mercoledì 16 ottobre 2019

Pensa e cammina


            Se a Berlino era riuscita a fare agevolmente 23.000 passi, a Palermo poteva percorrerne tranquillamente 10 o 12.000. Dunque, effettuato l’abbonamento alla metro, nostra signora aveva limitato l’uso della macchinetta al trasporto dei mini-cuccioli dall’asilo a casa o alle rare uscite serali.
          E così la domenica andava a messa a san Saverio a piedi o in metro, senza sensi di colpa. E ogni giorno respirava la strada, accorgendosi dell'ailanto venuto fuori nell’aiuola fuori mano, osservando con  curiosità e misericordia i suoi simili, meditando e pregando sul mistero, il dolore e la gioia del mondo.
        Certo, non avrebbe salvato il pianeta. Ma era lieta perché il suo vagabondare non aumentava la quantità di anidride carbonica- E accresceva le connessioni tra la sua anima e l’universo.












                                                                  
                                                                                  Villa Giulia - Palermo



Elogio dei piedi

Perché reggono l'intero peso
Perché sanno tenersi su appoggi e appigli minimi.
Perché sanno correre sugli scogli e neanche i cavalli lo sanno fare. 
Perché portano via. 
Perché sono la parte più prigioniera di un corpo incarcerato. E chi esce dopo molti anni deve imparare di nuovo a camminare in linea retta. 
Perché sanno saltare, e non è colpa loro se più in alto nello scheletro non ci sono ali. 
Perché sanno piantarsi nel mezzo delle strade come muli e fare una siepe davanti al cancello di una fabbrica. 
Perché sanno giocare con la palla e sanno nuotare. 
Perché per qualche popolo pratico erano unità di misura. 
Perché quelli di donna facevano friggere i versi di Pushkin. 
Perché gli antichi li amavano e per prima cura di ospitalità li lavavano al viandante.
Perché sanno pregare dondolandosi davanti a un muro o ripiegati indietro da un inginocchiatoio. Perché mai capirò come fanno a correre contando su un appoggio solo. 
Perché sono allegri e sanno ballare il meraviglioso tango, il croccante tip-tap, la ruffiana tarantella. Perché non sanno accusare e non impugnano armi. 
Perché sono stati crocefissi. 
Perché anche quando si vorrebbe assestarli nel sedere di qualcuno, viene scrupolo che il bersaglio non meriti l'appoggio. 
Perché, come le capre, amano il sale.
Perché non hanno fretta di nascere, però poi quando arriva il punto di morire scalciano in nome del corpo contro la morte.

Erri De Luca

(Ringrazio Rossana Rolando per avere postato qui la poesia) 


4 commenti:

  1. E come nella canzone di Paolo Conte, Ho ballo di tutto, "Vedi, il cuore e i piedi, proprio cosi'/Sono i primi che si stancano, si'.

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  2. Pensare e camminare: un bel connubio, non solo perché quando si cammina si pensa, ma perché il pensiero stesso è un cammino. Cito da Adriano Labbucci, "Camminare. Una rivoluzione": "Non c'è nulla di più sovversivo, di più alternativo al modo di pensare oggi dominante. Camminare è una modalità del pensiero. E' un pensiero pratico. E' un triplo movimento: non farci mettere fretta; accogliere il mondo; non dimenticarci di noi, strada facendo".
    E poi oggi, come tu dici benissimo, è un modo per "accrescere le connessioni tra l'anima e l’universo".
    Un grande abbraccio (grazie per il rimando al post).

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    1. @Rossana: grazie a te per il commento e, soprattutto, per il tuo/vostro blog, fonte inesauribile di arricchimento culturale e dinutrimento spirituale. A presto. Ricambio l'abbraccio.

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