sabato 14 luglio 2018

Palermo in festa per la sua "Santuzza"

     Si concludono oggi a Palermo i festeggiamenti in onore di santa Rosalia, patrona della città. Quello di quest’anno è il 394° Festino della “Santuzza”, appellativo devoto e affettuoso insieme con cui i palermitani chiamano la loro patrona. La direzione artistica della festa, inserita tra gli eventi di Palermo Capitale della Cultura, è stata affidata all’attore, regista e scenografo Lollo Franco e all’apprezzatissima fotografa Letizia Battaglia, che hanno scelto come tema conduttore “Palermo Bambina”, privilegiando appunto la rappresentazione di una “Santuzza” bambina, nel periodo in cui matura l’abbandono del lusso della vita di corte, per la consacrazione a Dio.
        Il Festino coniuga tradizione e modernità, sacro e profano e ha il suo culmine la sera del 14 luglio, quando il carro, simbolo dei festeggiamenti, percorre corso Vittorio Emanuele e arriva al Foro Italico. Il carro rappresenterà quest’anno un veliero con due alberi e saranno ben visibili i fiori simbolo di Santa Rosalia, rosa e lilium, in un gioco di colori allegro e fiabesco dedicato alla fanciullezza. 
       L’attore Leo Gullotta sarà la voce narrante del racconto della vita della santa e dei vari momenti della rappresentazione, che comprenderà vari “quadri”: il primo, con la coreografia di Luc Bouy, vedrà la partecipazione del Coro delle Voci Bianche della Fondazione “Orchestra sinfonica Siciliana”; ci sarà poi la Kids Orchestra Band del Teatro Massimo e la presenza di Kitonb Project, compagnia di teatro estremo. Ai Quattro Canti la compagnia catalana de “La Fura dels Baus” racconterà la liberazione dalla peste con una particolare performance e con la partecipazione di numerosi artisti “volontari” reclutati in città. Sempre ai Quattro Canti, ci sarà l’omaggio floreale del sindaco di Palermo Leoluca Orlando. Il Carro poi raggiungerà il Foro Italico dove la festa si concluderà con i Giochi d’artificio.
       Ma chi era santa Rosalia? Secondo la tradizione, Rosalia Sinibaldi (1130-1170 circa), appartenne alla nobile famiglia dei Sinibaldi, figlia di Sinibaldo, signore di Quisquina in provincia d'Agrigento. Visse alla corte di re Ruggero, prima di rifiutare la vita di corte e il matrimonio, per consacrarsi a Dio e vivere da eremita in una grotta sul monte Pellegrino, dove morì. Nel 1625 salvò la città dalla peste e ne divenne la patrona: secondo la tradizione apparve infatti in sogno ad un uomo indicandogli dove avrebbe potuto trovare i suoi resti, che portati in processione in città fermarono l'epidemia. Come gesto di solenne ringraziamento, nel giugno 1625 il cardinale Giannettino Doria fece svolgere la prima festa in suo onore. E, allora come ora, “u fistinu” si conclude con l’acclamazione “Viva Palermo e santa Rosalia!”
Maria D’Asaro, Il Punto Quotidiano

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