lunedì 12 ottobre 2009

Calvino e i rifiuti: lettera a 'Repubblica'

      “Sui marciapiedi, i resti della Leonia di ieri aspettano il carro dello spazzaturaio. Certo è che gli spazzaturai sono accolti come angeli, e il loro compito di rimuovere i resti dell’esistenza di ieri è circondato d’un rispetto silenzioso, come un rito che ispira devozione, o forse solo perché una volta buttata via la roba nessuno vuole più averci da pensare. Dove portino il loro carico gli spazzaturai nessuno se lo chiede: (…) gli immondezzai devono arretrare più lontano; l’imponenza del gettito aumenta e le cataste s’innalzano, si stratificano, si dispiegano su un perimetro più vasto. (…) E’ una fortezza di rimasugli indistruttibili che circonda Leonia, e la sovrasta da ogni lato…” 
      Così Calvino, ne “Le città invisibili”. L’immaginaria Leonia come la Palermo di oggi. Un classico è per sempre. Purtroppo, con questa giunta comunale, rischiano di essere per sempre anche i cumuli di spazzatura. 
    E io, che riciclo tutto e differenzio anche i rifiuti organici, depositandoli nella compostiera della scuola, a Palermo mi sento oltraggiata due volte: perché non esiste una politica di riduzione dei rifiuti e perché, anche se riduco a metà la spazzatura, devo subire tasse esose e rifiuti per strada. Non mi resta che la letteratura per consolarmi.

Maria D'Asaro: Lettera pubblicata su la Repubblica, l’11.10.09

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