mercoledì 4 novembre 2009

What's your name?

    In principio fu Maria Antonietta: tributo alla Vergine Madre il primo, alla nonnina dagli occhi cerulei il secondo. Doppio nome, impegnativo e leggero insieme, spesso abbreviato dal padre in Mariù e dalla madre in vena di coccole in Maruzza. La Maruzza reale si fondeva talvolta nella vaga creatura che abitava la filastrocca canticchiata a mezza voce da madre e zie. “Maruzzedda Maruzzedda veni a sedi ‘a siggitedda". La nenia per Maruzza/Maruzzedda la cullava dolcemente e lei si addormentava raggomitolata nel tenero vocativo che danzava all’infinito tra i suoi pensieri.
      Mariantoniè, la chiamava con tono squillante e affettuoso a ‘za Saridda ‘a putiara, zia in verità solo di Antonietta, compagna di scuola. Infatti, nel suo villaggio, tutte erano zie di qualcuno/a. Mariantonietta tutt’attaccato era il nome con cui la chiamavano le cuginette per distinguerla da Maria, cugina maggiore.
     Col trasloco dal piccolo borgo natìo, il secondo nome fu avvolto e impacchettato con la trottola il triciclo il bambolotto con gli occhi spenti. Ma a spacchettarlo in città furono solo mamma, papà, le zie e nonno Turiddu, che ripeteva spesso “Mariantonietta ‘nna facemu ‘na briscola?”. 
A scuola Antonietta non arrivò mai. Per compagne e insegnanti ci fu solo Maria, attenta e studiosa come voleva papà.
    All’improvviso, tra le medie e il ginnasio, sbocciò Margherita: Marghe per Giovi e Ale, vicine di banco e di cuore. L’Antonietta riposava ormai in pace, chiusa nella naftalina dei ricordi, riesumata solo dall’amato avo. Maria era il vocativo ufficiale, declinato dai prof., dai genitori e dal resto del mondo.
     Chissà perché Margherita. Forse perchè lei vuole la gioia, perché lei odia il rancore, perché lei ama i colori … perché Margherita è buona, perché Margherita è bella, perché Margherita è dolce, perché Margherita è vera, perché Margherita ama, e lo fa una notte intera. Costruiamole una culla per amarci quando è sera
     Venne il momento di entrare in banca: Margherita appassì e fu gettata a concimare il giardino fiorito della memoria. Ricomparve l’efficiente e professionale Maria, velocissima nel bilanciare valuta estera e collezionare, nei ritagli di tempo, i suoi trenta all’università.
    Con le nozze e l’avvento della nuova famiglia Maria si trasformò in Mary: Mary di qua, Mary di là, Mary a destra e Mary a sinistra per suoceri, marito, cognati e cognate e persino ziaMary per i nipoti. L’assenza di una vocale era mancanza e leggerezza insieme: un po’ ragazza delle pulizie e un po’ Mary Poppins.
     Credeva ormai di essere Mary per sempre, invece nuove nascite e morti alchemiche bussavano al suo cospetto: Maruzza moriva per sempre, nasceva Maridas, che coltivava cerchi di famiglie e sogni nonviolenti, come Lanza del Vasto/Shantidas, a cui aveva copiato ritmo e suono finale.
     Per firmare recensioni e per asettici, stranianti contatti nella vita reale e in quella virtuale, appariva a tratti anche l'androgino Marid. A volte Marid diventava donna: ecco Marida. Un giorno, con grande stupore, l’amica del cuore creò Maridina, bambina cagionevole destinata a morte prematura nell’immenso spazio gelato del web. Mariù era morta da tempo, senza che qualcuno le chiedesse di parlarle d’amore. Sempre di meno la chiamavano Mary. Un giorno pensò addirittura che anche Mary si fosse estinta senza preavviso. E che, nella stanza dei nomi smarriti, anche lei, Senzanome, potesse svanire per sempre.
    Intanto a scuola erano nate le gemelline Mara e Mari, accudite da colleghi pietosi. 
   Mari cresceva, confusa con l’azzurro e le onde del mare: maridistorie maridascoprire maridirisate maridasognare maridascrutare mariditristezza maridinfinito. Lasciava sulla spiaggia qualche conchiglia e tornava a navigare. L’appellativo liquido e panico le restituiva un’antica essenza: quiete e burrasca, risacca e carezze, porto e avventura. Umana e ferina, dentro e fuori, qui e altrove... Mari da solcare. Forse ne valeva la pena ...

7 commenti:

  1. Splendido!
    ...Nè parole (nè nomi) per definirlo...

    E ovviamente perfetto per il blog, praticamente fondativo e costitutivo.
    (Ma forse non solo per il blog)

    ciao, maridinomi

    JAN

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  2. Cara Maria, ho apprezzato molto l'intreccio fra ironia e pensosità che sta diventando la cifra più costante della tua scrittura. Perché, suppongo, della tua vita. Come è realistico che sia...
    Augh (usto) !

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  3. Mi hai donato un sorriso di dolcezza... e, dato che viene dritto dritto dalle tue parole, te lo rigiro con piacere. :)
    Ci aggiungo un piccolo dono tutto napoletano:
    "Maruzzella, Maruzzè'...
    t'hê miso dint'a ll'uocchie 'o mare" perché tu negli occhi sembri davvero averci il mare: mutevole e brioso, carezzevole e melanconico, che tutto stringe a sé e che tutto serba nelle sue profondità.

    Flavia

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  4. Che deliziosa avventura, quella del tuo nome, e che bel nome. Ho apprezzato molto anche la citazione della bella canzone di Riccardo. Ciaoo

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  5. bellissima...... io poi il mare ce l'ho dentro...
    maridaamare

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  6. Chissà chi è quest'anonimo che apprezza la litania dei miei nomi...

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  7. Trovato, letto, gustato: ti ho visto da lontano camminare sulla spiaggia, ogni tanto ti chinavi, raccoglievi un sassetto più grande e lo tiravi a pelo d'acqua.
    Sembrava che contassi i salti che riuscivi a fargli fare: un giochetto cui non si sfugge, ogni volta che la spiaggia è tranquilla e il mare una tavola.
    Mai avrei immaginato che quei sassetti erano i tuoi nomi, che solcavano per un attimo il mare, per poi affondarci.
    Ma non a morire...
    Vivi come sono nel tuo ricordo, sono là che ti aspettano.
    Aspettano il tuo tuffo, quello che vorresti fare e che rimandi rimandi rimandi...
    (Ma, perlomeno, sai nuotare? Se no, lascia perdere il tuffo, i tuoi sassetti/nomi possono aspettare).

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