Palermo – La generazione Z, nata tra la fine del XX secolo e il primo decennio del XXI, ne ha un’idea piuttosto vaga; la successiva, i nati dopo il 2010, forse non sa neppure cosa siano e a cosa servano i francobolli, visto che la corrispondenza di carta di fatto non si utilizza quasi più, soppiantata da e/mail e messaggi al cellulare.
Così i francobolli - mini documenti stampati da una parte e gommati sul retro, ‘tassa’ sulla corrispondenza, cioè pagamento anticipato da parte del mittente per servizi postali vari quali la spedizione di una lettera o di un pacco, a un qualsiasi destinatario, all’interno del proprio Stato o all’estero - sono divenuti ormai quasi dei cimeli storici. Spinti dalla passione o dalla ricerca del pezzo raro, di elevato valore economico, esistono ancora gli amanti della filatelia, cioè i collezionisti di francobolli, nuovi e usati.
Uno dei più quotati francobolli italiani è il Gronchi rosa, la cui storia particolare va raccontata. Si tratta di un francobollo... (continua su il Punto Quotidiano)
Maria D'Asaro, 2.6.24, il Punto Quotidiano
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