martedì 22 maggio 2018

La upper class va in Paradiso

        In una corriera, ascolti due amici - lei psicologa, lui avvocato o magistrato - che discutono con nonchalance di una “certa stanchezza di ispirazione” nell’ultimo romanzo di Alajmo e degli spettacoli al Biondo di Palermo, e poi dell’Edipo a Colono e dell’Eracle, in programma quest’anno al teatro greco a Siracusa; altri li osservi, tonici e spigliati, andare in palestra nuotare in un’elegante struttura sportiva; altri ancora li ammiri entrare, sorridenti e sicuri, al teatro Massimo di Palermo per godere dei virtuosismi della tromba di Fabrizio Bosso, al concerto dell’Orchestra Jazz Siciliana. Li accomuna l’aspetto raffinato e la sicurezza data da tre S: Salute, una buona posizione Sociale e uno Stipendio sicuro a fine mese. A cui si aggiunge una C: quella di Cultura. Non sono i poveri o l’estinta classe operaia, ma è la upper class che oggi va in Paradiso. O, almeno, gode dei suoi surrogati, qui sulla terra.
 Maria D’Asaro


2 commenti:

  1. Saranno anche surrogati ma visto che del Paradiso non c'è certezza… Battute a parte, purtroppo le diseguaglianze sociali sono sempre più evidenti e l'indifferenza di alcuni verso di esse ancora più eclatanti.

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  2. @Daniele: hai colto il senso di quello che volevo scrivere ... Appunto per quello che dici, vorrei che il Paradiso in terra ci fosse per tutti, e non per pochi.

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