giovedì 8 giugno 2017

Sicilia: terra d'a-mare ... con filosofia

Castellammare del Golfo, 1-4 giugno 2017: 4° festival di "filosofia d'-amare".






Augusto Cavadi  lo ha magistralmente riassunto qui, nel suo blog.













Ecco una sintesi della felice narrazione cavadiana, corredata da mie foto e da un video:

"La Quarta edizione della Filosofia d’a-Mare a Castellammare del Golfo dal 1 al 4 giugno (...) è andata bene, anzi benissimo. Addirittura meglio dell’anno scorso e la soddisfazione espressa da tantissimi partecipanti mi ha reso felice. (...)


Il “buongiorno” si è visto già al “mattino”, anzi – per essere precisi – al tramonto: la passeggiata filosofica inaugurale delle 18,30 del primo giorno ha ancora una volta attestato il miracolo della fioritura di tanti bei pensieri socializzati da uomini e donne che non sono del mestiere e che spesso non sono neppure inclini a intervenire in pubblico. Avevo, in pochi minuti, suggerito di meditare sul mare (che si stendeva, calmo e luminoso, ai nostri piedi nella piazzetta antistante l’hotel): e ben presto nelle due soste successive i semini gettati hanno suscitato un’abbondante raccolta di considerazione sul tema.


Il giorno dopo si sono svolti tre laboratori di con-filosofia.

Giorgio Gagliano ha condotto un seminario assai suggestivo sulla teoria platonica del Bello assoluto (…): una teoria che, a suo parere, consente di leggere in profondità il film di Sorrentino su “La grande bellezza”. Luigi Lombardi Vallauri ha esposto, col rigore intellettuale e la verve umoristica ben noti, le sue tesi “animalistiche”, illustrando con efficacia le ragioni etiche per un rispetto dei nostri fratellini senzienti minori che possa arrivare alla scelta del vegetarianesimo o, addirittura, del veganesimo. Un interesse straordinario ha poi suscitato la riflessione di Orlando Franceschelli sulla spiritualità, sobria ma ben solida, di un ateo o piuttosto (come ha preferito autodefinirsi in positivo) di un “naturalista” che ritiene di avere una interpretazione “plausibile” (se non “vera” del mondo) e di essere disposto a dialogare con chiunque sia portatore di visioni-del-mondo altrettanto “plausibili” (cioè non in contrasto con le certezze scientifiche e costruite con una coerenza logica minimale).

Giorgio Gagliano già la sera stessa di venerdì 2 ha tenuto una conversazione su J. S. Bach al Teatro comunale di Castellammare, conversazione preceduta e seguita da sue esecuzioni musicali davvero toccanti sia con il pianoforte che con il violino.





Un’altra assemblea plenaria (…) nella splendida cornice del castello normanno che dà il nome alla città che ci ha ospitato), è stata convocata per sperimentare un’altra ‘pratica’ filosofica: la “disputa a due”, il confronto dialettico.  Tema del “contendere”: cosa rende simili, e cosa irriducibilmente dissimili, il mestiere dello psicoterapeuta dal mestiere del consulente filosofico. Marta Mancini (attuale presidente nazionale di “Phronesis”) è stata molto brava nel marcare il territorio della consulenza filosofica diradando ogni equivoco su presunti intenti terapeutici: il filosofo non fa diagnosi e tanto meno prescrive cure, ma si offre come specchio per chi voglia dialogare con qualcuno che lo aiuti a riflettere da altri punti di vista sui grovigli esistenziali che sta (eventualmente) attraversando. Ma Pippo La Face non è stato meno bravo nel de-costruire l’immagine diffusa (e non sempre  a torto) dello psicologo come “a metà fra lo sciamano e l’ortopedico”, rivendicando per la sua professione uno sguardo olistico che non trascuri il contesto socio-culturale nel quale in paziente si trova a vivere e a soffrire.



Luigi Lombardi ha allargato lo sguardo meditativo dal regno animale al paesaggio marino nel corso della meditazione prevista il mattino dopo;


Una meditazione in contemporanea con la meditazione di Orlando Franceschelli (a partire da “La ginestra” di Giacomo Leopardi) nella quale egli ha potuto per così dire esemplificare in una testimonianza storico-esistenziale ciò che può essere la spiritualità di un “laico “.


Davide Miccione ha tenuto, in plenaria, una davvero brillante conversazione su che cosa sta succedendo (…) in molti filoni della filosofia contemporanea. A partire dal suo denso “Ascetica da tavolo. Pensare dopo la svolta pratica” (Ipoc, Milano), egli ha mostrato le ragioni per cui va maturando un’insofferenza crescente non verso il modo accademico di fare filosofia (che è pur un modo necessario e legittimo), ma verso la pretesa accademica di avere il monopolio esclusivo del modo di fare filosofia. Molto in sintesi, Miccione ha evidenziato il passaggio dalla filosofia (come sostantivo che segna orti privati gelosamente circoscritti) al filosofare (come verbo, come processo, che indica un movimento rispetto a cui tutti e tutte, indipendentemente dalla nostra collocazione sociale e professionale, siamo titolari di diritti e di doveri).

Domenica 4 la maggior parte degli iscritti si è concessa una gita molto bella (…) alla Riserva naturale dello Zingaro.







Con ammirevole coraggio, dopo sette ore di sole e di mare, i nostri eroi hanno avuto la forza di partecipare alla tavola rotonda che ha concluso – potremmo dire a meraviglia – questo festival. Come ha ben spiegato nell’introduzione Francesco Seminara, leader del “Gruppo noi uomini a Palermo contro la violenza sulle donne”, ci si proponeva di analizzare la violenza sulle donne da angolazioni disciplinari differenti per averne un quadro descrittivo e interpretativo quanto meno incompleto possibile. Ha iniziato Stefano Ciccone, fondatore del movimento nazionale “Maschile plurale”, che – riprendendo in parte i temi da lui esposti magistralmente nella conferenza tenuta nel Castello al secondo giorno del Festival  sulla possibilità di essere maschi senza essere maschilisti – ha mostrato con grande efficacia la necessità di risalire dagli episodi di cronaca quotidiana ai “modelli culturali” (condivisi da tutti e da tutte, non solo dagli uomini maltrattanti) secondo i quali il maschio è tale in quanto protegge, e per ciò stesso controlla e domina, la donna. 


Con la lectio magistralis di venerdì che nella tavola rotonda di domenica Stefano ha avuto la possibilità di offrire non solo una splendida testimonianza di vita ma anche una sintesi fluida e fruibile del suo importante (anche se per molti lettori troppo impegnativo) volume “Essere maschi tra potere e libertà”.                                                                                          Augusto Cavadi

(A seguire,  ottimi spunti di riflessione di Chiara Zanella, Aurora Mineo, Augusto Cavadi, Giuseppe Burgio. Ricordo che la sintesi del convegno è tratta dal blog del prof. Cavadi dove può essere letta per intero).



4 commenti:

  1. Che meraviglioso corredo iconografico e sonoro, Maruzza ! Sei sempre preziosa !!!

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  2. Splendide immagini di un'esperienza sicuramente molto ricca dal punto di vista "filosofico", umano, estetico... Un caro saluto.

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  3. Una confezione davvero squisita, per un contenuto fresco e interessante. Grazie per questa generosa condivisione, al "produttore" e al prestigioso "scatolificio" Mari da solcare. Un abbraccio a entrambi.

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