venerdì 25 agosto 2017

Cercando il tesoro nascosto


          (…) Facciamo un’immersione in queste due concise, splendide parabole di Gesù, che ci parlano di questo tesoro nascosto, di questa perla preziosa. Cosa è il tesoro nascosto, cosa è la perla preziosa? Ecco, care sorelle e fratelli, il tesoro nascosto è Dio, nascosto nella nostra vita, nascosto nella nostra vita, nascosto nel nostro mondo e nelle persone che incontriamo ogni giorno. (…) Il mondo visibile che noi contempliamo, tocchiamo con mano ogni giorno, tante volte ci esalta, tante volte ci delude, questo mondo – della storia, della creazione, della vita degli uomini – è sostenuto dall’interno da questa presenza di amore con la quale Dio ci vuole venire incontro. Il mondo esiste perché noi possiamo incontrare Dio. E possiamo incontrarlo in ogni cosa, stupircene, e tirarlo fuori in ogni incontro della nostra vita. Non sprecare la preziosità della vita di ciascuna persona, di ogni incontro, di ogni ricerca, di ogni atto impegnativo che ci vede orientati nel cammino della giustizia, della verità, della bellezza …
        Credo che la cosa più bella che queste parabole ci vogliono regalare è questo senso di stupore: stai vedendo un bambino? Scopri Dio in questo bambino, Dio che si fa bambino… Stai incontrando una persona? Scopri Dio in questa persona, anche se a volte questa presenza sembra così offuscata, così compromessa (…).
        Siamo invitati a questa scoperta bella che il Vangelo ci offre, la bella notizia di potere guardarci in faccia e ognuno nell’altro cercare Dio: cioè quella dimensione sempre più grande, sempre più bella, sempre più giusta, sempre più vera che non si può rinchiudere in nessuna esperienza concreta, ma che ogni esperienza concreta ci può lasciare intravedere quanto più si apre, quanto più resta aperta a questa continua ricerca del sempre più grande e del sempre più bello.
        In chi? In ciascuno di noi! Questo è il Vangelo, questa è bella notizia che ci apre gli occhi, che ci induce alla meraviglia, alla gioia di continuare a vivere nonostante tutto, di continuare a lasciarci aprire gli occhi da Dio. Il tesoro nascosto è Dio stesso, dentro ogni cosa, dentro ogni persona, dentro ogni avvenimento. Qualche volta è nascosto nel senso che noi lo occultiamo, lo blocchiamo; qualche volta è nascosto perché è presente in punta di piedi. Qualche altra volta è nascosto perché fa 
appello al senso del mistero che si addice all’esperienza umana, mai esausta e mai esauribile. (…)
        Il Regno dei cieli – Dio – è simile a un tesoro nascosto in un campo … Siamo disposti a scavare nel campo? Ad aprire la conchiglia per trovare la perla preziosa oppure vogliamo consumare tutto alla superficie, come se la realtà ci lambisse appena e poi ci lascia tali e quali? Scrutare le profondità di Dio significa appunto cercare la sua invisibile presenza nella visibilità e nella tangibilità di tutto ciò che noi viviamo e che costituisce la sostanza della nostra esistenza. Se è così, allora la bella notizia del Vangelo deve brillare sui nostri volti e sui volti degli altri.
        Ed è a questo che siamo chiamati, care sorelle e fratelli. E’ un bellissimo esercizio, come se dovessimo chiederci ogni volta che vediamo un bambino: dov’è Dio nascosto in questo bambino? Tutte le potenzialità, tutta la freschezza, tutta la sua gioia di vita … Un incontro di coppia, la persona che amate, da cui siete amati … (…) La vita familiare, i rapporti familiari, i rapporti di amicizia, i rapporti di lavoro, i rapporti di familiarità, di incontro … Cosa dobbiamo sprigionare ogni volta? E’ l’esercizio più difficile, perché facilmente vorremmo chiudere la partita. (…)
         Sostenuti da quest’annunzio, disponiamoci a dispiegare il senso della nostra vita, ad allargare l’orizzonte dei nostri incontri, dei nostri desideri autentici, delle nostre ricerche perché il Dio a cui siamo invitati (…) è sempre più bello e più grande di quello che abbiamo compreso o che rischiamo di contenere dentro di noi: la presenza di Dio è incontenibile, è troppo grande perché possiamo 
chiuderla nella esperienza di noi stessi soltanto, abbiamo bisogno di tutto il mondo degli uomini, di tutto il mondo della creazione per pensarlo nella maniera meno inadeguata possibile. E intravedere che qualcosa di sempre più grande ci attrae e ci richiama a sé, come il Vangelo ci suggerisce. (…)

(sintesi dell’omelia pronunciata da don Cosimo Scordato il 30.7.2017 a Palermo, nella chiesa cattolica di San Francesco Saverio: errori o omissioni sono della scrivente, Maria D’Asaro, che si assume pertanto la responsabilità delle imprecisioni e manchevolezze della trascrizione)



2 commenti:

  1. Quanta profondità, nelle semplici parole di don Cosimo. Grazie per la condivisione, anche della colonna sonora in perfetto accostamento. Buona serata e buona settimana.

    RispondiElimina
  2. Grazie a Cosimo e a Battiato. Buona serata e buona settimana anche a te.

    RispondiElimina