venerdì 18 settembre 2020

I giornalisti che amo: Giovanna Botteri

     Misura, essenzialità, calore umano: tre dei tanti motivi per apprezzare Giovanna Botteri. La sua professionalità è stata riconosciuta l’11 settembre scorso dal Premio Ischia Internazionale di Giornalismo, che l’ha designata come Giornalista dell’anno 2020. Giovanna Botteri, dal 1° agosto corrispondente della Rai in Cina, è stata la voce e il volto che ci ha raccontato la nascita e il diffondersi del Covid-19 in quel Paese.

    Da Wikipedia alcune notizie sulla sua formazione e la sua vita professionale: nata a Trieste nel 1957, figlia d’arte – suo padre era il giornalista Guido Botteri, ex direttore della sede Rai Friuli-Venezia Giulia -  si laurea in Filosofia con il massimo dei voti all'Università degli Studi di Trieste, ottenendo poi un dottorato in Storia del cinema alla Sorbonne di Parigi. 
Giovanna Botteri col padre Guido

       Dopo aver collaborato nel 1983 con i giornali Il Piccolo e l'Alto Adige, nel 1985 inizia a lavorare per la Rai di Trieste. Nel maggio 1986 fa uno speciale con Margherita Hack per Rai 3, poi diventa collaboratrice di Michele Santoro per il programma Samarcanda e nel dicembre 1988 entra nella redazione esteri del TG3. 

       Dal 25 gennaio 1990 è iscritta come professionista all'Albo dei Giornalisti del Friuli-Venezia Giulia. Come inviata speciale ha seguito numerosi e importanti avvenimenti internazionali: nel 1991 il crollo dell'Unione Sovietica e l'inizio della guerra d'indipendenza in Croazia, dal 1992 al 1996 la guerra in Bosnia e l'assedio a Sarajevo dove, assieme a Miran Hrovatin, ha filmato l'incendio della Biblioteca Nazionale, la strage del pane, il massacro di Markale e il massacro di Srebrenica. 

    È stata in Algeria, Sudafrica, Iran e Albania, dove ha seguito la ribellione a Valona nel 1997, per poi documentare la guerra in Kosovo ed entrare a Peć assieme all'esercito italiano nel 1999. Nello stesso anno torna a lavorare con Santoro per Circus e nel 2000 per Sciuscià. 

        Dopo aver seguito il G8 di Genova nel 2001, in ottobre dello stesso anno è stata in Afghanistan fino al rovesciamento del regime talebano. Poi, come inviata di TG2 e TG3, è stata in Iraq prima e durante la seconda guerra del Golfo.

Nell'ottobre 2002 ha seguito le ispezioni ONU alle prigioni e, assieme a Guido Cravero, ha filmato in esclusiva mondiale sia l'inizio dei bombardamenti su Baghdad il 20 marzo 2003, sia l'arrivo dei carri armati statunitensi il 9 aprile. Dal 2004 al 2006 ha condotto l'edizione delle 19 del TG3 e dal 2007 al 2019 è stata corrispondente dagli Stati Uniti. Dal primo agosto 2019 è corrispondente Rai in Cina. Da fine dicembre 2019 si occupa, sempre come inviata dalla Cina, della pandemia nota come COVID-19. 

Alle sottolineature satiriche sulle sue magliette tutte uguali, durante i reportage da Pechino, la Botteri – da vera signora - non ha dato alcun peso. Ecco cosa ha scritto a “Striscia la notizia”:

"Cara Michelle, io non sono sui social, né su Facebook, né su Instagram, poi qui in Cina è molto difficile collegarsi, così c’è voluto del tempo prima che vedessi il tuo video e ti rispondo solo adesso: per fortuna non dobbiamo fare la pace, perché non abbiamo mai fatto baruffa, non abbiamo mai litigato, neanche con Striscia la Notizia e Gerry Scotti. Perché la satira è libertà, ci aiuta a ridere, a discutere, a confrontarsi e a volte mette modelli differenti di donne e uomini a confronto, per esempio nei modi diversi di approcciarsi alla vita. La satira ci aiuta anche nel confrontare come mettere le magliette o tenere i capelli. Quindi io vi ringrazio, di cuore e non posso che abbracciarvi e augurare a Michelle tutto il bene possibile. Un abbraccio virus free, perché ho appena fatto il test e non sono positiva."

Da novembre del 2003, su iniziativa dell’allora Presidente Ciampi, è Cavaliere al merito della Repubblica italiana.

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