domenica 1 settembre 2019

Germania, il cielo sopra Berlino


     Palermo – Che aria si respira oggi a Berlino, a trent’anni dalla caduta del muro? Un profumo di libertà creativa, di volontà operosa, di vivaci fermenti culturali. Il turista che, dalla Porta di Brandeburgo percorre a piedi la Unter den Linden, il Viale dei tigli, o che si muove in città con una delle rapide linee metropolitane, si immerge nell’atmosfera di una metropoli europea vitale e accogliente. 
    Una città che, se non ha affatto dimenticato lo strazio del suo passato, è stata comunque capace di operare una lucida composizione delle sue profonde ferite. 
    I frammenti di muro rimasti a testimoniare la lacerante divisione tra Berlino est e Berlino ovest commuovono e confortano insieme: i volti - illuminati dal sole del tramonto in un suggestivo memoriale – di alcuni dei circa 250 cittadini uccisi mentre tentavano di oltrepassare il muro verso ovest, fanno precipitare il turista nel lungo e doloroso inferno della città divisa in due, dal 13 agosto 1961 al 9 novembre 1989; mentre la East Side Gallery (così è ormai chiamato il muro lungo quasi un chilometro e mezzo sulla Mühlenstrasse, accanto al fiume Sprea), con i suoi graffiti colorati inneggianti alla pace e alla fratellanza, è ormai un segno di libertà festosa e di speranza.

    Di che colore è oggi la Germania? A eccezione del color panna dei suoi taxi, è sicuramente molto più ‘verde’ dell’Italia: per l’immensità dei suoi giardini che – specie a Brema e ad Amburgo – odorano di terra bagnata; per le sue strade ricche di alberi: tigli, ippocastani, aceri, faggi e gli onnipresenti platani (che sopportano le temperature sia di Palermo che di Lubecca); per le sue sconfinate piste ciclabili, dove le biciclette sfrecciano sicure e veloci e il manager in giacca e cravatta non disdegna l’uso di un monopattino elettrico; per il suo sistema integrato di trasporto pubblico; per il suo primato in Europa nel riciclare i rifiuti.

   Quanto è grande oggi la Nazione tedesca? Abbastanza: non tanto per la sua superficie, di circa 50.000 mq maggiore dell’Italia; e neppure per l’altezza imponente di uomini e donne; o per il suo ragguardevole prodotto interno lordo. E’ grande soprattutto perché è un paese per piccoli, con asili nido, strutture e parchi per l’infanzia dove bambini tedeschi, polacchi, macedoni, turchi e iraniani giocano insieme; e chi sceglie di avere dei figli ha gli aiuti necessari. E’ grande perché non ci sono barriere architettoniche per chi è costretto a muoversi in sedia a rotella. E’ grande perché è stato capace di un’integrazione intelligente, che si misura dalla presenza di un etiope con i ‘rasta’ al lavoro con grande gentilezza presso la cassa del supermercato; dall’egiziano impiegato come guardia all’Alte National Galerie di Berlino; dal rispetto per i diritti civili e le minoranze, mostrato dalla pubblicità che si rivolge insieme a una famiglia tipo, a una coppia omosessuale, a due donne col velo.

    Che ordine regna di questi tempi a Berlino? Una sorta di ordine flessibile, capace di coniugare libertà, sicurezza e rispetto delle regole, come testimoniano lo sguardo vigile della poliziotta che staziona nei pressi della Sinagoga nuova, nel quartiere Mitte; la gentilezza cortese dell’addetto alla raccolta differenziata che spiega al turista dove deporre l’involucro di plastica; la tolleranza con cui i passeggeri della metro accolgono i mendicanti.

   Dove va la Germania? Il suo presente e il suo futuro sono i cantieri aperti e le gru che svettano dappertutto; la ragazza col velo che sfreccia velocissima in bici a un incrocio nei pressi di Potsdamer Platz; il palazzo del Reichstag, dove sventolano insieme la bandiera tedesca e quella europea.

   E si spera siano di buon auspicio per la Germania - e per l’Europa tutta – la musica e le parole dell’Inno alla gioia, magistralmente eseguito dall’orchestra dei Berliner Philharmoniker sabato sera 24 agosto nella magica cornice della Porta di Brandeburgo, davanti a un’immensa folla multietnica, sotto un cielo terso e incredibilmente azzurro: “Gioia, bella scintilla divina … possano tutti gli uomini diventare fratelli sotto la tua ala soave.”

Maria D'Asaro, 01.09.2019 il Punto Quotidiano)

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