giovedì 11 dicembre 2014

La stele? E’ cosa nostra …

        In Sicilia, il rapporto del cittadino col territorio è più complesso che nel resto d’Italia. Da un lato, infatti, c’è la mafia che contende il controllo del territorio ai rappresentanti dello stato, spesso incapaci di far sentire la propria presenza e di promuoverne l’ordinata gestione; dall’altro, ci sono tanti siciliani distratti, che spesso non sentono “cosa propria” ciò che si trova fuori dalla loro casa.
      In questo contesto, pur se solo simboliche, sono davvero encomiabili le azioni dei cittadini che mostrano un interesse attivo per gli spazi esterni e ne combattono il degrado. Un grazie allora al gruppetto di persone che, qualche settimana fa, provvisti di vernice coprente, hanno cancellato  scritte del tipo: “Non ti lascio piccola mia” “Mi manchi tanto” che imbrattavano la base della stele dedicata in autostrada, sul luogo della strage, al giudice Giovanni Falcone, alla moglie Francesca e agli agenti di scorta Vito, Rocco e Antonino.


                                                                 Maria D’Asaro  (“Centonove” n. 46 dell’11.12.2014)

3 commenti:

  1. Piccoli ma significativi gesti. Scrivere certe cose su una stele funeraria? mah...

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  2. Un male diffuso: la porta di casa segna il confine tra il mio e il tuo. Il problema è che nessuno sa di chi sia questo "tuo". Anche la memoria, i gesti, le imprese, gli uomini che segnano pagine di storia appartengono a questo fantomatico "tuo"...

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  3. Si respira un po', quando si vede qualcuno che reagisce all'inciviltà.

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