giovedì 29 settembre 2011

Storie per una buonanotte (II parte)

(seconda parte: continua)
La storia è una sorta di "luogo" in cui diventano legittime cose che non sempre (e non in ogni famiglia) trovano espressione. L´immaginazione e la fantasia, per esempio. Naturalmente siamo tutti contenti di sapere che i nostri figli possiedono una fervida immaginazione. Di solito, però, la incoraggiamo solo fino a un certo punto, finché non interferisce con il "corretto" svolgimento della loro – ma soprattutto della nostra – routine. Però ecco che grazie al racconto l´ordine del mondo si sfalda. E con l´approvazione dei genitori, oltretutto. La realtà nota, quella che i bambini spesso vedono rigida, limitante e arbitraria, comincia a disfarsi, a diluirsi in correnti fantastiche, leggendarie, oniriche. A un tratto tutto è possibile. E anche se la storia verte su argomenti concreti e familiari al bambino, spesso irradia la possibilità di un´altra esistenza, di un diverso modo di essere e di rapportarsi al mondo. La realtà percepita dal bambino è in ogni caso molto soggettiva, fragile, e lui deve compiere un grosso sforzo emotivo e mentale per adattarla e collegarla alle norme e alle regole dettate dall´ambiente in cui vive.

Poiché quelle norme e quelle regole spesso contraddicono le sue sensazioni di base, e talvolta lo opprimono e lo minacciano, il bambino prova un grande sollievo quando può "stemperarsi" nel mondo fantastico che il racconto propone. E se sente che anche i genitori – responsabili ai suoi occhi di far rispettare le leggi della realtà – possono essere suoi complici di questa "violazione", di questo slancio travolgente e spensierato, ecco che la sua esperienza si fa ancora più intensa. E naturalmente anche noi genitori possiamo sentirci liberi in momenti come quelli, farci coinvolgere, rivivere una sensazione dolce e agognata che pensavamo persa per sempre. Anche il linguaggio è una parte importante della "licenza" che la storia ci concede. Leggere ad alta voce ai bambini trasforma la lingua utilizzata nella storia – anche se semplice e quotidiana – in un qualcosa di diverso. Il bambino all´improvviso, anche senza capirlo, avverte che quelle parole sono la chiave di un´esperienza particolare, più "raffinata" di quella alla quale è abituato, dei soliti dialoghi con genitori e amici. E sviluppa una maggiore sensibilità anche nei confronti di un lessico nuovo, un po´ diverso da quello che conosce a casa e all´asilo.

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