martedì 31 ottobre 2017

No al Natale ad Ottobre

            Fino a qualche giorno fa andavamo a prendere il sole a Mondello. Solo da poco abbiamo ripristinato l’ora solare; non abbiamo completato il cambio stagione e fa ancora caldo. Non siamo ancora andati a raccogliere le castagne e abbiamo da poco spento gli ultimi roghi. Ci stiamo preparando ad andare al cimitero a ricordare i nostri morti. Davvero, non siamo ancora pronti  … a pensare al Natale.  Abbiamo bisogno di un tempo di silenzio, di quiete tra la frenesia di un evento e l’altro, tra il Ferragosto e lo spumante di Capodanno. E quindi, signori commercianti, per favore, non riempite già adesso le strade di luminarie natalizie. Non le vogliamo. Non hanno senso. Oltre a essere fuori tempo, sono anche brutte e inquinanti. Sindaco Orlando, signori Consiglieri comunali, si potrebbe emettere un’ordinanza che le vieti prima dell’1 Dicembre? Chissà, magari potremmo essere di esempio, in Italia: Palermo, città che promuove una scelta ecologica, oltre che di buon senso …

domenica 29 ottobre 2017

Abbraccio

L'Albero della vita - Gustav Klimt



Abbraccio:
Ricompensa dovuta
A ogni creatura
Per la fatica di vivere.
Abbracciami …     

venerdì 27 ottobre 2017

Il bus? E’ cosa nostra ...

         Priva di una dignitosa rete ferroviaria, all’interno della Sicilia i collegamenti avvengono soltanto tramite la rete stradale, con auto private o con bus di linea. Per molti prendere l’autobus è una necessità quotidiana; per l’avventore occasionale –  isolato rispetto agli altri passeggeri, che si conoscono tra loro e passano il tempo parlottando in dialetto -  il viaggio in corriera, ad esempio tra le province di Palermo e Agrigento, diviene un’esperienza particolare. La rivelazione più sorprendente è la prassi dell’autista: mentre guida,  non lesina a nessuno due chiacchiere o una battuta; su richiesta, concede quasi dappertutto fermate non previste e magari glissa su qualcuno che non ha moneta per pagare il biglietto. Col finestrino abbassato, si accende persino una sigaretta. Per spegnerla solo dopo le proteste di una signora con l’accento emiliano che gli rammenta il divieto. Esclamando comunque, indispettito: “Ma si chidda era assittata dda sutta, comu ci arrivava lu fumu?”

                                                                               Maria D’Asaro, “100NOVE” n.41 del 26.10.2017

domenica 22 ottobre 2017

Telefono … casa


      A Palermo, come altrove, avere in casa il telefono fisso è ormai un’eccezione: dove resiste, è considerato un cimelio, un ricordo del tempo che fu. Ormai, dal ragazzino all’arzilla novantenne, ciascuno ha il suo smartphone. Ma la quasi scomparsa del fisso a vantaggio dei telefoni personali ha comportato un’ulteriore virata della società verso l’individualismo esasperato: il cellulare ha fatto crescere a dismisura l’io solitario, legato alla propria rete di relazioni; laddove il telefono unico era il collettore di una comune rete familiare di relazioni note e condivise. 


                         

                       A questo proposito, il filosofo Davide Miccione, nel manuale “Guida filosofica alla sopravvivenza” ricorda:
L’idea che le cose dipendano esclusivamente dall’utilizzo che noi (…) abbiamo deciso per esse, è una forma parodistica e mentecatta di idealismo. (…) In fondo ciò che manca è il rispetto nei confronti delle cose, di ciò che ci possono dare, come di ciò che ci possono togliere”.






                         Maria D’Asaro, “100NOVE” n.40 del 19.10.2017

venerdì 20 ottobre 2017

Buon onomastico Irene!





Oggi Irene ha qualche anno in più!
E' mammina di due splendidi maschietti e ... referente GLI - Gruppo di lavoro per l'Inclusione - in una delle scuole dove lavora.

martedì 17 ottobre 2017

Daphne, che noiosi gli umani ...

La storia si ripete, sempre uguale.
Ma quanto siamo noiosi, noi umani, nella nostra vile condotta assassina:
Daphne Caruana Galizia
Una blogger/giornalista maltese, Daphne Caruana Galizia, indaga e denuncia il convolgimento di persone importanti in traffici fiscali non trasparenti. Quindici giorni fa  denuncia alla polizia di essere  minacciata. Ieri è stata assassinata: la sua automobile è esplosa, forse a causa di una bomba azionata a distanza.
Il figlio di Daphne, a Malta, denuncia:
“ Siamo in uno Stato mafioso...dove vieni fatto a pezzi per il solo fatto di esercitare i tuoi diritti fondamentali e le tue libertà». 

Sono alcuni passaggi dello sfogo su Facebook di Matthew Caruana Galizia, figlio della giornalista e blogger 53enne, Daphne Caruana Galizia, uccisa ieri a Bidnija, nell’isola di Malta, da una bomba che ha fatto saltare in aria la sua auto. Il giovane lancia pesanti accuse, parla di «cultura dell’impunità» proliferata nell’isola dopo l’arrivo del premier Joseph Muscat, che definisce un «pagliaccio» «che ha riempito il suo ufficio di corrotti, la polizia di corrotti e imbecilli, i tribunali di corrotti e incompetenti». 
Daphne col figlio Matthew
«Mia madre è stata assassinata - prosegue - perché si è trovata in mezzo tra lo stato di diritto e coloro che hanno cercato di violarlo, come molti giornalisti coraggiosi. Ma lei è stata colpita perché era l’unica a farlo. Questo è ciò che accade quando lo Stato è incapace: l’ultima persona che rimane in piedi spesso è una giornalista. E quindi è la prima persona che deve morire». (da La Stampa)

"La giornalista e blogger Daphne Caruana Galizia è rimasta uccisa questo pomeriggio nell’esplosione della sua auto a Bidnija, nella parte centro-settentrionale di Malta. (...) La giornalista aveva indagato sul coinvolgimento di personalità maltesi nei cosiddetti Panama Papers (in particolare sui Malta Files). Galizia era stata in prima fila quando dalle carte spuntò il nome della moglie del premier laburista maltese, Jospeh Muscat, che ha sempre respinto ogni accusa. La donna avrebbe avuto delle proprietà nei paradisi off-shore.  (...)
L’emittente Tvm riferisce che la giornalista 15 giorni fa aveva denunciato alla polizia di essere stata minacciata. Il premier Joseph Muscat ha condannato l’episodio parlando di attacco «barbaro»: «Tutti sanno quanto Galizia fosse critica nei miei confronti, ma nessun può giustificare questo atto barbaro». Galizia era stata denominata «una donna Wikileaks» da Politico, che l’aveva inserita tra le 28 personalità che «stanno agitando l’Europa». 




Addio, Daphne. 

Chissà se adesso puoi chiacchierare con Anna Politkovskaja , anche lei barbaramente assassinata nell'ottobre di undici anni fa ... 

lunedì 16 ottobre 2017

L’abbraccio tra errante ed errore

        Nella cultura e nella prassi nonviolenta viene sottolineata la distinzione tra colpa e colpevole: Gandhi, inflessibile nella denuncia delle “colpe” dell’impero britannico, era poi capace di negoziare soluzioni con gli occupanti inglesi. Esiste un simile atteggiamento in ambito cattolico, espresso già da Giovanni XXIII con la nota distinzione tra “errore” ed “errante”, e oggi ripreso da papa Francesco, che ha fatto della misericordia uno dei suoi vessilli pastorali. Ma perché le nostre azioni negative siano riconoscibili e non siano reiterate all’infinito è necessario ribadire l’inscindibile unità tra errore ed errante: il divieto di posteggiare in seconda fila (l’errore) diviene un peso sociale perché s’incarna in qualcuno (errante) che compie quest’azione deleteria. E allora lo sforzo della società deve essere quello di tenere sempre insieme la dimensione astratta e concreta di un’azione civilmente riprovevole. Evitando i due estremi: l’incapacità di mettere a fuoco la negatività teorica e il linciaggio dei colpevoli.

                                                                               Maria D’Asaro , “100NOVE” n.39 del 12.10.2017

venerdì 13 ottobre 2017

E vissero felici e contenti ...



Per una serena vita di coppia:

a) Avere una buona intesa affettivo/sessuale
b) Essere fedeli
c) Non essere troppo diversi per cultura,                   estrazione sociale, visione del mondo
d) Non prendere niente troppo sul serio: vivere         con leggerezza ciò che capita
e) Sforzarsi di mettersi nei panni dell’altro: in          particolare guardare le cose da un punto di          vista maschile, se donna, e viceversa
f) Non pretendere dall’altro la felicità
g) Distinguere l’amore dall’innamoramento, fase       esaltante, ma transitoria
h) Percepire l’altro come un dono, verso cui            nutrire rispetto e gratitudine
i) Non pretendere di cambiare l’altro/l’altra:         accettarlo con i suoi pregi e i suoi difetti
j) Essere disponibili ai cambiamenti

                                                                                                                     
I punti d, e, f, h, i, j valgono a prescindere da un legame di coppia.

E, comunque, essere capaci di vivere da soli …
                                                                                                       (Mari da solcare)

martedì 10 ottobre 2017

Papà

Luciano D'Asaro, secondo da sinistra, Sindaco di Giuliana a fine anni '50



Maestro
di vita,
umile regista fecondo 
di trame politiche virtuose.
Papà.                                   









sabato 7 ottobre 2017

In nome del giudice Falcone

      Dopo la strage di Capaci, il nome di Falcone è stato a volte sfruttato: ad esempio, da chi ha scritto libelli poco significativi o da millantatori di azioni antimafia poco genuine. Tra chi ha utilizzato con onestà il nome del giudice, c’è la "Scuola di formazione etico-politica Giovanni Falcone", fondata a Palermo già nel 1992 da Augusto Cavadi, dal compianto Nino Alongi e da cittadini/volontari che, da allora, offrono occasioni di studio e confronto critico su mafia e antimafia, sulla storia del Meridione e su altri temi cruciali. Nella consapevolezza che: “Non basta ‘andare dove ci porta il cuore’: bisogna usare la testa”, come scrive Cavadi. Che ci ricorda anche l’obiettivo prioritario dell’associazione: “Alfabetizzare i cittadini che intendono resistere alla barbarie e capovolgere i rapporti di potere fra corrotti e onesti. Infatti se la legalità democratica non si organizza e non si dà una strategia, resterà inevitabilmente soccombente e delusa.

                                                                              Maria D’Asaro, “100NOVE” n.38 del 5.10.2017

giovedì 5 ottobre 2017

Kazuo e Alice: penne da Nobel

      Il Nobel per la Letteratura 2017 è stato assegnato allo scrittore giapponese Kazuo Ishiguro, da anni residente nel Regno Unito.
Tra i suoi libri, "Quel che resta del giorno" - da cui è stato tratto il film di Ivory - "Non lasciarmi" e, l'ultimo nel 2015, il fantasy "Il gigante sepolto". "E' una notizia sorprendente e totalmente inaspettata. Arriva in un momento in cui il mondo è incerto sui suoi valori, sulla sua leadership e sulla sua sicurezza. Spero solo che ricevere questo grande onore, anche se nel mio piccolo, possa incoraggiare in questo momento le forze del bene e della pace" - questo il suo primo commento (da La Repubblica).

A proposito di Nobel, ecco la chiusa di uno splendido racconto di Alice Munro, scrittrice canadese, Nobel per la Letteratura nel 1913:

E fu allora che Neal diventò la terza persona alla quale chiesi: - Secondo te che cosa aveva in mente Caro?
La psicologa aveva risposto che non c’era modo di scoprirlo. – E’ probabile che non sapesse nemmeno lei cosa voleva. Attenzione? Non penso che volesse annegare. Forse voleva richiamare l’attenzione su quanto stava soffrendo.
Ruthann aveva detto: - Costringere vostra madre a fare quello che voleva lei? Farla rinsavire e rendersi conto che doveva tornare da vostro padre?
Neal disse:- Non ha importanza. Forse credeva di cavarsela meglio a nuotare. Forse non sapeva quanto possano pesare dei vestiti invernali una volta bagnati. O forse non sapeva che non c’era nessuno in condizione di soccorrerla.
E a mio beneficio aggiunse:- Non perdere tempo. Non starai ancora pensando a come sarebbe andata se ti fossi precipitata a dircelo spero. Non cercherai di convincerti che è stata colpa tua.
Dissi che ci avevo riflettuto, ma no.
- Il segreto è essere felici – disse. – Comunque. Provaci. E’ possibile. Col tempo diventa sempre più facile. Non ha niente a che fare con le circostanze. Non immagini nemmeno quanto sia bello. Accetta quel che viene e la tragedia sparisce. O almeno diventa più leggera e tu ti lasci trasportare dalla vita. (…)

(da: Alice Munro Uscirne vivi, Einaudi, Torino, 2016,€19,50. Il racconto è Ghiaia)

martedì 3 ottobre 2017

Angeli

Leonardo: La Vergine delle Rocce (particolare, l'Angelo)






Angeli:
In silenzio,
con un sorriso,
Gli uni degli altri.
Sempre. 







                                                                                             

domenica 1 ottobre 2017

Madore in Filo/fest: il dono di Tolstoj (e non solo ...)

                    Un grazie speciale a Pippo Furnari, Augusto Cavadi,  Alberto Biuso, Orlando Franceschelli e Giorgio Gagliano che hanno animato a Lercara Friddi, dal 29/9 all’1/10, il week-end di Filosofia per non filosofi. 
Dal volantino di presentazione, il senso dell'iniziativa:
"La filosofia è una materia scolastica che può piacere o meno (...). Ma, nella sua essenza, è desiderio di capire sé stessi, il mondo, la società; di ragionare con la propria testa; di agire liberamente e responsabilmente nella storia. In questo senso è un diritto-dovere di ogni persona umana, indipendentemente dai titoli di studio e dall'età.  Questa I edizione del Festival della filosofia-di-strada vuole essere un’occasione per far assaporare la filosofia come occasione di crescita civile per tutti e per tutte."
    Anima e corpo dei numerosi partecipanti si sono deliziati con passeggiate filosofiche, tavole rotonde, meditazioni condivise e ... ottime specialità della cucina di Lercara.



                                          Passeggiata Filosofica a colle Madore


                                                   La tavola rotonda a Palazzo Sartorio

      Qui la splendida riflessione riproposta da Orlando Franceschelli, a partire da un breve testo di Tolstoj, da lui ribattezzato Il dono di Tolstoj, in linea con la tavola rotonda su “Il dono: ricchezza per chi dà o per chi riceve?”

        Non potrei più rinviare e temporeggiare. Inutile esitare e riflettere più a lungo su ciò che ho da dire. La vita non aspetta. La mia esistenza è già sul declino e a ogni istante può spegnersi. Se posso ancora rendere qualche servizio agli uomini, se posso farmi perdonare i miei peccati, la mia vita oziosa e sensuale, è soltanto insegnando agli uomini, miei fratelli, ciò che mi è stato dato di comprendere più chiaramente di loro; ciò che da molti anni mi tormenta il cuore. Tutti gli uomini sanno, come me, che la nostra vita non è quella che dovrebbe essere, e che reciprocamente ci rendiamo infelici. Sappiamo che per essere felici e per rendere felici gli altri bisogna amare il prossimo come noi stessi e, se ci è impossibile fargli ciò che vorremmo ci fosse fatto, almeno non gli facciamo ciò che non vogliamo sia fatto a noi.
          È quel che insegnano le religioni di tutti i popoli e la ragione e la coscienza di ognuno di noi comandano. La morte dell’involucro corporeo che ogni momento ci minaccia, ci richiama al carattere effimero di tutti i nostri atti; così l’unica cosa che possiamo fare e che può procurarci la felicità e la serenità, è obbedire ogni momento a ciò che la nostra coscienza ci comanda, se non crediamo alla rivelazione; a obbedire all’insegnamento di Cristo, se ci crediamo. In altri termini, se non possiamo fare al prossimo ciò che vogliamo sia fatto a noi, almeno non gli facciamo ciò che non desideriamo per noi. Sebbene tutti conosciamo da molto tempo questa verità, invece d’attuarla gli uomini uccidono, rubano, violentano.
        Così, invece di vivere nella gioia, nella tranquillità e nell’amore, essi soffrono, penano e non provano che odio o paura gli uni per gli altri. Dappertutto, su tutta la terra, gli uomini cercano di dissimularsi la loro vita insensata, di dimenticarsi, di soffocare la loro sofferenza, senza potervi riuscire … (da "Avvenire" del 29.9.16, dove continua il testo)

                                           Particolare della vecchia miniera di zolfo

Oggi pomeriggio infine, dopo la convincente dissertazione di Alberto Biuso su “La taranta: musica, dolore e riscatto”, accompagnata al violino da Giorgio Gagliano e dalla voce di Federica Mantero, Linda Mongelli ci ha offerto dal vivo il ballo della taranta: