lunedì 19 dicembre 2016

Insegnare la felicità

Il violinista blu - Marc Chagall (1947)
     Sebbene datato (scritto l’11.12.2015), ecco l’interessante articolo sul “Corsera” di Emanuela Di Pasqua: “C’è una scuola elementare vicino a Birmingham, in Inghilterra, dove i bambini non imparano solo a leggere e a far di conto, ma dove si insegna l’arte della felicità. Qui «happiness» è una materia curricolare, un’ora di lezione accanto alle altre. Tutto è cominciato dopo la morte di un genitore che aveva quattro figli nella scuola; la scuola allora ha chiamato Jules Mitchell, «coach» esperta in resilienza, la capacità di rispondere positivamente ai traumi. La Mitchell ha allestito un Happiness/Lab per aiutare lo staff scolastico a gestire il grave lutto che aveva colpito i bambini: canzoni gioiose urlate a squarciagola, giochi di gratitudine, corsi di autostima, danza liberatoria e meditazione; (…) gli insegnanti hanno imparato le tecniche migliori per aiutare i bimbi a stare meglio con se stessi.” 
     Un’ora di felicità? La buona scuola potrebbe averne bisogno.
             Maria D’Asaro, “100nove” n.47 del 15.12.2016



8 commenti:

  1. Perfettamente d'accordo.

    Peccato che per "buona scuola" oggi si intende un sistema, coadiuvato da una legge, che produce paradossalmente una pessima scuola. E non si vedono all'orizzonte segni di cambiamenti di rotta...

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    1. Giancarlo Russo: grazie della visita e dell'apprezzamento. Condivido - da docente - le sue critiche a quella che un pò troppo pomposamente è stata definita "buona scuola". Critiche costruttive espresse, ad esempio, qui http://maridasolcare.blogspot.it/2016/07/ptof-e-rav-inutili-senza-li-care.html e qui: http://maridasolcare.blogspot.it/2016/07/bonus-si-o-no-questo-e-il-problema.html. Saluti cordiali.

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  2. Impresa molto difficile quella di trasmettere “l’arte della felicità”… bisognerebbe possederla… Come insegnante mi accontenterei di riuscire a dare qualche strumento intellettuale per decodificare un pochino se stessi e la complessa realtà in cui viviamo, per liberare la mente da strettoie, pregiudizi, chiusure e mettere sulle tracce di un sapere inteso come continua ricerca (anche della felicità). Grazie della provocazione. Buona serata, Rossana.

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    1. Rossana: sicuramente tentare di "insegnare" la felicità vuole essere una provocazione positiva. Ottima la sua ricetta ... Buon Natale da Palermo, Maria.

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  3. Oh, l'adorabile Mary Poppins! Intanto in alcune scuole californiane si insegna la meditazione, e sembra che ai bambini faccia benissimo.

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    1. Silvia: non so quante volte ho visto "Mary Poppins" che è adorabile ...

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  4. Fossi un'insegnante l'introdurrei immediatamente, soprattutto per il corpo docente. Sento solo insegnanti frustrati... Dovresti presentare il progetto.
    Baci

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    1. Santa S: l'insegnante frustrato è una rovina per gli alunni ... Un abbraccio e ancora Buon Natale!

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