venerdì 18 marzo 2016

Antigone: la parità che serve


Un testo imperdibile, che dà parole e sostanza all'auspicio di donne e uomini di buona volontà … (Seguirà recensione.)

           "Si tratta – è la lezione di Antigone – di cambiare radicalmente le forme del vivere insieme tra donna e uomo nella città e nella casa: si tratta di avviarsi verso un reciproco, rispettoso, costitutivo e interessato ascolto dell’altro. L’attualità di Antigone è in questo ricordare – pagando di persona – che la città appartiene anche alla donna, come la casa appartiene anche all’uomo. E’ nel ritrovare nuovi spazi di relazionalità che includano il femminile e il maschile che si può inaugurare un ordine veramente nuovo. Questo è (…) il compito assegnato alla condizione umana dopo secoli di scissione tra il femminile e il maschile. La hybris dell’autoreferenzialità porta distruzione e morte. Antigone è la cifra di ogni rifiuto del pensiero unico, di ogni pretesa di qualsiasi uomo di parlare in nome di Dio. 
L’ordo amoris richiede di ripensare la donna nella città e l’uomo nella casa. Quando la città, le civiltà saranno pensate al femminile o, meglio, al ‘femminile-maschile’ scopriremo possibilità inedite di risposta alle domande della polis: come coniugare gli interessi degli uni con quelli degli altri? E’ ovvio che questo richiede che la presenza della donna non sia episodica o aggiuntiva, ma venga percepita come costitutiva del pensiero politico (…). 
Giusi Nicolini - Sindaco di Lampedusa
Far risuonare nella città la voce dei corpi morti, di coloro che non hanno voce, è passione spontanea e vibrante del corpo femminile, fatto per custodire la vita nel tempo del silenzio. 
Come ci insegna la storia, la città governata solo da maschi (…) imbocca facilmente le strade della prevaricazione e della morte. Sembra che il futuro della città o sarà femminile o non sarà: la città ha estremo bisogno della presenza della donna per essere ripensata nella dimensione dell’oikos, e cioè degli affetti. (…) 
E quando la donna varca la soglia della città, l’uomo ritorna a casa. (…) La presenza, l’avvicinamento (anche fisico) dei padri con i figli, anche in tenera età è – e sarà – una delle novità più luminose e feconde della postmodernità.(…)
 Antigone non è rimasta sola. Quante vite, quante donne debbono essere sacrificate prima che la città apprenda la legge non scritta nella polis, ma inscritta nel corpo di ogni donna: “Sono nata non per odiare, ma per amare”? (verso 523). E’ chiaro, allora, che non è la donna ad avere bisogno di andare nella polis per realizzare pienamente se stessa, ma è la polis che ha necessità della donna per diventare (più) umana."

da:  La Grazia dell’Audacia, per una lettura gestaltica dell’Antigone, di  Giovanni Salonia (Il Pozzo di Giacobbe, Trapani, 2012, €8, pagg. 28/31)

4 commenti:

  1. Ed è una grazia leggere queste cose, in tempi così complessi dove tutto, anche l'acquisito, sembra sgretolarsi. Come ho citato tempo fa, e tu con cura in questa recensione sviluppi, “La disputa continuerà finché gli uomini e le donne non si riconosceranno come simili”. (Simone De Beauvoire)

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  2. @Santa S: ottima la citazione. aggiungerei che uomini e donne devono riconoscersi come simili, diversi e complementari ... Buona domenica! Un abbraccio.

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  3. Antigone è un personaggio immortale, ancora oggi di un'attualità incredibile.

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    1. E' così: recensirò infatti l'intrigante saggio di Salonia.

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