domenica 20 marzo 2016

Domenica delle Palme: la passione che serve

      "Qualche parola soltanto perché la Passione del Signore si commenta da sé e parla al nostro cuore, sfaccettando questo volto della nostra umanità che accompagna Gesù alla croce: tutti aspetti diversi di una nostra umanità che è capace di morte, di dare morte. E di scontrarsi con questo volto, quello di Gesù, che invece ci vuole dare vita, e ce la dà sino alla fine.
Voi sapete che i quattro evangelisti fanno finire la Passione di Gesù con parole diverse: Matteo e Marco chiudono la passione con quel ritornello che abbiamo citato dal salmo 21: Dio mio, Dio mio perché mi hai abbandonato.  (...) Matteo e Marco hanno sigillato così anche tutti i nostri interrogativi dinanzi a Dio, quando abbiamo un senso di abbandono.
Luca, invece, attenua questa sofferenza, la attenua perché mette in bocca a Gesù parole una più bella dell’altra. La penultima parola è che Gesù, innalzato sulla croce, dice: Padre perdona loro perché non sanno quello che fanno … Gesù fa finta di non capire quello che siamo. Dice che siamo inconsapevoli tante volte di quello che noi facciamo, quando ci facciamo del male. Oppure l’ha capito per davvero: noi non ci rendiamo conto del male di cui siamo capaci. E Gesù dice: Padre, perdona loro … Questa condizione non lo separa dal Padre, ci include col suo atteggiamento di perdono, ci include in questa relazione col Padre: Niente ci può separare da Lui, neppure il nostro rifiuto – poi commenterà Paolo.  (...)
E l’ultima parola è per quell’assassino, che era accanto a lui. Come a dire: La tua vita ormai è finita, tutto potrebbe chiudersi qui, nella condanna che gli uomini ti hanno inflitto … Eppure c’è ancora una possibilità: fino alla fine Dio farà l’impossibile per farsi varco dentro il nostro sepolcro, per inondarci della sua luce, per darci la sua vita: Oggi sarai con me in Paradiso.
Ed è qui che si chiude la Passione secondo Luca. Dicevamo all’inizio che Gesù era stato acclamato come figlio di Davide, come l’imperatore che finalmente deve comandare su tutti. Mentre nel Vangelo di Luca (...) Gesù viene appellato come il figlio dell’uomo, fino alla fine il figlio dell’uomo deve molto patire: se deve stare con gli uomini deve avere tanta pazienza con la nostra umanità.
Ed è qui che Gesù ci dà il suo Vangelo, la sua bella notizia: Lui non è figlio del re, non è figlio di Davide, non è il supremo dominatore che si impone sulla nostra umanità, ma è il figlio dell’uomo che ha voluto essere dentro e accanto alla nostra sofferenza, accanto anche al nostro rifiuto. Tutto questo non è sufficiente per neutralizzare, per annullare la sua passione di amore per ciascuno di noi.
Ed è questa la passione che noi celebriamo. Non la passione come sofferenza, ma la passione d’amore che rende Gesù capace di subire, accettare e superare anche la passione/sofferenza. Non ci interessa la sofferenza: ci interessa la sua passione di amore. 
Ed è quella che stiamo celebrando, quella che è ancora viva, quella che sopravvive anche alla morte e che poi chiamiamo risurrezione: cioè l’amore che non soccombe, l’amore di Dio che non soccombe alla morte. Ed è l’amore che vorrebbe comunicare anche a ciascuno di noi. Ma qui siamo nel miracolo più bello e più grande, dobbiamo solo attrezzarci ad accoglierlo e farlo nostro."

 (il testo, pronunciato il 20.3.2016 nella chiesa di san Saverio a Palermo, non è stato rivisto dall'autore, don Cosimo Scordato: errori o omissioni sono della scrivente, Maria D’Asaro, che si assume pertanto la responsabilità delle eventuali imprecisioni e manchevolezze della trascrizione)

3 commenti:

  1. L'incipit del tuo posto ... "una nostra umanità che è capace di morte, di dare morte", è la condizione prima di questa nostra civiltà allo sbando. Anche oggi una giornata di lutto e pianti per tante, troppe famiglie carissima Maria.

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  3. E meno male che dovrebbe essere l'anno della misericordia...
    quanto viene usata questa parola, misericordia...
    sono convinta che nel nostro universo ci siano umanoidi più buoni che cattivi, il mio sogno è che si apra la porta Santa e porti un po di pace in questo pianeta...è un sogno...
    Ma in questo tuo blog la bontà esiste, non è un sogno...
    Ti voglio tanto bene cara Maruzza !!!

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