martedì 1 gennaio 2019

2019: in marcia!

      Nella scuola dove lavoro attualmente – la  media “G.A.Cesareo” di Palermo –  con le care colleghe Rita Anastasi e Silvia Borruso,  sono responsabile di un laboratorio pomeridiano di scrittura giornalistica, durante il quale un bel gruppo di ragazzi di I, II e III media scrive articoli per il giornale scolastico on line  “Punto e a capo” e per il blog “ClikkiAmo la scuola”.

Ecco l’ultimo articolo su “Punto e a capo”: 

Gli auguri per il 2019 sono stati offerti dalla nostra scuola già il 20 dicembre, con un saggio a cura dell’orchestra formata dal corso a indirizzo musicale e diretta dal professore Giorgio Buttitta. Tra le tante opportunità formative offerte dalla “Cesareo”, infatti c’è anche quella di poter scegliere il corso musicale, dove si può anche imparare a suonare uno strumento – chitarra, clarinetto, pianoforte o violino – potenziando così la propria espressività in campo musicale. 
Tra i brani proposti dal concerto di fine anno, non potevano certo mancare “Jingle Bells”, il valzer di Strauss “Sul bel Danubio blu” e la celeberrima marcia di Radetzky, il brano che chiude tradizionalmente il concerto di Capodanno dell’Orchestra Filarmonica di Vienna. E, come a Vienna, secondo consuetudine, il pubblico presente nell’Auditorium della scuola ha partecipato attivamente all’esecuzione battendo il tempo con le mani, sotto la guida del direttore d’orchestra. Forse non tutti sanno che la tanto amata marcia di Radetzky fu composta da Johann Strauss padre in onore del maresciallo Josef Radetzky per celebrare la riconquista austriaca di Milano dopo i moti rivoluzionari in Italia del 1848. Infatti, il 25 luglio 1848, l’ottantaduenne comandante in capo dell’esercito imperiale, Johann Joseph Wenzel, conte Radetzky Von Radetz (1766-1858), guidò le truppe imperiali in una decisiva vittoria sulle forze sabaude nella località di Custoza. Dopo tale vittoria, l’esercito di Radetzky si diresse a Milano, che riconquistò il 6 agosto, costringendo il re Carlo Alberto all’armistizio e a lasciare agli austriaci le regioni di Lombardia e Veneto prima occupate. Furono questi gli eventi che portarono all’interruzione della prima guerra di indipendenza italiana, che si sarebbe conclusa l’anno successivo con la sconfitta dei sardo/piemontesi a Novara. 
Ecco ancora qualche notizia da Wikipedia: “A Vienna, ancora in preda alla rivoluzione, questo significativo evento militare venne accolto con grande gioia dai fedelissimi della monarchia asburgica. Fra questi fedeli, l’intraprendente Friedrich Pelikan, funzionario statale e anche proprietario del ”Cafè-pavilion” sulla Wasserglacis di Vienna. Insieme a Carl Hirsch (un esperto di illuminazioni), Pelikan colse al volo la vittoria di Radetzky per organizzare per la sera del 31 agosto 1848 nel suo ”Cafè-pavilion” sulla distesa verde della Wasserglacis un “Festival per la Gran vittoria, con allegorica e simbolica rappresentazione e luminarie eccezionali, in onore dei nostri coraggiosi soldati in Italia, e per beneficenza ai soldati feriti”. I volantini che pubblicizzarono l’evento del 31 agosto annunciarono anche che il direttore dei balli imperiali di corte, Johann Strauss avrebbe diretto la musica avendo l’onore di dare l’anteprima, tra i vari brani musicali, anche di una nuova marcia dal titolo Radetzky-Marsch, composta in onore del comandante e dell’esercito imperiale. (…) Il successo della Radetzky-Marsch fu evidente fin dall’inizio. Il Wiener Allgemeine Theaterzeitung, nella sua edizione del 2 settembre, riportò a proposito dell’esecuzione: «Questa festa imponente, che ha avuto luogo nella Wasserglacis l’altro ieri, 31 agosto, è stata una delle più belle di quest’anno. In particolare la nuova Radetzky-Marsch di Strauß è stata molto ben accolta, e su richiesta tempestosa ha dovuto essere ripetuta più volte». 
Ormai la marcia di Radetzky ha perso il suo legame con una vittoria militare e comunica solo festosa gioia di vivere. Dalla redazione giornalistica della scuola media “Cesareo” di Palermo l’augurio di un 2019 pieno di pace, salute, lavoro, serenità e gioia.



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