martedì 8 dicembre 2015

Egregio prof.Vecchioni ...

(In relazione al putiferio scatenato dalle dichiarazioni di Roberto Vecchioni, non avrei saputo trovare parole migliori di quelle che Francesco Palazzo ha pubblicato oggi su "La Repubblica"/Palermo)
Eruzione dell'Etna (foto di Domenico Notarnicola)
 
                       Gentile Roberto Vecchioni,
     lei non poteva sapere che in Sicilia c’è un esercito che in passato su queste colonne ho chiamato compagnia dei difensori. Il quale non aspetta altro che qualcuno scopra l’acqua calda su di noi per scatenarsi. E’ difficile spiegare a un brianzolo il senso di una frase che definisce la compagnia dei difensori: « difenni u to o tortu o rittu ». Una reazione belluina, intrisa nel sangue, che porta a proteggere ciò che è tuo quando altri, “stranieri”, invadono il campo. E come si permette, uno di fuori, a dirci cose che solo noi, veri amanti di questa terra, possiamo pensare? Perché noi siamo amanti senza rivali. Amiamo tanto che soffochiamo per troppo ardore il nostro oggetto d’amore. Se l’avesse detta un siciliano quella frase, peraltro in un discorso ampio, che esortava alla reazione contro l’inciviltà, per non essere un’isola di merda, non ci sarebbe stata alcuna replica sdegnata. L’ottima platea che l’ascoltava avrebbe applaudito. L’opinione pubblica avrebbe calato umilmente la testa. 
Nelle nostre discussioni capita spesso che esprimiamo lo stesso concetto. Cosa dovremmo dire, del resto, con una regione che soffre da tanti punti di vista e che si trova in fondo alle classifiche di importanti indicatori, dove non i giovani meritevoli sono premiati, ma migliaia di lavoratori assistiti, che portano voti. E che talvolta devono completare i giorni lavorativi, non il lavoro, si badi bene. Dove le regole del vivere quotidiano, dallo buttare le cicche a terra al depredare tutto ciò che è pubblico, dal pagare i posteggiatori abusivi al parcheggiare ovunque, dal sostare sulle strisce pedonali allo sfrecciare lungo le corsie riservate, sono piegate verso l’interesse personale. E meno male che è venuto ad autunno inoltrato. Se fosse atterrato a Palermo in estate avrebbe ammirato montagne d’immondizia lungo il percorso che unisce il Falcone- Borsellino al capoluogo. E come vogliamo chiamarli, se non uomini e donne di merda, coloro che trattano la Sicilia come una pattumiera, che sfregiano le coste, il mare, il territorio, chi non controlla o si gira dall’altra parte? Ci sono tanti siciliani perbene, mi scrive un amico. E chi lo mette in dubbio. Ma se fossero molti e non una piccola minoranza non saremmo a questo punto. 
Ma sa cos’è, Vecchioni, che mi ha fatto sobbalzare? Lei ci definisce i più intelligenti al mondo. Le sembrano intelligenti persone che hanno pasciuto per più di un secolo e mezzo la mafia? Le pare dotato di grandi quantità di materia grigia un popolo che si crede furbo ricorrendo spesso alle raccomandazioni e invece è solo fesso? Le sembriamo così brillanti quando facciamo fuggire le teste migliori, che formiamo spendendo un fiume di soldi? Davvero siamo dotati di grande intelletto visto che riusciamo a esprimere una classe dirigente che, quando va bene, governa mediocremente la cosa pubblica? Ne è certo che siamo così acuti considerato che non riusciamo a valorizzare economicamente un tesoro come la Sicilia? 
Mi fermo qui. La ringrazio, ci ha aiutato a riflettere per qualche giorno. Ogni tanto qualche "timpulata" a sorpresa ci vuole. Non che cambierà molto nella sostanza. Scorrendo i social network ho però l’impressione che molti abbiano capito. Un siciliano scrive: «Il mio paese è sul mare. Ma abbiamo il 70 per cento di disoccupati che del mare e del sole non se ne fanno niente». L’altra sera, sull’autobus, noto un ragazzo con i piedi sul sedile. Gli dico di metterli giù. Un suo amico sussurra che le mie parole gli ricordano l’intervento di quel cantante il giorno prima all’università. Insomma, almeno nella testa di un diciassettenne il suo discorso è entrato. Può essere un buon inizio. 
                                                            Francesco Palazzo (La Repubblica/Palermo 8-12-15)

13 commenti:

  1. Parole dure, per la loro limpidezza, per la loro atroce evidenza.
    A me fa sempre un po' paura sentir parlare di "isola" o "città" o "paese", perché so (e spero) che nell'isola o nella città o nel paese ci sono altre persone oltre quelle che "macchiano" le reputazioni. So, ad esempio, che la Sicilia ha persone come te, Maria. E questo mi dà speranza, fiducia, tranquillità.

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  2. Maria, non so perché blogger mi ha fatto commentare come Anonimo, ma sono Veronica di Sguardi Notturni!

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  3. @Veronica: Mi fa piacere sapere che il commento è tuo! Grazie per le belle cose che scrivi. Buona serata. A presto.

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  4. Vi sono persone che perdono il contatto con la realtà che li circonda e sono convinti di essere oracoli che hanno in mano la verità alla quale gli altri devono credere sol perchè certi esaltati hanno raggiunto il successo. Entrano in un delirio di onnipotenza per cui credono che a loro tutto è possibile. Questi sono nessuno e Vecchioni è nessuno anche se ha tanti fans. Prima di fare queste osservazioni deve ricordarsi, non il prof., (un prof. non le avrebbe mai dette quelle parole offensive) ma il sig. Vecchioni, che questa è la terra che ha dato i natali a tanta gente che si è battuta per riscattarla e per essa è morta per mano mafiosa. Che in questa terra ci sono giovani e meno giovani che si stanno battendo affinchè la Sicilia, possa cambiare e se si vuole cambiare per davvero è necessario che tanti altri si accodino invece di stare chiusi nel loro guscio. Non ci possiamo sentire offesi dal primo esaltato che arriva, lì in quel contesto dove era tutt'altro l'oggetto di discussione. Siamo noi le persone che, oggi più che mai, siamo chiamati in giro per l'Italia a testimoniare le nostre sofferenti esperienze nel contrasto alla mafia affinchè vengano prese a modello in tutto lo stivale, per essere stati insieme con coloro che la vita l'hanno donata consapevolmente. Un professore dall'alto della sua cultura sa benissimo che non si può generalizzare. Non è solo la Sicilia che deve cambiare, ma ciò non giustifica che c’è molto da fare nella nostra terra. Le mafie, le collusioni, il malcostume ammantano tutta la nazione, solo che prima nel paese del sig. Vecchioni ci accusavano di essere omertosi mentre al contempo loro stessi lo erano e oggi scopriamo quanto sia vera questa affermazione. Ci sono molti più uomini che uccidono le donne della loro vita al nord che al sud. Ma tutto ciò non significa che non esistano i problemi posti nell’articolo. Come ho detto c’è molto, tanto da fare. Ci sto provando io tante volte a rischio della mia incolumità, ci stai provando tu Maria, Francesco che questo articolo ha scritto e tanti nostri amici in comune. E’ bella la nostra Sicilia non solo per il mare e i meravigliosi golfi che sembrano braccia pronti ad accogliere ma anche per quella gente come noi che ci sta provando a riscattarla e si sente offesa nel sentirsi definire con un epiteto così volgare. Il Sindaco Leoluca Orlando che ricopre questa carica da tanti anni e che dice che Vecchioni ha ragione e lo ringrazia. Che cosa è stato capace personalmente di fare nell'amministrare questa città affinchè non venisse un cantante a dire "Sicilia isola di merda" della quale Palermo è la capitale? Potrei offendere pure io la terra di questo cantante per i suoi interessi calato dal nord che ci vuole insegnare la civiltà e ci sarebbero buoni motivi. Ma da persona civile che ha una sensibilità e un amor patrio molto sviluppato ho avuto molto rispetto quando sono stato ospite nelle città altrui. Per fortuna al nord ho molti amici che dimostrano di essere molto più intelligenti di questo cantante. La terra di Sicilia che voglio riscattare insieme a te, a Francesco e tanti amici nostri è mia madre e a Vecchioni un pugno nel naso glielo darei volentieri. Cito Papa Francesco.

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  5. Non seguo molto "queste chiacchiere", ma sollecitata da te sono andata a leggere le parole della discordia, credo. E tra le altre ha anche detto:"Non amo questa Sicilia che si butta via, che non si difende".
    Ho sempre detestato le persone che assecondano senza mai criticare. A volte dire delle cose spiacevoli fa solo bene.
    Giorni fa, con l'eruzione dell'Etna, ci siamo ritrovati coperti di cenere, ho postato su Fb una foto con un commento, "velatamente" ironico... per quello che sto vedendo dovremmo stare perennemente col capo cosparso di cenere, non so come faccia la natura, le città stesse a non fagocitarci per quanto siamo "indegni".

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    1. E' brutta la parola detestare da lei usata! Io mi sono presentato con il mio nome e cognome mentre non so chi sia lei. Stia tranquilla, siamo in grado di capire i mali che affliggono la nostra terra e per contrastarli c'è chi ancora oggi rischia la vita. Io faccio di tutto per contrastarli non mi limito alle parole, spero che lei faccia altrettanto. Provare amore per la propria terra non significa avere il prosciutto negli occhi. Se ami davvero lotti, ti sacrifichi, rischi, non dici sei un pezzo di m..... Pezzi di m..... lo sono i mafiosi, i corrotti, gli incivili. Che poi questa offesa deve venire da chi ha la pancia piena e ha vissuto da sempre nell'agiatezza e nel lusso pretendendo di essere un oracolo portatore di verità solo perchè è stato sempre osannato, mi permetta signora, questo mi da fastidio. Stiamo pure col capo cosparso di cenere ma non ci limitiamo solo a questo. Io agisco e rischio e a Palermo tanti altri amici e persone meravigliose agiscono. Potrei farle tanti nomi che agiscono nel silenzio ma anche, se ci pensa bene, altri ben conosciuti sono motivo di orgoglio per questa nostra martoriata città. Mi bata solo questo per dire che la mia terra non è isola di m..... Cordiali saluti.

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    2. Mi spiace essere stata fraintesa, non credo di essere io
      il male del Sud e mi spiace di averle arrecato "fastidio",
      io amo molto il dialogo.
      Mi riferivo ad una notizia "circoscritta" che per altro
      ho letto sollecitata dalla stima che ho per Mari da solcare, di solito, ripeto, le chiacchiere non m'interessano.
      Ho solo detto che "detesto" la piaggeria fine a se stessa.
      A volte le critiche sono uno stimolo non solo alla conversazione, ma anche all'azione o alla riconsiderazione di uno "stare".
      Pensare a Vecchioni come ad un "oracolo"? Me ne guardo bene, credo sia un carico troppo grande per chiunque.
      Posso però dire che Vecchioni e tantissimi altri sono "turisti", un turista, come lo sarà sicuramente lei andando in un altro luogo, vivono l'esperienza della città e ne parlano: tutto qui.
      Positiva o negativa è poi un momento successivo, un momento di libertà direi.(I termini scelti fanno parte del bagaglio espressivo di ciascuno)
      Non faccio considerazioni su Palermo perchè
      non ho avuto occasione di visitarla, sarà sicuramente una città straordinaria con tutte le contraddizioni, come percepisco leggendo i post di Maria, delle grandi città e delle grandi città del Sud.
      Tutti noi, io vivo attualmente in Calabria, siamo cittadini e dobbiamo contribuire allo sviluppo delle nostre città, impegnarci nelle scelte per un vivere sostenibile.
      Essere cittadini è questo: partecipare attivamente. Altrimenti non c'è vita, non esiste nessuna città, nè mia, nè tua, nè sua... di nessuno!
      Mi spiace Maria per l'eccesso di parole, non è mia intenzione rubare spazio, ma non avrei mai pensato di infastidire un tuo lettore, mi è sembrato educato rispondere al signor Pino Martinez che saluto anch'io con grande cordialità.

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  6. @Pino Martinez: Le parole di Vecchioni sono servite intanto ad aprire un dibattito. Sicuramente l'epiteto pesante usato da Vecchioni nei confronti della nostra regione non è stato felice. Ma mi ritrovo d'accordo con le osservazioni di Francesco. Chi, come te, lotta tenacemente da decenni per una Sicilia migliore non deve sentirsi "toccato" dalle amare riflessioni del professore cantautore. Grazie della tua attenzione e del tuo commento, anche se mi dispiace la "negatività" espressa nei confronti di Santa S., blogger che apprezzo e stimo: Santa, che ha un nome e cognome e non li nasconde, ha solo espresso la sua opinione. Un caro saluto.

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  7. @Santa S.: mi dispiace per i toni usati da Pino verso il tuo commento, toni motivati sicuramente dalla sua storia personale che è stata - ed è - storia di difficile e terribilmente concreta lotta alla mafia. Scusa da parte mia per qualche parola "accesa" ... Il problema è che certe faccende ci toccano troppo in profondità ... Un abbraccio.

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  8. Maria, mi sento molto toccato non da quella che poteva semplicemente essere una riflessione educata sui mali della nostra amata terra, ma dal modo spregevole di proporsi nei nostri confronti da parte di questo signore. Io ho aperto tanti dibattiti ma non ho mai usato toni volgari nei confronti di nessuno. Ognuno è libero ovviamente di pensarla come vuole, non per questo si allontanano le nostre posizioni, ma per fortuna, almeno per quanto riguarda la mia posizione, ho visto nei social che ci sono tanti che non l'hanno digerito la volgarità di esprimersi nei nostri confronti da parte di quel signore. Se avesse avuto un modo pacato di confrontarsi all'università di Palermo sicuramente non avrebbe alzato tutto questo polverone. Forse era questo che gli interessava. Infine Maria vorrei dirti che ti ringrazio per quanto scrivi sull'impegno che io sempre messo con il cuore a rischio della mia stessa vita (non l'ho mai detto a nessuno e tu sei la prima a raccogliere questa confidenza: immediatamente dopo la morte di padre Puglisi la questura di Palermo mi voleva imporre la scorta e il cambio del numero di telefono ed io ho rifiutato con fermezza, ho dovuto accettare una vigilanza per me e la mia famiglia). Però consentimi un appunto: se c'era da scusarsi con la tua amica avrei voluto farlo io e non tu per me. Gentile sig.ra Santa S. sicuramente non ho usato un tono pacato nel rivolgermi a lei ma non pensavo di offenderla. Penso ai tanti amici impegnati per dare un volto nuova alla nostra terra, ai tanti lavoratori che si guadagnano il pane onestamente, ai tantissimi disoccupati, in cassa integrazione e in mobilità che non si sono rivolti alla mafia ma che hanno trovato sostegno all'interno delle loro famiglie (ho lottato anche per questo pertanto ne parlo con cognizione di causa). Queste sono persone di questa terra che non meritano questo epiteto volgare. Non ho mai pensato alla Calabria come regione di ....... perchè conosco calabresi meravigliosi che lavorano accanto a suor Carolina. Non solo loro. Avrei preferito io interloquire direttamente con lei per esporre ancora meglio le nostre posizioni. Mi auguro che dopo questo confronto non si senta più offesa e mi permetta di dirle che spero che quel cantante che non amo abbia l'umiltà di chiedere scusa al popolo siciliano, non per i caschi e le macchine posteggiate in terza fila, ma per il suo disprezzo dimostrato attraverso quella volgarità. L'amore non è volgare. Le rivolgo un caro saluto.

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  9. Grazie, Maria, di aver dato rilievo al mio articolo. Il tema è caldo, lo è sempre stato a prescindere dalle parole utilizzate dagli offensori e dalle repliche degli offesi.Su Repubblica, Centonove e LiveSicilia ho scritto diversi pezzi sul tema.Uno pure su un videogioco che si chiedeva di ritirare dal commercio perché parlava di mafia offendendo in qualche modo la Sicilia. Ricordo anche della marca di occhiali che offendeva Impastato. Oppure del Capo dei capi, la Piovra e altre storie che faccio fatica a ricostruire a memoria. Quindi non è la parola (merda) rivolta alla Sicilia (se non si ribella, sia chiaro) il problema. E che siamo molto sensibili sull'argomento anche quando di mezzo non ci sono parole cosi urticanti. E, siccome, a me pare che al fondo ci sia, prescindendo dai casi specifici, sempre lo stesso meccanismo di difesa che scatta a molla, io sinora, fin quando qualcuno non mi farà cambiare idea, ho sempre reagito sottolineando l'inadeguatezza di questo meccanismo difensivo, che in realtà, secondo me, non difende un bel nulla. E ciò principalmente perché non siamo i possessori della nostra terra, la Sicilia appartiene al mondo e chiunque può esprimere valutazioni e giudizi. Rimango dell'idea che se a dire ciò che ha detto Vecchioni fosse stato un siciliano, non sarebbe accaduto nulla. E, comunque, al di là dei pareri personali, prendiamo il lato positivo della cosa. La sortita di Vecchioni ci sta permettendo di confrontarci per diversi giorni sulla Sicilia. La provocazione almeno a questo è servita.

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  10. Francesco, ti ho gia risposto nel tuo profilo di Facebook. In più ti dico in riferomento a quanto tu scrivi qui che il problema è la parola usata da quel signore nei confronti della mia AMATA terra. Quando dice Sicilia isola di m.... non si riferisce al meraviglioso sole che illumina il nostro cielo, al nostro mare o alla nostra deliziosa cucina ma alla gente che vi abita generalizzando nel modo più vastaso, come si dice dalle nostre parti e più scorretto, fregandosene delle persone oneste di questa terra che ci sono. Ti assicuro che non c'è nulla di positivo in questa triste vicenda perchè ha portato solo rancore. Ciao.

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  11. Non sapevo che l'Italia fosse una Repubblica fondata sui vaneggiamenti dei cantautori: non si smette mai di imparare...

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