venerdì 1 aprile 2016

Se vivere diventa un evento …

        Tutto per i vostri eventi! – recitava pomposamente il cartello posto davanti a un negozio di rosticceria, a Palermo. ‘Evento’ è il participio passato derivante dal verbo latino ‘evenire’, che significava ‘venir fuori’, e quindi accadere: è dunque un fatto che è accaduto o può accadere, venir fuori dall’indeterminatezza del caso. Oggi però il termine ha assunto in prevalenza il significato di evento rilevante e chiassoso. Così, influenzata dai modelli di vita esibiti dai media, ormai la gente non si accontenta più di vivere, ma ha bisogno di eventi: un incontro, un bimbo che nasce, un qualsiasi anniversario non sono più semplici tappe dell’esistenza, ma si trasformano in ‘eventi’, celebrati da video, foto e commenti su Facebook. Sarà una collezione di eventi a darci felicità? O non sarà piuttosto la qualità e l’autenticità che sapremo dare alle nostre relazioni, anche umili e nascoste, a rendere piena e felice la nostra vita?
      Maria D’Asaro:  “Centonove” n. 13 del 31.3.2016

6 commenti:

  1. Tutto è fatto di esteriorità ormai, e chi mette dentro orpelli e più vince ...al di fuori da ogni gesto spontaneo, emotività, affetto...
    Mi viene una sensazione di tristezza infinita nel pensare a certe cose...
    Bacio della buona notte amica cara

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    1. @Nella Crosiglia: condivido il tuo pensiero e le tue sensazioni. Buona giornata e un abbraccio.

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  2. Osservazioni profondamente vere che ci riportano, da una parte, alla spettacolarizzazione di tutto ciò che riguarda la vita delle persone – anche gli affetti e le realtà più intime – e ci mettono in guardia, dall’altra parte, dalla banalizzazione del linguaggio e di termini – come “evento” – molto impegnativi, anche dal punto di vista filosofico. Grazie e buona domenica.

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    1. @Rossana Rolando: grazie della condivisione. Buon fine settimana e cordiali saluti.

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  3. Evento è una parola che detesto e che cerco di usare meno possibile, proprio perché molto inflazionata e usata a sproposito.

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