martedì 6 settembre 2016

San Francisco

Silvia Pareschi (foto dal suo blog ninehoursofseparation)
     "Lo dicono tutti: da quando sono arrivati i techies, San Francisco non è più quella di una volta.
Ora, tanto per cominciare, bisognerebbe capire cosa si intende per “quella di una volta”. La Beat Generation risale ormai a due generazioni fa, e sono passati cinquant’anni da quando gli hippy si divertivano con le droghe leggere prima di finire massacrati dall’eroina. Da allora la città ha cambiato pelle ancora tante volte, sempre fedele alla sua vocazione di frontiera, (…) San Francisco è rimasta estrema e un po’ selvaggia come ai tempi in cui era la frontiera della corsa all’oro. Dev’esserci qualcosa nell’aria, la polvere delle ossa dei cercatori d’oro che si mescola al vento dell’oceano e crea un’alchimia che rende tutto estremo, libertà, follia, genio, ricchezza, miseria. E tutti vengono qui attratti dall’estremo, ma dopo che hanno smesso di diventare beat, hippy o predicatori folli sono tornati a cercare quello che cercavano i cercatori d’oro: la ricchezza. (…) 
Oggi i gonfiatori della bolla hanno un nome: techies. Per gli abitanti della San Francisco pre-bolla, i techies sono i giovani automi che lavorano per i leviatani della tecnocrazia e guadagnano stipendi sproporzionati a quelli della gente in carne e ossa. I techies sono i responsabili della follia immobiliare che ha trasformato la città in un dormitorio per ricchi. I techies sono gli occupanti dei pullman privati dai finestrini oscurati, i famigerati “Google bus” che rubano le fermate agli autobus puzzolenti e ritardatari del trasporto pubblico. La frontiera di oggi, il nuovo esperimento in atto nel luogo dove nasce il futuro, è la corsa alla tecnologia che sostiene di voler rendere il mondo un posto migliore, ma che qui, per il momento, ha solo contribuito a spazzare via la classe media e a creare un mondo brutalmente diviso a metà tra ricchi e poveri."

(da: I jeans di Bruce Springsteen, e altri sogni americani (Giunti, Milano, 2016, €15) di Silvia Pareschi: imperdibile raccolta di storie che, sotto una veste scanzonata e leggera, ci svela dell’America a stelle e a strisce molto più di un libro di Storia.
Leggere per credere! Segue recensione)


2 commenti:

  1. Grazie Maruzza! In effetti era proprio quello che volevo fare, svelare qualcosa di poco noto ma cercando sempre di divertire i lettori. Sono proprio contenta che ti sia piaciuto :-)

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    1. @Silvia: ci sei riuscita alla grande! Ho letto tre volte alcune storie ...

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