lunedì 20 gennaio 2014

Il mantello dell’invisibilità

     E’ successo a dicembre, vicino casa mia: uno strattone improvviso e la preziosa valigetta scolastica mi è stata scippata da due ragazzi in ciclomotore. Sono caduta a terra malamente, con braccia e ginocchia un pò doloranti. So che episodi come questi non fanno notizia. Anche perché per fortuna, tranne qualche ematoma, ne sono uscita quasi illesa e con poco danno economico: gli scippatori hanno preso la borsa sbagliata e hanno lasciato quella che custodiva chiavi, soldi e vari documenti. Però l’accaduto mi ha fatto capire due cose, dure da digerire. La prima, piuttosto scontata: a Palermo una donna che cammina a piedi da sola corre dei rischi. La seconda, più triste: sebbene lo scippo sia stato visto da una decina di persone in fila davanti al postamat, nemmeno una si è avvicinata per darmi una mano e dirmi una parola gentile. A Palermo, se non ti conosce nessuno, diventi invisibile.
                                                                       Maria D’Asaro (“Centonove” n. 2 del 17.1.2014)

7 commenti:

  1. Mi dispiace tanto, per la brutta esperienza e per il senso di solitudine che deve averti creato :-(

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  2. La mancanza di solidarietà nei momenti di bisogno è impossibile da accettare e da metabolizzare. Soprattutto quando non costerebbe nè fatica, nè soldi. Avvicinarsi e chiedere:" tutto bene, posso esserle utile?" è un semplice atto di gentilezza e di cura per chi sta peggio di te, ha subito un sopruso ingiusto e forse ha bisogno di aiuto. E' la mancanza di cuore che raggela l'anima.

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  3. La mancanza di solidarietà nei momenti di bisogno è impossibile da accettare e da metabolizzare. Soprattutto quando non costerebbe nè fatica, nè soldi. Avvicinarsi e chiedere:" tutto bene, posso esserle utile?" è un semplice atto di gentilezza e di cura per chi sta peggio di te, ha subito un sopruso ingiusto e forse ha bisogno di aiuto. E' la mancanza di cuore che raggela l'anima.

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  4. Non solo a Palermo, purtroppo.
    Se solo si riuscisse a squarciare quel mantello che soffoca la mente e il cuore!

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  5. Ci sono scene, nel film della vita, che il Regista dovrebbe tagliare; ma per motivi che ignoriamo a volte gli sfuggono, e la pellicola va in proiezione così, rovinata. Qui, ad esempio, era tutto da rifare: la protagonista si trovava al posto sbagliato nel momento sbagliato, e ne serba tuttora un doloroso ricordo; gli attori secondari saranno costretti a ripetere l'atto (lo faranno più tardi, con un'altra malcapitata), perchè la borsa non era quella "giusta"; le comparse, infine, saranno licenziate: bisogna prendere parte alla scena, e non restare immobili al postamat come pali. Di loro il pubblico, citando Lucio Dalla, dirà che sono «morti da sempre anche se possono respirare».

    Doppio abbraccio, Maruzza.

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  6. @Silvia: hai colto nel segno. Una brutta esperienza che ha accresciuto la mia percezione di solitudine, in questa città.
    @Giorgio Giorgi: grazie innanzitutto per la visita e per l'accorato commento. Ha davvero ragione: "è la mancanza di cuore che raggela l'anima".
    @Pippi Calzerotte: grazie per la visita e per il commento. E' vero: gli scippi non sono affatto una prerogativa di Palermo. Ma una maggiore empatia tra i suoi abitanti aiuterebbe a viverci meglio.
    @DOC: grazie: per il commento e per il doppio abbraccio (che ricambio). Grazie di esserci. E di esserci per Maruzza.

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  7. E' vero, non solo a Palermo... sia per gli scippi che per l'indifferenza della gente.

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