venerdì 28 dicembre 2018

Palermo, capitale italiana dell'immondizia

        Nostra Signora con l’ecologia era davvero fissata. Da quando, all’inizio degli anni ‘70, aveva recepito le riflessioni del Club di Roma, le quattro R – ripara, riusa, riduci, ricicla – erano il suo vangelo quotidiano. Di ogni cosa si chiedeva: è necessaria? quanto inquina? come si ricicla? Per lei l’acquisto di ogni oggetto, specie se di ‘filiera lunga’ e con conseguente sovraccarico per il pianeta, era un vera tortura.  E poi si sforzava il più possibile di diminuire la quantità dei rifiuti: sebbene la differenziata fosse sconosciuta nel suo quartiere di periferia, da tempo immemore aveva sette contenitori diversi per la spazzatura: batterie esauste, vetro, carta, plastica, olio, rifiuti organici (che conferiva da anni nella compostiera della sua scuola) e indifferenziata, che era davvero poca e portava giù forse ogni sette giorni. Per cui, i mucchi di rifiuti sotto casa, non raccolti da settimane, davvero no, proprio no, non li meritava …
Maria D’Asaro 

1 commento:

  1. Non ci sono abbastanza parole per descrivere tutto ciò.
    Il minimo che si può dire è che è davvero un peccato.

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