martedì 18 dicembre 2018

Hanno ammazzato Antonio: Antonio è vivo ...

      Antonio Megalizzi è il giornalista italiano ventottenne ucciso nell’agguato al mercatino di Natale l’11 dicembre scorso a Strasburgo, attentato compiuto dal ventinovenne Cherif Chekatt, che in carcere si era “radicalizzato” nel fondamentalismo islamico. L’azione è stata rivendicata dall’ISIS.

«I giovani come Antonio Megalizzi sono la nuova maggioranza silenziosa: la generazione meglio istruita, più cosmopolita e più globale della storia. I media non si accorgono di loro perché non sono violenti. E il mondo politico non se ne accorge perché i partiti odierni non li rappresentano».
Così ha scritto il giornalista Simon Kuper, Columnist del Financial Times (ringrazio la giornalista Lucia Goracci che ha postato la testimonianza nella sua pagina FB)

Ed ecco, sempre dalla sua pagina FB, la testimonianza di un amico di Antonio, Andrea Fioravanti (ringrazio mio figlio Riccardo Mariscalco per averla condivisa)

Se scrivo è solo perché tutti devono sapere chi abbiamo appena perso. Antonio Megalizzi non era solo un collega o un amico: era un fratello. Antonio era il migliore di tutti noi. Amava la radio, la politica, il giornalismo, l’Europa. Chi non lo conosce non apprezzerà mai la sua voce unica, il suo sguardo ironico sul mondo, la sua grazia ed empatia con le persone, la sua voglia di raccontare la realtà.
Non scorderò mai, mai, mai i nostri discorsi a occhi aperti in un Parlamento europeo vuoto con le luci soffuse, quando tutti erano già andati a cena. C’eravamo solo noi e gli inservienti, fino a tardi a preparare le interviste del giorno dopo, ad arrovellarci su come rendere semplice il linguaggio degli eurocrati per i nostri coetanei. Eravamo lì a sognare di diventare grandi giornalisti. Lui lo era già.
Non scorderò mai come preparava con professionalità, lucidità, con amore da artigiano della parola le dirette e le interviste agli eurodeputati. Riusciva sempre a stemperare la tensione, ad alleggerire, a semplificare. Non scorderò mai quella corsa divertita per intervistare Farage, quegli sguardi complici in mille dirette dal Parlamento per non sovrapporci, le riunioni fiume, le risate, i commenti ironici su whatsapp, i nostri pranzi e cene in mezza Europa davanti a una mensa, un piatto di canederli o un panino di autogrill prima di partire in bus, treno o auto verso la diretta successiva. Ricorderò tutto, anche le nostre chiacchierate con Bartek e i suoi folli tour culturali per Strasburgo che prendevamo in giro ma in fondo amavamo. Ricorderò tutto perché sei vivo nei miei ricordi, nei nostri ricordi.
Ogni giorno degli ultimi tre anni abbiamo costruito da zero un progetto a cui non credeva nessuno. Nessuno. Volevamo raccontare l’Europa e la sua politica ai nostri coetanei.
Antonio non meritava di finire su tutti i giornali per una insulsa pallottola di un terrorista. Meritava di raccontare l’Europa e il mondo come sognava di fare per lavoro. Sognava di farlo per sempre. Sognava un’Europa diversa e io non lascerò morire quell’idea. Noi di Europhonica non permetteremo che tutto sia vano.
Il Parlamento europeo dovrebbe intitolarti mille borse di studio, l’Aula di Strasburgo per la tua voglia, il tuo impegno anche quando non c'erano i soldi ma solo la passione.
Abbiamo perso il migliore di noi. Il migliore. Ho perso un fratello. . Ciao Antonio. Nec flere, nec ridere, sed intelligere. Sarà difficile ma lo farò per te, con la tua ironia. Ti voglio bene. 
Andrea Fioravanti, pagina FB

Infine, ecco le riflessioni ad alta voce, sempre in FB, del dott. Gioacchino La Greca, che condivido:

E così anche Antonio Megalizzi, il bello e povero Antonio giornalista, se l'è cercata! 
Anche lui se l'è voluta, perché alla fine lo hanno ucciso quegli stessi extracomunitari (che poi già era nazionalizzato francese da almeno 10 anni poco importa) che lui voleva fossero integrati e non discriminati.  In una Europa libera e aperta a tutti i popoli.
E la finissero questi falsi buonisti che predicano l'accoglienza degli extracomunitari: sono tutti terroristi, meritano di annegare in mare, e bravo Salvini che chiude i porti, prima o poi toccherà anche a loro...
No, non se ne può davvero più. 
Ci sono così tanti esseri umani ridotti in miseria umana col cervello di un umanoide, di un primate del pleistocene, che ragionano così: sei donna e giri di notte sola? se ti stuprano è colpa tua. 
Sei donna e ti vesti provocante? Se ti aggrediscono in 4 o 5 te la sei voluta. 
Sei giovane e ti piace andare ai concerti di musicademmerda ( così la definiscono gli illuminati): te la sei cercata se muori calpestato dalla calca. 
Sei migrante e nero? è colpa tua che anneghi in mare, stattene a casa. 
Siamo essere umani? (…)

3 commenti:

  1. Riflessioni, stralci, emozioni che vorrei leggere sempre e che forse, o forse tanto, impedirebbero non solo la morte degli Antonio, ma tutto questo sfacelo materiale e soprattutto "immateriale"...

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  2. Condivido il commento di Santa che è anche il mio. Purtoppo ha pagato caro trovarsi al momento sbagliato nel posto sbagliato ma la sua voglia di Europa, la sua voglia di fare giornalismo con la G maiuscola non centrano niente con la tragedia della sua morte e bisogna stigmatizzare senza neanche troppa rabbia ma più con disgusto chi per sport attacca persone come lui e non solo con le solite frasi come " se l'è cercata".

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  3. Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.

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