giovedì 5 febbraio 2015

Chiedo scusa se parlo di Maria

      Alcune amiche e amici blogger, commentando garbatamente  il post nel quale parlavo di Sergio Mattarella, neo capo dello Stato, riferendosi alle sue vicende familiari, hanno scritto: “Non conoscevamo questi risvolti … grazie per averceli presentati”. Allora, ho avuto una sorta di “insight”: mi sono resa conto che le mie coordinate spazio/temporali mi hanno fatto vivere in modo assai personale, con uno “zoom” ravvicinato, alcuni fatti degli anni ’70, ’80 e ‘90, in modo diverso da come può averli conosciuti e percepiti un emiliano, un veneto, una lombarda, un toscano.
      Per due motivi: perché ho avuto un padre speciale e perché ho vissuto e vivo in un posto speciale. Mio padre: ho cominciato a sentire parlare di politica a tre, quattro anni.  Mio padre è stato sindaco del paesino in cui sono nata e io sono cresciuta a pane, nutella e politica. A mio padre ho scritto una lettera e gli serbo eterna riconoscenza. 
Mio padre, a sinistra: con la giacca scura.  
      Palermo e la Sicilia. Se si vive nella capitale di quest’isola,  non solo le arance sono più dolci e il sole più caldo, ma anche quello che succede ha un sapore particolare. Gli avvenimenti sono più complessi, tutto è difficile da decifrare, non c’è niente che sia bianco o nero. Devi fare i conti con la presenza pesante e ammorbante di Cosa nostra. A inizio degli anni ’80, quando andavo in ufficio ad Agrigento (prima ero una bancaria), venivo scherzosamente apostrofata dal mio direttore: - Signorina, quanti ne hanno ammazzato in questo fine settimana a Palermo? - Mi è capitato di conoscere Giovanni, il fratello di Peppino Impastato; di ascoltare di presenza il commosso rimpianto di Paolo Borsellino, un mese dopo la strage di Capaci e un mese prima del suo assassinio; mi è successo di avere come alunno il nipote di un boss che scioglieva le persone nell’acido; mi è capitato di incontrare l’on.le Salvo Lima a una mostra di pittura.
Allora sento davvero mie le parole di Giorgio Gaber “Mi interesso di politica e sociologia per trovare gli strumenti e andare avanti”, ma riconosco con lui che  la realtà è sempre un passo avanti. La realtà è complicata, non si lascia incasellare, sfugge a ogni presuntuosa volontà di ridurla a facili schemi.
E non finisce mai di sorprendermi.
Ad esempio, non avrei mai immaginato che la persona che mio padre chiamava “Sergiuzzu”, per distinguerlo dal fratello maggiore Piersanti, sarebbe diventato Capo dello Stato.  



(Caro papà, oggi su “Centonove” ho scritto questo pezzo. Sei contento?!
La Sicilia al Quirinale
Da sabato scorso, il capo dello Stato è un siciliano: il dodicesimo Presidente della Repubblica italiana è infatti il palermitano Sergio Mattarella, già giudice della Corte Costituzionale. Anni fa, ho visto due volte da vicino il neo Presidente: nel 1980, al funerale del fratello, e qualche anno dopo a palazzo delle Aquile, sede del Consiglio comunale della città, quando Mattarella appoggiò il neosindaco Orlando, dando inizio alla “primavera” di Palermo. Mio padre, che lo conosceva personalmente, ripeteva: - Sergio non ama la politica, vorrebbe fare il professore. Piersanti invece la politica ce l’ha nel sangue. - Però, quel tragico 6 gennaio 1980, Piersanti Mattarella, allora Presidente della Regione siciliana, fu ammazzato dalla mafia. Attilio Bolzoni ha scritto su “La Repubblica” che “quegli otto colpi cambiarono la vita tranquilla del professore”. E lo consegnarono, forse suo malgrado, alla politica e alla Storia. Buon lavoro, Presidente: i siciliani onesti sono con Lei.
                                                        Maria D’Asaro (“Centonove” n.5 del 5.2.2015)

9 commenti:

  1. Come molti, non ero al corrente di questi fatti sul presidente Mattarella, anche se ne conoscevo il nome. Grazie per questo post , Mari

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  2. Grazie dei chiarimenti, Maruzza. E' vero, per chi non vive in Sicilia è difficile comprendere la sua realtà.

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  3. Sono parole le tue che mi toccano nel profondo, è proprio vero "non c’è niente che sia bianco o nero" ed è tutto molto complesso. Bisogna viverci e pur vivendoci è sempre tutto in bilico. Grazie per questo post. Un abbraccio Maria

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  4. Leggo con coinvolgimento i tuoi post e spero sempre di tornare a lavorare al tuo fianco. un abbraccio Leila

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  5. Mi piace leggere la terra che mi ospita attraverso le tue parole leggere come il vento e pesanti come la realtà

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  6. E' sempre un piacere leggerti e trovare in te cose della tua vita privata estremamente interessanti, che ci fanno ancora più comprendere la realtà in cui viviamo!
    Grazie mia cara, un bacio!

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  7. Resta ancora molto radicata l'idea che la politica sia qualcosa da ricevere (dall'alto, come gli aiuti umanitari sganciati dagli elicotteri), o da subire (governo ladro), o da mandare aff... (M5S). L'esempio che ci lascia tuo padre ci fa capire quanto invece andrebbe vissuta con coraggio e partecipazione, più o meno diretta: cosa che tornerebbe scomoda a qualcuno, ma che andrebbe a tutto vantaggio di chi davvero merita, ovvero gli onesti. Pagina di diario davvero toccante, e fortissima la canzone: non l'avevo mai sentita. Grazie, Maria. O meglio, Maruzza :) Buona settimana.

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  8. Grazie Mari, è importante questa condivisione. la realtà di un posto vista "da dentro" è tutta un'altra cosa. =)

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  9. @Giovanni: grazie dell'apprezzamento. A presto!

    @Silvia Pareschi: per capire profondamente una realtà, devi abitarla. Per questo, in parallelo, sono estremamente interessanti per me i tuoi imperdibili reportage da San Francisco.

    @Santa S.: grazie della tua presenza, intelligente, costante e affettuosa. Un abbraccio.

    @Leila Orlando: anch'io spero di potere lavorare di nuovo con te. Sei una collega impareggiabile. Sapere che mi leggi mi fa tanto piacere. Un abbraccio.

    @SisterAdri: il tuo commento è un regalo prezioso. Come la tua profonda amicizia, della quale non ti sarò mai abbastanza grata. Ti voglio bene.

    @Nella Crosiglia: grazie del tuo apprezzamento affettuoso. A presto. Un bacio anche a te.

    @DOC: grazie della tua presenza e del tuo affettuoso commento. Mi fa piacere averti fatto conoscere questa canzone di Gaber. Un abbraccio e buona settimana anche a te.

    @Monica Auriemma: non ti sentire mai sola a Londra. Un abbraccio da Palermo. Grazie per la visita e per l'apprezzamento.

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