giovedì 30 maggio 2013

Se Marco Mengoni ed Emily Dickinson entrano alla “Cesareo”


Un pezzo del giardino della "Cesareo" 

Come sanno i miei “leggenti” più affezionati, lavoro in una scuola media di Palermo. Dove tento di recuperare i ragazzi difficili. Mi occupo anche di didattica. Da qualche anno gestisco uno o due laboratori pomeridiani, all'interno delle sezioni a tempo prolungato, che ci consentono di ampliare l'offerta formativa. Quest’anno il giovedì, con un gruppo eterogeneo di ragazzi (di prima e di terza), ho tentato un approccio più intrigante a poesie e canzoni. Ecco, attraverso questi video, una sintesi del nostro lavoro:


Un grazie particolare a Salvatore (prof.Nebbia) e a Maria Pia (prof.ssa Fazio): senza il loro paziente e generoso contributo tecnico il lavoro dei ragazzi non avrebbe visto la luce del web.
P.s.Purtroppo, all'interno del video, alcuni testi di canzoni prese dal web presentano errori di ortografia e grammatica. Non ne siamo responsabili!

martedì 28 maggio 2013

E ti vengo a cercare

Ascoltando Franco Battiato, sabato scorso, a “Che tempo che fa”,  voglia irrefrenabile di proporre una sua canzone.
“E ti vengo a cercare”.



sabato 25 maggio 2013

3P: il prete che serve a Palermo …


     Gli piacevano la pasta coi broccoli e anche tante belle canzoni di Franco Battiato. Sapeva parlare con tutti: anziani, bambini, universitari, analfabeti, gente di destra e di sinistra. Parroco a Brancaccio, capì che il Vangelo gli imponeva una scelta di campo: chi controllava il territorio, attirando i ragazzi a scelte disoneste, chiedendo il pizzo e spacciando, non poteva avere il suo appoggio. Padre Pino Puglisi volle creare una comunità ecclesiale che non si limitasse a erogare i Sacramenti, ma svolgesse un’efficace pastorale evangelica per gli adulti: e per gli adulti di Brancaccio. Quindi le scelte di don Puglisi furono azioni contro la mafia. Per questo la mafia lo ha ucciso, il 15 settembre 1993. Per questo la Chiesa adesso lo proclama beato. L’unico modo che ha Palermo per ringraziarlo è quello di non relegare la sua figura in un santino, ma continuare la sua lotta  per l’onestà e la giustizia.                                                                     Maria d’Asaro (“Centonove”, n.20 del 24.05.2013)

giovedì 23 maggio 2013

Pensa ... prima di dimenticare.

Perchè a Palermo - e non solo - decidiamo da che parte stare.
Giovanni Falcone, in un' intervista poco nota, dichiarò di essere consapevole che la sua vita poteva essere più fragile del bottone della sua giacca, ma: - Sono cresciuto con certi valori. E questi valori danno senso alle mie scelte di vita. -



lunedì 20 maggio 2013

L'innamoramento: Gestalt secondo Giovanni …


   
   
    "Solo ritrovando noi stessi, liberando le qualità racchiuse dentro di noi e che proiettiamo nell’altro, possiamo pervenire alla nostra maturità. Solo chi compie questo cammino comprende che l’intima essenza dell’innamoramento è dono e compito.
Dono: perché ci tira fuori dalle nostre paure e dalle nostre chiusure per farci sperimentare quanto potenziale di amore, di creatività e di luminosità c’è in noi. Compito: perché ci chiede impegno e fatica per appropriarci in modo definitivo, per far nostro, ciò che abbiamo sperimentato. 
Questi due momenti non possono essere scissi. Essi costituiscono la più autentica definizione di innamoramento."

   Giovanni Salonia (dal blog: Gestalt Theraph hcc Kairos)

sabato 18 maggio 2013

Diritto d’asilo e non solo



    
    Speravo potesse frequentarlo mia figlia. Invece ho dovuto assumere una baby sitter. Infatti l’asilo-nido vicino casa, iniziato quando ero incinta della primogenita, è stato portato a termine quando la stessa aveva vent’anni. Non a caso, Palermo ha uno rapporti più bassi tra numero di abitanti e quantità di asili nido. Nell’asilo del mio quartiere, ogni mattina vedo recarsi mamme e papà con bimbetti per mano. Due su tre, sono di pelle scura. Proprio ieri ho visto una mamma extracomunitaria che teneva per mano due figlioline dalle ordinate treccine e con due zainetti rosa. Le bimbe, con vocine armoniose,  parlottavano in un italiano chiaro e fluente. Tra quindici anni, le bimbette saranno due ragazze palermitane, spero ben integrate e con un buon titolo di studio. E mi auguro che, di lì ad allora, anche grazie all’azione del ministro dell’integrazione Cecile Kyenge, le ex bimbe avranno anche il meritato diritto di voto.
    Maria D’Asaro ("Centonove", n. 19 del 17.05.2013)

venerdì 17 maggio 2013

Amore






Amore,
germoglio fragile,
tremante, di sera,
nella mia casa gelata.
Fiorisci.          

mercoledì 15 maggio 2013

Rosy and me ...


    
So di rischiare grosso. Magari di perdere il 50% dei miei splendidi followers.
Ma ... sarà perché siamo nate lo stesso giorno; sarà perché, come me, è nata democristiana ed è cresciuta in parrocchia, diventando, per i dileggiatori, una catto-comunista; sarà perché da ragazzina voleva fare il prete; sarà perché era accanto a Vittorio Bachelet, il 12 febbraio del 1980, quando è stato ammazzato dalle Brigate rosse; sarà perchè si veste e si pettina a casaccio, proprio come me; sarà perché il presidente del PDL gliene ha dette di cotte e di crude e lei non gli non ha mai fatto sconti ... 
ma a me Rosy Bindi sta simpatica. Molto meno il governo di larghe intese varato dal suo partito, il PD.
    Ecco che cosa ha dichiarato la Bindi quattro giorni fa, l’11 maggio, all’assemblea del PD:
"Sosterrò questo governo, ma il mio sostegno sarà sempre accompagnato dai dubbi sull'operazione politica che sostiene questo governo" (…) Le differenze politiche non possono che portare a scelte politiche diverse. Io non posso accettare la retorica della pacificazione con il centrodestra (…). Siamo e resteremo alternativi".

lunedì 13 maggio 2013

Le vie dorate e gli orti ...

 
Zia Lillia, Sally e la mitica 500
     Papà e mamma avevano solo due o tre settimane di ferie a metà agosto. Erano invece quasi quattro i mesi di vacanze spettanti a Maruzza e Sally, la sua sorellina. Le bimbette però, a causa del lavoro dei genitori, non potevano gustare quel mare così a portata di sguardo. Gite e viaggi neanche a pensarci: restavano le briscole col nonno, il sole in balcone, la sensazione di libertà legata alla chiusura della scuola.
    Per fortuna c'era zia Lillia che, prima o poi, diceva alla sorella: - Giuseppina, porto le bambine in paese. -  Così il paesino, borgo ameno in collina a 80 km. da Palermo, diventava per le due bambine Cortina e i Caraibi insieme. Già, perchè zia Lillia, con la sua gagliarda 500, si prendeva ogni tanto l'ardire di portare le nipoti persino a mare: in quel limpido e freddo Canale di Sicilia, di fronte all’Africa. Il mare di Menfi era però l'evento magico e straordinario della vacanza. La quotidianità era riempita da passeggiate in paese e da gitarelle nei dintorni. L'ordinario buonumore di zia Lillia condiva le giornate di serena allegria. Ogni giorno si andava alla "Sirba", piccolo appezzamento di terra a due passi dal paese, con tanto di alberi e orto. Le passeggiate pomeridiane si concludevano poi con generosa distribuzione di fette di pane con marmellata, formaggi vari e con la mitica nutella!
    Ancora più bello era andare alla "Sirba" di mattina, con il nonno Turiddu che, sebbene navigasse tra gli ottanta e i novanta, aveva l'abitudine di alzarsi di buon'ora e metteva fretta a chiunque. - Nonno, quando ti sei alzato stamattina? - Mah, ancora doveva sorgere il sole … c'erano in cielo le stelle ... – Maruzza non capiva se il nonno dicesse la verità o se, col suo temperamento leonino, esagerasse alla grande e godesse nel prendere tutti un po’ in giro. Il nonno poi, come al solito, maltrattava bonariamente zia Lillia:  - Ancora non sei pronta, Lillia … Così tardi, le pesche le troviamo tutte sfatte … Io, in questo tempo, avrei già costruito una parete! -
    Finalmente, Maruzza e la sorellina s’incamminavano col nonno e la zia verso la campagna, accompagnati da un venticello leggero e dal basso continuo delle cicale. Una luce serena e un tepore accogliente avvolgevano completamente le case, le vie dorate e il verde dei campi.  Il nonno camminava spedito e raccontava le mille e una storia delle sue innumerevoli vite. La presenza rassicurante di nonno Turiddu, quel sole e quel cielo, il dolce sussurro del vento che le accarezzava la maglietta, regalavano a Maruzza una solarità assoluta, che tingeva dello stesso colore i suoi pensieri, i riccioli e la sua anima. 


domenica 12 maggio 2013

Mammalinga a gogò


    
   
Irene, 3 mesi, con pigiama azzurro ...
     

      Nostra Signora, mammalinga per caso, si sentiva spesso in difetto: perché non aveva avuto abbastanza latte per i suoi tre ex cuccioli, perché metteva la tutina azzurra alla bimba e riciclava i pigiamini rosa per i maschietti, perchè bruciacchiava gli spiedini mentre scriveva un post, perché le stanze di casa erano quasi sempre un allegro bazar. 
        Fidando in una celeste indulgenza plenaria, porgeva gli auguri a tutte le web/mamme, in particolare a Calzino. 
     E un abbraccio speciale alla sua figliolina, e alla sua pancia davvero speciale.


sabato 11 maggio 2013

La città ideale



    La vicenda narrata nel film “La città ideale”, che vede il conterraneo Luigi Lo Cascio alla  sua prima prova di regista, mi ha colpito al cuore due volte. Sia perché mi sono identificata nella prassi ecologista del protagonista, Michele Grassadonia, sia perché, come lui, sono convinta che le piccole città toscane rappresentino un’oasi di civile convivenza rispetto alla mia Palermo. Il film mi/ci invita a problematizzare queste ferree certezze: neppure Siena, considerata dal protagonista “città ideale”, riuscirà a salvare Michele da un paradossale errore giudiziario e dal conseguente isolamento in cui lo relegano anche gli amici ecologisti, a causa della sua scomoda condizione di indagato. Meglio Palermo allora, con i confini incerti tra legale e illegale e i cumuli di immondizia? Non è questo che vuole dirci Lo Cascio. Con amaro ma salutare realismo, vuole solo invitarci a un approccio più disincantato e maturo verso la vita e la società.
           Maria d’Asaro  (“Centonove”, n.18 del 10.05.2013)

venerdì 10 maggio 2013

Preghiera e cura, con Carlo Martini




Cura,
Signore buono,
le nostre ferite,
con viscere di misericordia.
Salvaci.


Ecco lo stralcio di un’intervista al card. Martini sulla preghiera:

HO UN AMICO CHE VORREBBE PREGARE, MA NON RIESCE A FARLO. LEI COME LO AIUTEREBBE?

L’unico sistema è pregare io stesso ogni giorno. Io prego in modo molto semplice. Presento a Dio tutto ciò che mi viene in mente, tutto ciò che devo fare, che mi crea preoccupazioni, anche le cose piacevoli e soprattutto le persone a cui penso. Gli parlo in modo normale, per nulla devoto. Nella preghiera sento che qualcuno mi sostiene e mi supporta, anche quando vedo molti problemi, come le debolezze della Chiesa. Quando prego, vedo la luce. La mia speranza aumenta, e così pure la forza di fare qualcosa. La fiducia cresce. Se vuoi aiutare il tuo amico, prega.
Se nutre il desiderio di pregare, è già molto vicino a Dio. Cerca un luogo dove tu ed altri possiate pregare con lui. (…)  Il ponte dell’amicizia gli permetterà di arrivare alla preghiera. (...)
Abbiamo un padre nei cieli che bada a noi. Egli ci aiuta anche se commettiamo errori. 
«Il vento soffia dove vuole», lascia che Dio ti sorprenda."

                                                            (Dal testo:  Conversazioni notturne a Gerusalemme).



domenica 5 maggio 2013

Quattro Erre contro i Rifiuti



Panorama dal mio balcone, sino a 7 gg. fa
    Ai rifiuti per strada, i palermitani sono purtroppo abituati. Ma l’emergenza di aprile è stata ancora più grave delle precedenti perché dovuta al fallimento dell’AMIA, la municipalizzata incaricata della raccolta dell’immondizia in città. Così, montagnole di rifiuti hanno troneggiato su vie e marciapiedi, con esalazioni mefitiche che hanno coperto il profumo dei fiori di zagara. Sono davvero nauseata: io, che ripongo i resti di frutta e verdura nella compostiera che c’è nella mia scuola; io, che bevo l’acqua di rubinetto per non consumare altra plastica; io, che utilizzo pile ricaricabili; che, per la Tarsu (tassa rifiuti solidi urbani), pago fior di quattrini, e riciclo persino i veli dei confetti, i vecchi bottoni e le scarpe di mia figlia … I palermitani attenti e ricicloni non meritano quest’oltraggio. Senza roghi inutili e dannosi, dobbiamo protestare contro questa pessima gestione dei rifiuti. E agire poi secondo quattro erre: ridurre, riparare, riutilizzare, riciclare.
                                            Maria D’Asaro  ("Centonove", 3.5.2013)

venerdì 3 maggio 2013

Fiocco giallo per la libertà di stampa

Domenico Quirico

    « L'unico dovere di un giornalista è scrivere quello che vede. » 
Così scriveva Anna Politkovskaja, giornalista russa impegnata a raccontare le scomode verità sul conflitto russo-ceceno. Nei suoi articoli per il quotidiano russo Novaja Gazeta,  la Politkovskaja condannava apertamente l’Esercito  e il Governo russo per lo scarso rispetto verso i diritti umani  in Russia che in Cecenia. Il 7 ottobre 2006, Anna Politkovskaja viene assassinata nell'ascensore del suo palazzo, mentre stava rincasando. La sua morte è stata da molti considerata un omicidio con mandanti politici ai vertici dello Stato russo.
    A Mogadiscio, il 20 marzo 1994 un commando somalo uccide Ilaria Alpi, inviata del Tg3 Rai, e l’operatore Miran Hrovatin: in Somalia per seguire la guerra tra fazioni che stava insanguinando il Paese africano. Da allora, amici e parenti attendono ancora verità e giustizia per il loro barbaro assassinio.
    Cosimo Cristina, Mauro De Mauro, Peppino Impastato, Giovanni Spampinato, Mario Francese, Giuseppe Fava, Giancarlo Siani, Mauro Rostagno, Beppe Alfano: questi i nomi di nove giornalisti uccisi, in Sicilia e in Campania, dalla criminalità mafiosa e dalla camorra.
    Li voglio ricordare tutti oggi, 20° Giornata Mondiale dell'Unesco per la libertà di stampa e la sicurezza dei giornalisti. Dal 1993, un appuntamento dedicato ai reporter cui viene impedito di fare il loro lavoro o che sono fermati in luoghi di guerra. 571 i cronisti morti negli ultimi 5 anni, 39 dall'inizio del 2013.
    Un augurio speciale a Domenico Quirico, inviato della “Stampa” in Siria, di cui non si hanno notizie da tre settimane circa. Il giornalista era tornato da poco nella Siria martoriata perchè, come aveva dichiarato in un’intervista:  «Il dolore dell’uomo va condiviso per raccontarlo.»
   Forza Domenico! Ti aspettiamo.