venerdì 23 luglio 2010

COCCO BELLO…


“Cocco… cocco bello, cocco!” “Panini, coca cola, birra ghiacciata…” Se sei in spiaggia a Mondello, la cittadina balneare meta di palermitani e turisti, la colonna sonora non è la mite sonorità del mare, ma il coro continuo di esseri umani che cercano di vendere le loro mercanzie. Uomini curvi sotto il peso di grucce svolazzanti, di collane e bracciali colorati, di cappelli e pareo, di una cassettina piena di bibite ghiacciate. Visi bruciati dal sole e spalle a malapena protette da un manicotto di cotone. Ci sono anche le cinesine che ti offrono aquiloni e giochi per i bambini.
Allora ti chiedi perché tu puoi godere l’azzurro del mare, mentre il viavai dei venditori somiglia tanto a un moderno supplizio di Sisifo. Vorresti farli sedere, fargli posare le merci ingombranti e offrirgli una birra. Ma sai che ci vorranno altre vite, o nuovi e convincenti profeti, per equilibrare la partita.
Maria D’Asaro

( pubblicato su “Centonove” il 23-07-2010)

mercoledì 21 luglio 2010

LA DONNA SENZA QUALITA'




Non sapeva cantare. Non sapeva suonare nessuno strumento. E neppure fischiare. Temeva le autostrade del cielo e quelle del mare. Non sapeva ubriacarsi. E neppure mangiare con gusto. Non sapeva recitare. Non rideva a crepapelle quando qualcuno raccontava una barzelletta. Non riusciva a colpire con una pietruzza lo scoglio a tre metri, sul mare. Non sapeva dipingere. Non sapeva cucinare. Non sapeva parlare: ripeteva frasi fatte e pronunciava lentamente parole senza senso.
Forse era superflua. Forse meritava di sparire, soffocata dalle camere a gas della sua insipienza.
Oppure c’era una possibilità. Abbandonarsi, sull’uscio di casa. Magari, di sera, sarebbe passato un rigattiere lunare. Al buio, l’avrebbe guardata con un mezzo sorriso, deponendola pietosamente sul carrettino degli scarti raccolti per strada: assieme alla porta divelta, agli stivali dismessi, al lume sbrecciato. Materiale di seconda scelta. Che, sotto il ponte, poteva rivivere.

martedì 20 luglio 2010

Eolico: corruzione e nuovo sistema energetico


(articolo tratto dal sito del Fatto Quotidiano: http://www.ilfattoquotidiano.it/blog/mpallante/ "


Si sta parlando molto in questi giorni di un vasto giro di presunta corruzione sui finanziamenti pubblici alle energie rinnovabili. Non ci si dovrebbe stupire, perché il malaffare in questi casi è un rischio insito non casuale, un processo quasi automatico, quando si danno dei finanziamenti per fare cose che sul mercato non starebbero in piedi da sole.I sostegni pubblici potrebbero e dovrebbero invece essere dati alle famiglie che decidono di investire sulle energie rinnovabili, sia perché i finanziamenti sarebbero di piccola entità, sia perché lo Stato darebbe un sostegno a tutte quelle famiglie che decidono in proprio di fare una scelta che, su larga scala, potrebbe autonomizzare a livello energetico il Paese e ridurre notevolmente le emissioni di CO2.Tutt’altro accade quando si finanziano grandi società, il cui obiettivo è solo fare business, quando il business in questo caso è dato solo dal finanziamento pubblico, alla faccia del liberismo di cui in molti si riempiono la bocca. Con le grandi società si parla di grandi cifre per grandi impianti e grandi operazioni a livello finanziario. Il fatto è che ciò si configura come un trasferimento di soldi dalle tasche dei più poveri (provenienti dalle tasse) alle tasche dei più ricchi (grazie appunto ai contributi statali).C’è poi anche l’aspetto ambientale da prendere in considerazione, nel senso che una serie di piccoli impianti per autoconsumo non hanno praticamente impatto ambientale (o comunque lo hanno molto ridotto, rispetto ai grandi impianti di produzione di energia). Infatti, una pala eolica di tre metri (magari per produrre un solo kilowatt), non ha lo stesso impatto di una grande centrale. La stessa pala per il micro-eolico, inoltre, quando ben disegnata può diventare anche oggetto di arredamento (come dimostreremo nei prossimi giorni, parlando dell’ottimo lavoro dell’ing. Cascini).Installare pannelli sul proprio tetto provoca a livello ambientale effetti ben diversi da quelli di una centrale fotovoltaica che ricopre con materiale inorganico molti ettari di terreni liberi o coltivabili, impedendo così che vi avvenga la fotosintesi clorofilliana e compromettendone la coltivabilità per centinaia di anni, grazie al continuo uso di diserbanti. Così come una centrale eolica devasta i crinali delle colline con cemento, strade di servizio, opere di manutenzione ecc.Lo sviluppo delle rinnovabili, ossia la trasformazione del sistema elettrico, richiede necessariamente un passaggio da grandi centrali di potenza a una generazione di piccoli impianti per autoproduzione diffusa e scambio delle eccedenze. Ciò richiede una nuova architettura del sistema di distribuzione della corrente: non più grandi dorsali da cui partono le varie diramazioni, ma una rete di piccole reti sul modello di internet.Un’operazione non semplice, perché si vanno a toccare grandi interessi, quando si cerca o si propone di passare da grandi oligopoli ad una “democrazia energetica” come quella offerta dalla generazione diffusa di energia. Ma che sarebbe utile avviare al più presto, soprattutto se si pensa che l’indipendenza energetica, con l’autosufficienza alimentare, è la cosa più importante per una qualunque comunità, e pone le basi per una vera democrazia.

Andrea Bertaglio e Maurizio Pallante

domenica 18 luglio 2010

TRICOLORE


Diciamoci la verità: la sconfitta dell’Italia in Sudafrica è stata dura da digerire per tutti. Ma se, all’inizio dei mondiali, avessimo fatto un giro a Palermo, avremmo notato che le bandiere italiane sventolavano soprattutto nei quartieri di periferia e nei vicoli del centro storico. Ai cittadini che dallo stato non hanno la garanzia di leggi eque, non hanno il diritto al lavoro e, tra poco, neppure all’istruzione, che aspettano anni per fare una Tac e devono trovare un santo in Paradiso per essere ricoverati nel reparto giusto per combattere un tumore, a questi palermitani rimane solo la nazionale di calcio. Perché la voglia di gioire e far festa è un bisogno dell’uomo, sia pure per una sciocchezza come un goal segnato dalla propria squadra. Se la vita, la società, la politica non ti danno niente, vorresti almeno festeggiare la vittoria ai mondiali. Ed è triste togliere il tricolore dal balcone.
Maria D’Asaro
("Centonove": 16-07-2010)

sabato 17 luglio 2010

ILLUSIONE


Alteri,
distratti, confusi,
ci crediamo immortali:
immuni da tarli nascosti.
Illusione.

giovedì 15 luglio 2010

QUANTA STRADA.....


Quanta strada,
nel cuore stanotte
quante lacrime,
e quanto sangue ancora, compagno.

La storia zappa a centimetri
e gli uomini hanno i piedi di piombo.
Quando ti sembra di arrivare,
sei all'inizio, compagno;
non ti avvilire per questo,
seguita a svuotare
pozzi di dolore,
altre braccia
dopo di te e di me verranno.

Sull'ingiustizia che ammucchia nuvoli
e inverni freddi
sopra le carni della terra,
soffia il fuoco del tuo amore.

Non ti stancare di strappare spine,
di seminare all'acqua e al vento;
la storia non miete a giugno,
non vendemmia a ottobre,
ha una sola stagione:
il tempo.

Ignazio Buttitta

martedì 13 luglio 2010

SENSO E NON SENSO


(Dal blog, ormai in stand-by da più di un anno, di una inquieta e splendida milanese)


Adoro scrivere così
lasciandomi trasportare
lungo sentieri di assonanze
dal suono delle parole
dal loro incastrarsi
una accanto all’altra una dentro l’altra
oltre il significato
e giocare a rileggere ad alta voce
roteando le erre nell’aria
lanciandole verso il soffitto come coriandoli.

Se morissi adesso
vorrei rinascere nuvola o stellina
per guardare ogni cosa senza accusarne il peso
e ripetere il mio nome all’infinito
alle aquile di passaggio
agli aerei d’alta quota
stellina stellina stellina stellina
nuvola nuvola nuvola
senza mai stancarmi
senza mai smettere di ridere.

domenica 11 luglio 2010

CIAO, ALEX



In una Palermo sommersa dai rifiuti e sorda alla cura dell’ambiente, pochi ricordano Alex Langer, l’altoatesino fondatore dei Verdi italiani, impegnato per la pacifica convivenza dei popoli e per la salvaguardia della natura. Langer, profeta scomodo, perse la sua battaglia in Alto Adige contro le “gabbie etniche”, che imponevano la dichiarazione di appartenenza a uno dei tre gruppi (tedesco, italiano, ladino) e fu osteggiato anche dai suoi compagni perché denunciava le rendite di posizione di un partitino attento talvolta più a logiche di potere che al servizio dell’ecologia. “I pesi mi sono divenuti insopportabili”, scrisse nel biglietto di commiato il 3 luglio 1995, quando ci lasciò impiccandosi a un albero di albicocco. Forse perché – novello, laico san Cristoforo – si era caricato di troppe responsabilità. Ci manchi, Alex: ci manca la tua coerenza, il tuo candore, il tuo sguardo ironico, buono, curioso. La tua aria da bravo ragazzo. Il tuo sorriso.
Maria D’Asaro
( pubblicato su “Centonove” il 9-07-2010)

martedì 6 luglio 2010

CINQUINA DI DONNE



In attesa dal dentista, tre donne con gli stessi capelli ricci: lunghi quelli della trentenne, ricciolini a cascata quelli della bimbetta di due anni o giù di lì, raccolti con un chignon quelli della cinquantenne. La triangolazione affettiva - nonna, figlia, nipotina - è rivelata dal profluvio di paroline e teneri gesti che riempiono la sala d’attesa e i miei occhi. Squilla il telefono della nonna: “Ciao, mamma… Si, sono dal dentista, non preoccuparti: l’infiammazione passerà, prendo l’antibiotico.” Dunque la mia coetanea ha ancora una madre, che la consola teneramente per il suo mal di denti. Questa dilatazione di affetti può verificarsi a Palermo, dove molti si sposano e “figliano” giovani: prima che a Venezia o Milano. E non mi meraviglierei se il girotondo d’affetti continuasse, a casa, con la mamma novantenne della bisnonna, premurosa verso la nonna/figlia con mal di denti. In una rara e preziosa girandola di generazioni.
Maria D’Asaro
( pubblicato su “Centonove” il 2-07-2010)

venerdì 2 luglio 2010

Il mito vero della creazione


(Questo brano è una rielaborazione della teoria del Big Bang “in chiave mitica”, e riflette il "cammino incerto fra la scienza e ciò che può essere oltre la scienza, con poche illusioni, un po’ di malinconia e molte domande, ma senza mai prescindere dall’ammirazione della bellezza…".

Il testo  è stato un elemento di una serata a Piana degli Albanesi, passata ad osservare l’orizzonte e le stelle, ascoltando alcune musiche e la lettura di alcuni miti.
Ecco alcuni dati sull’universo, una canzone di Paolo Conte, il brano qui trascritto e una canzone di Guccini)

La nostra Galassia: larghezza 100.000 anni luce, numero di stelle circa 300 miliardi. La galassia più vicina è Andromeda, dista 2 milioni e mezzo di anni luce e ha 1000 miliardi di stelle. Insieme a una cinquantina di altre galassie più piccole, fa parte del nostro “Ammasso locale” di galassie. Oltre questo ammasso, si calcola vi siano circa 100 miliardi di altre galassie in ogni dove…

“Chissà” di Paolo Conte: http://www.youtube.com/watch?v=mFuYiN6Bnls)



In principio il Tutto coincideva con il Nulla. Diciamo per dire “in principio”, perché la galassia di Andromeda con due piccole galassie satelliti passato presente e futuro ancora non esistevano: il tempo non era nato, non era misurabile. Il tutto-nulla era in un solo Punto. Non c’erano materia ed energia separate, in quel Punto infinitesimale il tutto-nulla era in uno stato caotico e indefinito, lì, inimmaginabilmente concentrato e inimmaginabilmente caldo.
Questa era la cosa certa, questo calore, il Fuoco dell’origine, ma “fuoco” è parola impropria: il calore era miliardi di miliardi di volte più caldo del sole.Poi “accadde”. Non si sa perché. Forse il calore era troppo, o, al contrario, d’un niente ha iniziato a raffreddarsi, come se si incrinasse il suo predominio assoluto e totale. Certo è che avvenne, venne la nascita del tempo e dello spazio. E dell’universo. In nove EreNella Prima, l’Era di Plank, nacque la prima frazione di tempo, infinitamente infinitesimale, sì: ma determinata, ‘finita’, per la prima volta ‘esistente’.
Con essa nacque il tempo e il prima e il dopo: questo circa 13,7 miliardi di anni faPoi vennero altre ere, quella dell’Unificazione – l’universo era già grande quanto un pallone di calcio – e quella dell’Inflazione, etc: alla fine della quarta era tutto il cosmo era largo dieci passi ed era passato un miliardesimo di secondo.Poi avvenne che l’energia s’addensa in frammenti d’atomi, in particelle subatomiche; il cosmo si crea, in due opposti a specchio, in materia e antimateria, in modo eguale. Ma nulla è stabile, materia e antimateria appena create si annichiliscono e si ritrasformano in energia: continuamente energia in materia e materia in energia, tutto per miliardi di volte in frazioni minime di secondi. Però c’è una novità: la materia tende a resistere, a non ritrasformarsi subito in energia come fa l’antimateria: la materia a differenza dell’antimateria, permane.
Alla fine dell’ottava Era - l’Era dell’Opacità - sono passati 200 secondi, la materia è prevalsa sull’antimateria e si formano i primi atomi leggeri, idrogeno, elio, litio... L’universo è grande già cento anni luce e continua ad espandersi a velocità altissime, mentre con il formarsi degli atomi si generano immense quantità di fotoni che cominciano a diffondersi ovunque. Così avvenne il parto dell’Universo, esso “si “ partorì, con un gemito, la cui eco rimane infinita, nel tempo e nello spazio, e tuttora s’avverte, tutto impregna col suo “rumore di fondo”, la “radiazione cosmica di fondo” di quei fotoni che ancora oggi schizzano via verso ogni dove.

Infine, nell’era della Materia, che è quella che ancora oggi dura, dopo 200 milioni di anni la materia ‘spruzzata’ in modo non uniforme comincia ad addensarsi in ammassi locali e si formano le prime stelle, si innestano le fusioni nucleari, gli atomi si addensano in nuovi atomi, a volte in atomi più pesanti, fino al ferro. Ma sono solo alcune stelle, le più gigantesche, che ad un certo punto esplodono in supernove con bagliore immenso, lasciando al centro un buco nero, ma creando e “imbrattando” l’universo degli atomi ancora più pesanti, come l’oro, l’argento, il piombo, l’uranio. Così, tutti gli atomi dell’universo vengono da stelle, anche la nostra terra e tutto quello che essa contiene. Anche noi, quindi: anche noi siamo fatti di stelle.Però a metà corsa c’è una sorpresa: dopo 7 miliardi d’anni di espansione, di allontanamento dal centro, tutto avrebbe dovuto cominciare a rallentare. E invece no, tutto improvvisamente s’accelera, sempre più in fuga in tutte le direzioni.
Non si capisce bene, si fanno alcuni conti e si arriva a capire che questo è spiegabile solo se, oltre alla materia visibile e all’energia nota, ci sia una fetta, una fetta molto grande, d’ignoto. Oggi si pensa che le galassie siano solo il 4% dell’universo; restano un 22% di materia ignota, chiamata Materia Oscura e circa un 74% di Energia Oscura.
E del domani nulla si sa, forse tutto era in un Punto e ora tutto s’estenderà fino a riempire il Tutto, e forse tutto diventerà freddo, verrà un Gelo che tutto fermerà, bloccherà, renderà immobile, rigido fino alla morte termica dell’universo. O tutto riprenderà a ‘cadere’ verso il centro, verso un nuovo Tutto PuntiformeCerto è che in fondo anche quel che vediamo non è. Perché nulla è come appare. Quello che è oltre questo nostro giardinetto del sole e della nostra terra è in questo momento pura immagine: il nostro sguardo non attraversa in realtà lo spazio, ma il tempo e s’arretra fra epoche diverse e si perde in ere lontane e remotissime.
 Lo spazio che ci appare non è uniforme, ma deformato, contorto, distorto dal tempo, immagini riflesse di tempi e spazi antichi che non sono più. La luce della stella più vicina, Proxima Centauri, è quella che essa ha emesso 4 anni fa; la luce delle altre stelle e galassie e ammassi di galassie risale a migliaia, milioni, miliardi di anni fa: l’universo che abbiamo di fronte ai nostri occhi in questo istante, quindi, non è l’universo che esiste “ora”: in teoria… potrebbe non esistere più!

Si dice che la scienza abbia a che fare con la realtà e con la concretezza, sia fredda e arida, non lasci spazio ai sogni. Ma forse è proprio il contrario: sono le filosofie e le religioni che cercano spiegazioni e vorrebbero regalarci risposte rassicuranti, che vorrebbero dissolvere il mistero con certezze e dogmi: mentre il mistero, con tutto il suo inquietante fascino, resta nella scienza, negli assurdi sogni delle menti di scienziati visionari, che -come bambini incantati- continuano a balbettare tentativi di bizzarre e parziali spiegazioni, camminando con passi incerti di fronte a questa straziante immensità dell’universo.

“Stelle” di Francesco Guccini: http://www.youtube.com/watch?v=jeqQM5X_Rvs