martedì 14 aprile 2020

Le vite degli altri

            Nel tempo sospeso che scorre lento tra le mura di casa, il balcone, per chi ce l’ha, diventa una sorta di osservatorio privilegiato sul microcosmo fisico a portata di sguardo. 
     Da lì, ti contagia il tono allegro della vicina del piano di sopra, che al telefono coccola le nipotine o racconta all’amica i prodigi della tintura fai da te; ti intristisce la paura che trasuda da occhi e parole della signora della porta accanto, e senti che neppure il sole più caldo e la luce intensa di primavera riusciranno a sciogliere il grumo incistato della sua ansia; ti rispecchi nella signora di fronte che batte i tappeti ogni giorno con furia sempre maggiore.  
        E guardi con tenerezza la casetta che Carmen e suo marito hanno allestito nel terrazzino per i loro bimbi: ne scruti battute, sorrisi, giochi, tentativi di canestro. Esistono, sono veri. Così anche tu ti senti più viva.

4 commenti:

  1. ... E per me, anche un piacevole ricordo questo balcone. Le sue piante e una padrona di casa dal sorriso accogliente, come le sue parole.

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    1. @Santa: il balcone è sempre pronto ad accoglierti, quando vorrai/potrai. Un abbraccio.

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  2. Vero, i balconi diventano il microcosmo dal quale osservare la vita della gente non per spiarla ma per sorridere alla vita stessa respirando suoni e gioie di una vita comune che ci manca ma che tornerà.

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    1. @Daniele: "i balconi (...) microcosmo dal quale osservare la vita della gente (...) per sorridere alla vita stessa respirando suoni e gioie di una vita comune che ci manca ma che tornerà": che belle parole, Daniele ... grazie!

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