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Etty Hillesum |
"Dal femminismo tutte e tutti ricevemmo la coscienza che vi è una sola umanità composta di persone tutte differenti le une dalle altre e tutte eguali in diritti.
Dal femminismo tutte e tutti ricevemmo la coscienza che sfera personale e sfera politica non sono separate da un abisso: sempre siamo esseri umani.
Dal femminismo tutte e tutti ricevemmo la coscienza del partire da sè.
Dal femminismo tutte e tutti ricevemmo la coscienza dell'incontro con l'altro.
Dal femminismo tutte e tutti ricevemmo la coscienza che è la nascita, l'esperienza e la categoria che fonda l'umana convivenza, l'umano sapere.
Dal femminismo tutte e tutti ricevemmo la coscienza che la pluralità, e quindi la relazione, è la modalità di esistenza propria dell'umanità.
Dal femminismo tutte e tutti ricevemmo la coscienza che i corpi contano, che noi siamo i nostri corpi.
Dal femminismo tutte e tutti ricevemmo la coscienza che ogni forma di autoritarismo, ogni forma di militarismo, ogni forma di dogmatismo reca già la negazione dei diritti umani di tutti gli esseri umani.
Dal femminismo tutte e tutti ricevemmo la coscienza che la prima radice dell'organizzazione sociale e della trama relazionale violenta è nel maschilismo e nel patriarcato.
Dal femminismo tutte e tutti ricevemmo la coscienza che solo la nonviolenza contrasta la violenza, che solo il bene vince il male, che solo l'amore si oppone alla morte, che solo l'ascolto consente la parola.
Dal femminismo tutte e tutti ricevemmo la coscienza che compito comune è generare e proteggere la vita, prendersi cura delle persone e del mondo per amore delle persone e del mondo.
Dal femminismo tutte e tutti ricevemmo la coscienza che compito comune è opporsi ad ogni oppressione, ad ogni sfruttamento, ad ogni ingiustizia, ad ogni umiliazione, ad ogni denegazione di umanità, ad ogni devastazione della biosfera.
Dal femminismo tutte e tutti ricevemmo la coscienza che solo l'arte della compassione fonda la lotta di liberazione.
Il femminismo che è il massimo inveramento storico della nonviolenza.
Il femminismo che è la corrente calda della nonviolenza.
Il femminismo che è il cuore pulsante del movimento di autocoscienza e di liberazione dell'umanità.
E diciamo femminismo e sappiamo che dovremmo dire femminismi, che dovremmo dire pensiero delle donne e movimenti delle donne.
Ma diciamo femminismo e pensiamo a una tradizione che lega infinite donne che hanno praticato l'etica della responsabilità e della liberazione, da Saffo a Vandana Shiva, da Simone Weil a Virginia Woolf, da Edith Stein a Milena Jesenska, da Etty Hillesum a Ginetta Sagan, da Rosa Luxemburg ad Hannah Arendt, da Germaine Tillion ad Anna Politkovskaja, da Simone de Beauvoir a Franca Ongaro Basaglia, da Olympe de Gouges a Luce Fabbri.
Dal femminismo molti doni tutte e tutti abbiamo ricevuto.
In questo otto marzo di ascolto, di memoria, di lotta, diciamo anche la nostra gratitudine.
(Da Peppe Sini, giornale telematico La nonviolenza è in cammino)
Tra i tantissimi omaggi poetici di Peppe a donne che hanno onorato l’umanità, eccone alcuni:
a Etty Hillesum, o la Forza della verità
Scegliere il bene, pensare col cuore,
condividere il dolore, avere cura
degli afflitti, totalmente ripudiare
la violenza, rifiutare
la salvezza per se' che affoga gli altri.
Fare la scelta della compassione
in nulla cedere al male
salvare tutti dinanzi all'orrore
salvare almeno l'umanita' futura.
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Virginia Woolf |
La coscienza di Virginia Woolf
Alla corsa per l'accaparramento
sottrarsi, e preferire
altro sentiero, la propria autonomia
l'uso corretto delle tre ghinee
l'analisi serrata che connette
e smaschera per sempre
il maschilismo, il fascismo, la guerra.
E la guerra, il fascismo, il maschilismo
combattere con voce e forme proprie
trovando in sè la stanza denegata.
E' questo che chiamiamo nonviolenza.
Bertha von Suttner, o della liberazione
Che cosa resta di lei?
Ma la vera domanda è: perché
a milioni, a miliardi si danno gli umani la morte?
E la vera risposta' ancora quella
che diede allora la saggia e gentile:
giù le armi.
E' il disarmo la scelta necessaria
per aprire la necessaria via.
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Anna Politkovskaja
Ci sono le parole
e ci sono le pallottole.
E solo le parole salvano le vite.
Ci sono i corpi palpitanti e fragili
e ci sono le pallottole.
E dopo le pallottole i corpi diventano sasso.
C'è la verità viva
e ci sono le pallottole
che tutto riducono a menzogna, strazio, nulla.
C'è l'umanità fatta di persone
e ci sono le guerre
che l'umanità estinguono.
Scegliere le parole, i corpi, le persone,
scegliere l'umanità. Salvare le vite. Dire
ancora e sempre la verità. Contrastare
tutte le uccisioni.
É questo che chiamiamo nonviolenza.
(e la voce potente di Fiorella Mannoia, evocata dalla carissima amica Maria Di Naro)
Il femminismo non avrebbe ragione d'essere se non dovesse confrontarsi di continuo con l'ipocrita ottusaggine maschile.
RispondiElimina@Franco: sottoscrivo... con un saluto cordiale a Lulù.
RispondiEliminaIl rispetto deve essere tutto l'anno, non solo in questo giorno.
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