giovedì 13 febbraio 2020

Nella moltitudine

Telemaco Signorini: Sulle colline di Settignano

Sono quella che sono.
Un caso inconcepibile
come ogni caso.

In fondo avrei potuto avere
altri antenati,
e così avrei preso il volo
da un altro nido,
così da sotto un altro tronco
sarei strisciata fuori in squame.

Nel guardaroba della natura
c’è un mucchio di costumi:
di ragno, gabbiano, topo campagnolo.
Ognuno calza subito a pennello
e docilmente è indossato
finché non si consuma.

Anch’io non ho scelto,
ma non mi lamento.
Potevo essere qualcuno
molto meno a parte.
Qualcuno d’un formicaio, acquario, sciame ronzante,
una scheggia di paesaggio battuta dal vento.

Qualcuno molto meno fortunato,
allevato per farne una pelliccia,
per il pranzo della festa,
qualcosa che nuota sotto un vetrino.

Un albero conficcato nella terra,
a cui si avvicina un incendio.

Un filo d’erba calpestato
dal corso di incomprensibili eventi.

Uno nato sotto una cattiva stella,
buona per altri.

E se nella gente destassi spavento,
o solo avversione,
o solo pietà?

Se al mondo fossi venuta
nella tribù sbagliata
e avessi tutte le strade precluse?

La sorte, finora,
mi è stata benigna.

Poteva non essermi dato
il ricordo dei momenti lieti.

Poteva essermi tolta
l’inclinazione a confrontare.

Potevo essere me stessa – ma senza stupore –
e ciò vorrebbe dire
qualcuno di totalmente diverso.

Wislawa Szymborska     (trad. di Pietro Marchesani)

(Nostra signora sente così sua questa magnifica poesia che la titolerebbe "12 febbraio")

5 commenti:

  1. Risposte
    1. @Simonetta: Wislawa Szymborska il Nobel lo ha davvero meritato! Un caro saluto.

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  2. La Szymborska è una dei poeti più grandi della seconda metà del secolo scorso.

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  3. Forse il poeta più grande! Grazie Maria.....

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    1. @Armando: grazie a te per l'attenzione e l'apprezzamento. Buona domenica.

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