lunedì 13 dicembre 2010

Liu Xiaobo: Un giorno il mio Paese sarà libero


[Dal quotidiano "La Repubblica" dell'11.12.2010 col titolo "Un giorno il mio paese sara' libero".
Questo e' uno stralcio del discorso letto ieri dall'attrice Liv Ullmann alla cerimonia di consegna del Nobel per la Pace. E' stato scritto da Liu Xiaobo nel dicembre del 2009, quando venne condannato dal regime di Pechino a 11 anni di carcere"]
(L'autrice del blog, che nutre una sconfinata ammirazione per Liu Xiaobo, è rimasta toccata anche dalle intense parole d'amore rivolte da Liu alla moglie.)
Nel corso dei miei oltre cinquant'anni di vita, il giugno del 1989 ha rappresentato uno spartiacque. Fino a quel momento ero un esponente della prima generazione di studenti entrati all'universita' dopo la reintroduzione degli esami d'ingresso che la Rivoluzione Culturale aveva abolito. Dopo aver completato gli studi rimasi all'Universita' Normale di Pechino per insegnare. Gli studenti mi accolsero bene. E nel frattempo facevo l'intellettuale pubblico, scrivevo articoli e libri che suscitarono un certo clamore negli anni '80. Dopo il 4 giugno del 1989 fui gettato in prigione con l'accusa di "propaganda controrivoluzionaria e istigazione" perche' ero tornato dagli Stati Uniti per prendere parte al movimento di protesta.
Sono passati vent'anni, ma i fantasmi del 4 giugno non sono ancora svaniti. E ancora adesso mi ritrovo sul banco degli imputati a causa della mentalita' del nemico che ha il regime. Ma voglio ribadire a questo regime che mi sta privando della liberta' che io rimango fedele ai principi espressi nella "Dichiarazione per lo sciopero della fame del 2 giugno", vent'anni fa: io non ho alcun nemico e non provo nessun odio.
L'odio puo' corrompere l'intelligenza e la coscienza di un individuo. La mentalita' del nemico puo' avvelenare lo spirito di una nazione, istigare contese feroci e mortali, distruggere la tolleranza e l'umanita' di una societa' e ostacolare il progresso di una nazione verso la liberta' e la democrazia. Per questo spero di riuscire a guardare allo sviluppo della nostra nazione e al cambiamento sociale trascendendo le mie esperienze personali, per contrapporre all'ostilita' del regime la massima benevolenza, e per dissolvere l'odio con l'amore.
Proprio per queste mie convinzioni e per la mia esperienza personale sono fermamente convinto che il progresso politico della Cina non si arrestera', e guardo pieno di ottimismo all'avvento di una futura Cina libera. Perche' nessuna forza puo' sconfiggere la ricerca di liberta' dell'uomo, e la Cina alla fine diventera' una nazione governata dal diritto, dove i diritti umani sono messi al primo posto.
Se mi e' consentito, vorrei dire che l'esperienza piu' fortunata di questi ultimi vent'anni e' stato l'amore disinteressato che ho ricevuto da mia moglie, Liu Xia. Lei non ha potuto essere presente qui in aula oggi, ma voglio comunque dirti, mia cara, che sono fermamente convinto che continuerai ad amarmi come sempre. In tutti questi anni in cui sono stato privato della liberta', il nostro amore e' stato pieno di amarezze imposte dalle circostanze esterne, ma quando ne assaporo il retrogusto rimane un amore sconfinato. Sto scontando la mia condanna in una prigione tangibile, mentre tu mi aspetti nella prigione intangibile del cuore. Il tuo amore e' la luce del sole che scavalca le mura del carcere e penetra fra le sbarre della finestra della mia cella, carezzando ogni centimetro della mia pelle, scaldando ogni cellula del mio corpo, permettendo al mio cuore di rimanere sempre in pace, aperto e radioso, e riempiendo di senso ogni minuto che trascorro in carcere. Il mio amore per te, per altro verso, e' talmente pieno di rimorsi e rimpianti che a volte vacillo sotto il suo peso. Sono una pietra inanimata in mezzo alla natura, sferzata da venti violenti e piogge torrenziali, tanto fredda che nessuno osa toccarmi. Ma il mio amore e' solido e acuminato, capace di perforare ogni barriera. Anche se fossi ridotto in polvere, userei le mie ceneri per abbracciarti.
Mia cara, con il tuo amore posso affrontare con calma il mio imminente processo, senza avere rimpianti per le scelte che ho fatto, e aspettare con ottimismo il domani. Attendo con ansia il giorno in cui il mio Paese sara' una terra con liberta' di espressione, dove le opinioni di tutti i cittadini saranno trattate allo stesso modo; dove valori, idee, credenze e opinioni politiche diverse potranno confrontarsi fra di loro e coesistere pacificamente; dove saranno garantite allo stesso modo le opinioni della maggioranza e quelle della minoranza, e dove in particolare saranno pienamente rispettate e protette le opinioni politiche che differiscono da quelle temporaneamente al potere; dove tutte le opinioni politiche potranno essere espresse alla luce del sole perche' i cittadini possano scegliere quale li convince di piu', dove ogni cittadino potra' affermare le sue opinioni politiche senza timore, e dove nessuno, in nessuna circostanza, potra' essere perseguitato per aver espresso opinioni politiche divergenti. Spero di essere l'ultima vittima delle interminabili inquisizioni letterarie cinesi, e che da questo momento in poi nessuno venga piu' incriminato per le sue opinioni.
La liberta' di espressione e' il fondamento dei diritti umani, la fonte dell'umanita' e la madre della verita'. Strangolare la liberta' di espressione significa calpestare i diritti umani, soffocare l'umanita' e sopprimere la verita'.

2 commenti:

  1. Ormai credo che Liu sia cittadino del mondo, e in questa lettera esprime concetti che non hanno né colore né nazionalità: sono concetti universali, male o nulla rispettati, anche in Paesi ufficialmente definiti civili.
    L'augurio è che la sua liberazione sia prossima, perché significherebbe che il suo Paese ha aperto gli occhi, dopo millenni di oscurità umanistica.
    Tra l'altro, incredibilmente, in contrasto con lo sviluppo tecnologico che di solito si accompagna all'apertura mentale verso l'uomo come persona.

    RispondiElimina
  2. @gattonero: io temo invece che Liu non sarà libero molto presto. Perchè non credo che lo sviluppo tecnologico si accompagni necessariamente alla crescita autentica dell'umanità. E la Cina non ha abiurato alla sua attuale visione del mondo, intollerante verso chi dissente e materialista. Forse la Cina era molto più aperta proprio secoli fa o un millennio fa, quando Marco Polo dialogava con l'Impero celeste. Forse la Cina dovrebbe tornare a Confucio e alla spiritualità orientale...
    Un abbraccio e grazie sempre dell'attenzione.

    RispondiElimina