domenica 19 dicembre 2010

L'AMACA

Ancora una volta, Serra rappresenta perfettamente il mio pensiero.

La soddisfazione dei vescovi per la tenuta del governo Berlusconi sarebbe stata, in altri tempi, appena l´ennesima conferma di una collocazione politica: con il centrodestra purchessia, e pazienza se milioni di fedeli non si sentono rappresentati. Ma in questo clima deteriorato, non solo socialmente, l´ostinata affezione della Cei per un leader che ha assestato, alla famosa "morale tradizionale", colpi ben più micidiali del temutissimo "laicismo", fa pensare a una specie di stordito masochismo. I santuomini in abito talare che fronteggiano la secolarizzazione di serie B dell´ultimo ventennio, così bene incarnata dalla triste crapula del premier, non possono non sapere che l´imitazione di massa di quei consumi, di quei costumi, di quella visione delle cose, non è parente nemmeno alla lontana della morale cattolico-romana, e neppure della più generica delle morali correnti.
Compresa quella dei cosiddetti "relativisti etici", che nella loro onesta confusione hanno comunque ben chiaro che non ci si rivolge, per avere chiarimenti, a Lele Mora. L´idea che le elemosine governative alle scuole cattoliche e alle proprietà immobiliari della Chiesa siano davvero la moneta che basta a comperarne l´amicizia, è così avvilente che non ci si riesce a credere. Meglio pensare a una carente, molto carente conoscenza della realtà italiana: che anche la Chiesa, come l´ultimo dei partiti tradizionali, abbia perduto i suoi contatti col famoso "territorio"?
M. Serra - La Repubblica, 19.12.2010

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