martedì 13 settembre 2011

La foto crudele

"Sei pronta? Vedrai che bella foto ti faranno! Saliamo in piazza, un bel sorriso e...tac!" E tu, col vestitino bianco a pois rossi e il tuo sorriso dolce e fiducioso, saltellavi per i gradini, attratta dal miraggio del flash.
Io però lo sapevo: a tre anni e mezzo, senza preavviso e con poco anestetico, ti aspettava una dolorosa tonsillectomia.
Io lo sapevo: non so se si fossero presi la briga di dirmelo o se avevo intercettato parole, preparativi, premura di parenti e vicini..
Io lo sapevo: non so cosa avrei fatto per strapparti a quella doppia crudeltà. Intuivo che la menzogna era ancora peggiore della pur traumatica operazione. La mia rabbia e la mia sofferenza erano soffocate dalla mia impotenza di bambina di cinque anni.
Non ho potuto fermarli: eppure tu eri la sorellina piccina che avrei voluto difendere da tutti i mali del mondo.
Il mal di testa era atroce. Ma no, quella TAC di controllo, proprio non volevi farla. Poi: "Incredibile...il triplo di quello che abbiamo asportato...il ventricolo è già fuori asse...”
Avrei mai potuto salvarti? Che potevo fare contro quest’ultimo terribile mostro, il cui solo nome ho paura a pronunciare?
Se, anziché a millecinquecento chilometri, fossimo state vicine, avrei forse intuito che qualcosa non andava e ti avrei forse costretta a fare un controllo. Cosa non facile, visto che eri un medico …
" Vorrei che consultassi un oncologo, magari a Padova, c'è un centro specializzato..." Non mi costringere a fare la chemio, è contro i miei principi…” “Dimmi almeno da chi ti stai facendo seguire..”
Ti sei spenta lentamente, in modo crudele, aspettando un miracolo che non ci è stato donato. Te ne sei andata due giorni dopo il crollo delle Twin Towers: quella tragedia e la tua uscita di scena sono legate, dentro di me, da un invisibile filo di dolore.
Mi rimane la nostalgia della tua delicata presenza, fragile e fortissima insieme.
Mi rimane il dolore e il rimorso per non aver avuto la forza di starti accanto, nei tuoi ultimi quattro giorni...
Ma so che tu mi vuoi bene lo stesso, sorellina speciale.

6 commenti:

  1. Non sentirti in colpa, ognuno di noi in quei momenti difficili della malattia decide come reaggire e gli altri possono fare ben poco.
    Se vuoi far felice tua sorella non sentirti in colpa ma accetta la sua scelta.

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  2. Chi ha provato lo stesso grado di dolore sa comprendere!

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  3. Ma forse più che il senso di colpa è il senso di impotenza che brucia... purtroppo la vita ci sottopone a questi dolori, noi possiamo solo cercare di affrontarli con tutta la forza possibile.

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  4. @Gabriella: è difficile abbandonare i sensi di colpa. Capisco però che sono inutili e corrosivi. Grazie, Gabriella.
    @Costantino: grazie della condivisione affettuosa.
    @Vele Ivy: è vero. In alcune particolari situazioni capisci di non potere fare niente. Forse puoi solo tenere una mano. Non so se l'ho fatto a sufficienza. Ti abbraccio.
    @Others: un grazie anche ad altri/e che, in vario modo, mi hanno espresso una affettuosissima vicinanza.

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  5. Nel ripetersi di questa ricorrenza, mi associo alle parole di Costantino. Sono altresì convinto che certi legami restino comunque eterni, e che lei semplicemente continua a vivere e a volerti bene da un'altra città, sorridendoti come nella foto. Un abbraccio a entrambe.

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  6. @DOC: lo sai che sei un amore di ... blogger, vero? Grazie. Ricambio/amo l'abbraccio.

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