venerdì 17 giugno 2011

CENTOVENTI CENTESIMI




Ho appena posteggiato. Mi avvio verso la mia destinazione. Una macchina si ferma. Mi si accosta. Il finestrino abbassato. Un uomo dalle sguardo fermo, venato di disperazione.

Una donna sciatta, sfinita, con un bambino in braccio, quasi addormentato. L’uomo mi parla, con voce dignitosa e implorante: “Signora, mia moglie si vergogna che le sto parlando… Io no. Devo andare in farmacia, a prendere una medicina urgente per mio figlio. Mi mancano 120 centesimi … Può darmeli lei?”
Non è la prima volta che qualcuno mi chiede dei soldi.

Un’ amica mi ha chiesto 200 euro. Glieli ho dati. Poi ho perso l’amica. E i soldi.
Quest’uomo mi chiede, per favore, appena 120 centesimi. Gli rispondo: “Senz’altro”.

Guardo nel portafoglio. Gli porgo qualcosina di più.

La donna non alza lo sguardo. Posato con triste ostinazione sul volto del bambino addormentato.
Il signore fa un accenno di sorriso. Ringrazia. Se ne va.


Maria D’Asaro (pubblicato su “Centonove” il 17-6-2011)

4 commenti:

  1. Se mi permetti , ti mando un abbraccio !!!!
    ciao

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  2. La dignità mostrata da chi è nel bisogno è ancora più da ammirare e esempio per tutti

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  3. E' vero, sono perfettamente d'accordo con La stanza.

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  4. @Valerio: grazie sempre per l'attenzione. E grazie per l'abbraccio. Buona serata!
    @la stanza....: grazie per la visita. Ho fatto anch'io una visitina alle tue stanze, arredate con qualità. Ciao!
    @Vele: grazie delle tue planate affettuose nei miei mari. A presto!

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