giovedì 12 novembre 2020

In terra straniera

 
       Nostra signora è in fila davanti al panificio. La precedono due persone: sembrano due pensionati, tra i 65 e i 75 anni, un uomo e una donna. Chiacchierano animatamente, a voce alta. E’ chiaro che si conoscono e frequentano la stessa parrocchia.
       L’uomo dice alla signora: “Hai sentito? Forse ci sarà un vaccino contro il Covid”. Lei ribatte: “Non ci credo tanto. E poi bisogna riconoscere la volontà di Dio nella morte: se uno muore, anche di Covid, vuol dire che è venuta la sua ora. E basta”. Poi entrano, la signora con la mascherina abbassata, e la discussione finisce qui. 
     Colpita dalla certezza granitica della sua simile, nostra signora è molto a disagio: ha delle perplessità sull’interventismo divino nella storia umana, e poi sta anche leggendo un testo sui limiti di una certa concezione teistica… Così oggi, in un panificio, lei si sente un’aliena, in esilio in terra straniera…


Maria D'Asaro

2 commenti:

  1. Eh sì, questo fatalismo che deresponsabilizza e toglie spessore all'agire eticamente impegnato versò sé e verso gli altri - anche solo nel semplice uso della mascherina - non convince. Vedo il libro che stai leggendo: "Perché il cristianesimo deve cambiare o morire"... forse ha una qualche attinenza con questo tuo post. Un caro saluto e buona domenica.

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  2. @Rossana: proprio così. Il libro che sto leggendo mi induce ulteriormente a riflettere sulle conseguenze pratiche di una certa visione del mondo, anche religiosamente orientata. Dietrich Bonhoeffer affermava che i cristiani dovrebbero agire "etsi Deus non daretur". Forse aveva ragione... Ricambio cari saluti. Buona serata e buon tutto.

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