mercoledì 7 settembre 2011

Carillon

Nei paesini dell’entroterra è più facile ascoltarla ogni giorno. Specialmente d’estate: nella tarda mattinata o nelle pigre ore dei pomeriggi assolati. Nella grande città, la avverti un po’ meno: la senti più netta, se sei in una periferia silenziosa. Ad esempio, a Palermo, in una traversa nascosta di via Oreto nuova. E’ la musica dolce e bambina di un carillon: proviene da un furgoncino, spesso colore pastello e con buffi disegni, carico di surgelati e gelati. Magari tu quei gelati non li hai mai assaggiati: non sai quanto costano, e neppure che gusto e che forma possano avere. Però hai potuto gustare, mentre torni da scuola o sonnecchi con le serrande abbassate, quel suono sapore di miele. E allora ti basta quella musica a rapirti in un mondo da favola: dove vincono i buoni e si vive felici e contenti. Almeno il tempo in cui durano le note del carillon.
Maria D’Asaro
Pubblicato su “Centonove” il 2-9-2011)

2 commenti:

  1. Molto bello. Mi riporta alla mente un'altrettanto bella canzone... Permetti una dedica? «Questo è il tempo...» Clicca QUI.

    RispondiElimina
  2. @dr.Peter: mi hai profondamente commossa. Il testo di Lucio Battisti è uno dei più delicati e vibranti che io conosca.
    "Le mie mani come vedi non tremano più ... e ho nell'anima cieli immensi e immenso amore e poi ancora amore e amore, amor per te... l'universo trova spazio dentro me... ma il coraggio di vivere, quello, ancora non c'è..."
    Io spero di trovarlo, il coraggio di vivere.
    Grazie.

    RispondiElimina