venerdì 7 settembre 2018

La mia voce ti cullerà ...

     
R. Guttuso: Rocco e suo figlio (Ermitage - S.Pietroburgo)
         Dal testo di  Dada Iacono  e Ghery Maltese Come l’acqua … (Il Pozzo di Giacobbe, Trapani, 2012, €9): Per un'esperienza gestaltica con i bambini tra rabbia e paura.
(Seguirà recensione)

"Essere affiancato da una figura calda e sicura offre al bambino la possibilità di fidarsi, di lasciarsi andare e di avere più sicurezza. E’ fondamentale quanto l’adulto trasmette. Infatti le paure tipiche dell’età vengono ingigantite se il bambino (…) sente l’ansia e l’insicurezza dei grandi che lo circondano. Poter crescere acquisendo fiducia e sicurezza è il presupposto essenziale che permette al bambino di sentire ed elaborare le emozioni che vive.
La sicurezza del bambino aumenta con l’avvento dell’autonomia, in particolare con la capacità di distendere preventivamente gli eventi nel tempo grazie alla capacità immaginativa, oltre che con l’apprendimento del linguaggio (…) soprattutto il linguaggio  (…)  diventa tramite ed elaborazione di paure che possono essere così nominate e in un certo senso esorcizzate.
Se il bambino sente che l’adulto è capace di cogliere, di ascoltare senza ridicolizzare e senza sminuire il suo racconto, allora potrà nominare (…) le proprie paure portandole fuori di sé, all’interno di una relazione significativa che diventa spazio intimo di condivisione trovando sollievo nelle parole autentiche a lui rivolte. (...)
Proprio la voce ha una funzione rassicurante, sia come ‘culla sonora’, sia come parola dell’adulto che, se pronunciata nel momento giusto e nel modo giusto, raggiunge le emozioni del bambino, i suoi dolori, le sue ansie da sciogliere.
Sono, queste, parole che non possono essere apprese una volta per tutte e ripetute indistintamente, poiché nascono dallo sguardo capace di andare oltre le apparenze e si nutrono della relazione profonda. E’ appunto l’essere in relazione che permette all’adulto di ascoltare il bambino immedesimandosi in ciò che egli sente, e al bambino di essere raggiunto nelle sue emozioni.
Per questo, gli spazi in cui le parole scorrono liquide e vibrano all’interno dell’altro sono da ricercare nella relazione forte, calda, per certi versi ‘terapeutica’. Per l'adulto che allunga lo sguardo al fine di sentire e comprendere. Per il bambino che ascolta e ritrova dentro di sè significati e parole antiche.
(...).
Di fronte al bambino impaurito è importante garantirgli la presenza discreta e solerte, l’ascolto attento, la parola giusta che partecipa al suo stato emotivo, senza tuttavia rimanere invischiati in una risonanza inutile e confusiva. Al bambino serve la sicurezza e la serenità dell’adulto per poter esprimere, senza temere di perdere i confini, i sentimenti forti che lo agitano."
(pagg. 47/49)


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