro figli?

(“Centonove”: 12.06.09)

venerdì 5 giugno 2009

SONO UNA CREATURA


Come questa pietra
Del S. Michele
Così fredda
Così dura
Così prosciugata
Così refrattaria
Così totalmente
Disanimata

Come questa pietra
È il mio pianto
Che non si vede
La morte
Si sconta
Vivendo.
Giuseppe Ungaretti

martedì 2 giugno 2009

PROVE TECNICHE DI SOLITUDINE


Pepepepepepepepepepe
Alla penultima curva, il suono di clacson: antico, gioioso, allegro segnale segreto. Perché, si chiese. Forse per spezzare l’assordante solitudine della campagna, rotta solo dal continuo cinguettio degli uccelli. Per non annegare nel mare della sua solitudine interiore. Aperto il cancello, si ritrovò nella grande casa vuota. Stranamente senza alcun disagio. Lei c’era. Era nella giusta direzione. Nessuna paura, nessuna paturnia. Interessante segnale di novità. Ieri non era così. Forse cominciava a prendere consistenza la sua nuova essenza. Forse. Quanta polvere c’è, questa casa è tutta un velo …cantavano i DikDik Spazzare spolverare togliere le ragnatele bagnare e poi ancora bagnare una stanza poi la cucina poi il bagno la lavatrice attivata perbacco non funziona non strizza lenzuola bagnate va bene lo stesso.
Ieri la nonna terribile e le avvolgenti ziette e i pezzi unici dei suoceri. Si, in quella casa era stata felice. Perchè amata rilassata divertita coccolata. Con una famiglia rumorosa stramba allargata. Forse togliere le ragnatele voleva dire restituire la giusta consistenza al passato al ricordo alle stanze affettuose. Dare loro il giusto tributo. Per poi salutarle per sempre. Nel sottoscala i giochi, polverosi e dimenticati. No, la stretta al cuore no, no niente lacrime no i bambini sono morti è vero ma non dimenticare stupida che sulle loro ceneri sono nati due splendidi uomini e una bellissima donna. Non piangere stupida: ecco la rana senti l’uccellino questo è il coyote la mucca fa…. nessuno ti porterà via questa ruotina parlante.
Chiuso il cancello. Via. Ciao Dipsolino buono.
Pepepepepepepepepe