lunedì 2 settembre 2019

Care/i colleghe/i, la buona scuola siete voi

Care/i colleghe/i,

                            oggi non sarò con voi ad iniziare il nuovo anno scolastico, ma continuo a sentirvi colleghi, compagne/compagni di lavoro. Infatti, come ha detto bene la prof.ssa Genova nel suo saluto alla scuola, a fine giugno 2018, si rimane sempre professori nell’anima e nel cuore.
Vi scrivo innanzitutto per ringraziarvi. Per dirvi quel grazie che non ho avuto modo di esternare ‘di persona personalmente’ al Collegio Docenti, il 28 giugno scorso. Grazie a tutte/i.
In particolare:

- ad Emilia e ad Angela, collaboratrici vicarie che in questi lunghi anni si sono spese con professionalità e silenziosa abnegazione per la Scuola. Non potrò mai ringraziarle abbastanza per il loro affetto e il loro sorriso;
- alla magnifica redazione di Punto e a capo e di ClikkiAmo la Scuola: a Silvia, Rita, Iolanda, con le quali ho condiviso con impegno e passione il lavoro di redazione. Un abbraccio particolare a Silvia, direttore della redazione e fucina inesauribile di iniziative e innovazioni didattiche;
- ai magnifici colleghi del corso musicale, con i quali ho vissuto con entusiasmo gli ultimi cinque anni tra i banchi, dopo aver lasciato il lavoro a tempo pieno di psico-pedagogista: un grazie speciale ad Anna Maria, Carla, Filippo e Giorgio, che con la loro musica, sia materiale che ‘relazionale’, hanno impreziosito e reso lieto il lavoro didattico;
- a Giusi, collega infaticabile e creativa, che nel corso di questi decenni è stata un faro nel ‘rianimare la lettura’, nel progettare una didattica ludica e coinvolgente, efficace per tutti gli alunni, perfetta per recuperare i ragazzi difficili;
- ai colleghi e alle colleghe che hanno assunto incarichi di responsabilità; in particolare a Enza, che ha svolto in modo encomiabile la delicata Funzione continuità;
- ai colleghi che hanno lasciato la scuola prima di me e hanno impresso un segno: Alina, Aldo, Nadia, le varie Marie, Salvatore, Maria Pia, Marina, Nando, Angela … ma l’elenco è ben più lungo;
- alle care colleghe che, negli anni si sono trasferite in altre scuole: Giusè, Mariella, Claudia; a Patrizia e Mari, che hanno fatto il salto all’università; un abbraccio forte forte ai tanti colleghi e colleghe che si sono trasferiti quest’anno: ciao Gerry, ciao Ivana, Rosella, Lorenzo, Pietro, Antonella …, e loro sanno bene perché;
- alla mia Preside for ever, Maria (qui le sue parole di commiato, che sono scolpite nel mio cuore), a Vittorio; ad Antonella, che sino a due anni fa, ha diretto con cura affettuosa la scuola;
-  ai colleghi ausiliari e di segreteria: senza il loro lavoro dietro le quinte, la scuola non si reggerebbe. Un grazie di cuore a tutti/tutte, specialmente a Grazia, al sig.Antonio, ad Anna Maria …

               Cari colleghe, carissime colleghe: vi lascio in eredità tutti gli alunni ‘difficili’ che non potrò più seguire. I ragazzi con particolari bisogni educativi per i quali non potrò più stilare insieme a voi un percorso individualizzato. Non vi tormenterò più chiedendo il monitoraggio delle assenze! Ma so che non sarà necessario: sapete benissimo che il ragazzo che viene regolarmente a scuola ‘cresce’ dentro perché impara. Non impara solo procedimenti e nozioni, ma si appropria di una chiave per decifrare il mondo, di una bussola per orientarsi nella complessità.
       E poi – lo sappiamo bene noi di Lettere (un abbraccio e un grazie a Lea, responsabile del Dipartimento) – “Ciò che manca ai ragazzi poveri (…) è dunque solo questo: il dominio sulla parola. Sulla parola altrui per afferrarne l’intima essenza… sulla propria perché esprima senza sforzo e senza tradimenti le infinite ricchezze che la mente racchiude… Quando il povero saprà dominare le parole come personaggi, la tirannia del farmacista, del comiziante e del fattore sarà spezzata… chiamo uomo chi è padrone della sua lingua” : ce lo ricordava con forza don Lorenzo Milani.
                 Teniamo sempre a mente la straordinaria verità dell’esperimento dello psicologo americano Robert Rosenthal (effetto Pigmalione): gli alunni cambiano il loro atteggiamento e persino il loro profitto a seconda dello sguardo che posiamo su di loro. Pensate che Maria Montessori aveva stabilito una regola deontologica per la quale un professore doveva astenersi dal pensare male di uno studente, in quanto temeva che anche il semplice pensiero trasmettesse all'allievo una spinta negativa. E ricordiamo una grande verità: la disponibilità ad apprendere 'passa' attraverso una relazione autentica e serena tra docente e dicente.
                  Vi esorto infine ad avere una vostra personale pensata e meditata idea di scuola, di formazione e della didattica, al di là anche degli ondivaghi orientamenti governativi. Abbiate un confronto costruttivo sui grandi temi portanti, evitando di rimanere chiusi e schiacciati sulle minuzie di poco conto. La Montessori, Mario Lodi, Gianni Rodari, don Lorenzo Milani sono stati dei grandi maestri anche senza spuntare ogni giorno circolari …
      Vi lascio poi la gestione delle due compostiere! Non lasciamo sola Greta Thunberg … Se  i ragazzi non imparano a scuola la cura per  madre Terra abbiamo poco da sperare per il futuro.
             Cogliete anche l’opportunità formativa dei PON che abbiamo approvato più di un anno fa in Collegio: realizzerete sicuramente progetti attraenti ed efficaci.
             Vi saluto infine con le 3 C di Dewey (dal testo a cura di Francesco Dipalo, Democrazia (Diogene Multimedia, Bologna, 2016): “John Dewey (1859-1952), filosofo e pedagogista, ha sottolineato l’intrinseco legame che c’è tra democrazia ed educazione: al di là di forme e procedure istituzionali, il tasso di “democraticità” di una società è dato dalle reali possibilità di partecipazione alla vita politica del più ampio numero di cittadini. I quali devono essere messi in condizione di dare il loro contributo sviluppando precise competenze culturali e sociali riassumibili nella teoria delle tre “c”: Critical thinking (pensiero critico), Creative thinking (pensiero creativo) e Care thinking (pensiero valoriale, capacità di prendersi cura). In quest’ottica, la scuola (pubblica) assume un ruolo centrale per la formazione e la salvaguardia di una società realmente democratica: per farsi valore condiviso è nei singoli che lo spirito democratico deve incarnarsi come costume, prassi, attitudine psicologica. Se ai più non è dato maturare, sin dalla più tenera età, la predisposizione a condividere emozioni e contenuti simbolici, a prender parte alla vita della comunità, esprimendo e perfezionando abilità personali e assumendosi responsabilità sociali, ebbene, pur in presenza della migliore legislazione possibile, la democrazia rimarrà di fatto lettera morta.
                 E, ancora, un'esortazione del maestro Mario Lodi: "Cari insegnanti, non dimenticate che davanti al docente passa sempre il futuro: non solo quello della scuola, ma quello di un intero Paese.", con l’affermazione di Piero Calamandrei (appena letta nel sito della casa editrice “La Meridiana”) : "Trasformare i sudditi in cittadini è un miracolo che solo la scuola può compiere."
Volate alto ...
Un abbraccio e buon lavoro! La buona scuola siete voi.
Maria D’Asaro 

C'è chi insegna
guidando gli altri come cavalli
passo per passo:
forse c'è chi si sente soddisfatto
così guidato.
C'è chi insegna lodando
quanto trova di buono e divertendo:
c'è pure chi si sente soddisfatto
essendo incoraggiato.
C'è pure chi educa, senza nascondere
l'assurdo che è nel mondo,
aperto a ogni sviluppo,
cercando di essere franco all'altro come a sé,
sognando gli altri come ora non sono:
ciascuno cresce solo se sognato.

                                                          Danilo Dolci (Poema umano, Nuovi Coralli, Einaudi, 1974)






5 commenti:

  1. Grazie Maria. Sei stata è sarai sempre una grandissima persona, una validissima docente, una indispensabile consigliera educativa, una affettuosissima amica di grandi e piccoli attori del mondo scolastico. Semplicemente Maria!!!

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    1. Mi hai fatto commuovere e rileggendo cosa ho scritto mi accorgo degli errori che ho commesso pigiando i tasti del cellulare con le lacrime agli occhi

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    2. @Angela6: che onore e che commozione leggere il tuo commento nel blog! Ma chi se ne importa degli errori/refusi ... Ti abbraccio forte forte, con tanta stima affettuosa.

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  2. Vai in pensione o cambi istituto? in entrambi i casi il tuo post è commovente e contiene profonde verità perché sono docenti come te e come loro ad essere la vera "buona scuola"

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    1. @Daniele: vado in pensione. Ora sarò ... diversamente impegnata nel sociale. La scuola e i temi educativo/formativi rimarranno nel mio cuore.

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