giovedì 3 novembre 2011

Nostra Signora e il velo di Maya


Nostra Signora, in cuor suo, lo sapeva.
Che, nella vita, tutto si paga. Che ogni medaglia ha il suo rovescio.
Ma lei si ostinava, ogni tanto, a sfidare gli dei. Magari rifacendosi il naso. O partorendo un’altra creatura e cambiando lavoro. O, addirittura, facendo battere di nuovo il suo cuore.
Ma lei, in cuor suo, lo sapeva: non sarebbe mai stata una mari da mare. Solo una donna da irti sentieri di aspra montagna.
Con un Saturno troppo brillante: a lei toccava aggiustare le vite degli altri. Mentre nessuno avrebbe mai rattoppato la sua.
E le spettava, per giunta, scaldare la cena. Sorridere a salve, dicendo: - Ciao, come va? – E intrattenere, al telefono, la zia spaventata.
Poteva solo guardare le vite degli altri. Alla giusta distanza.
Nascondendo una lacrima quando due innamorati si davano un bacio.
La sua casa non avrebbe mai avuto un camino. Neppure una stufetta a legna, alla buona.
A scaldarla, la sera, un modesto scaldino.
Ma che non si lamenti un po’ troppo, Nostra Signora.
In fondo, ad Auschwitz, si stava peggio.

3 commenti:

  1. Comunque sia ognuno di noi ha un prezzo da pagare...

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  2. Novembre è un mese tristissimo,cara Maruzza.Sembra che che il bel camino possa ardere solo nelle case degli altri.A noi uno scaldino o una borsa d'acqua
    calda.Appena per non soccombere al triste freddo dell'inverno .Ma arriverà la primavera. Nuovi fili di luce ci sorprenderanno.Un abbraccio

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  3. @Pippi: ciao! Grazie per le tue visite e la tua partecipazione! Buona serata.
    @mdfex: grazie di esserci. Ti voglio bene. A presto...

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