domenica 25 gennaio 2009

Il grido del gatto

        Fredda notte di gennaio. Nei miei tempi sbagliati ritiro la biancheria. Odo un lamento. Mi fermo, il braccio a metà. Ascolto. Pianto di gatto o bambino? 
    E' un gatto, perchè il pianto perdura e nessuno lo consola."La chiamano "sindrome di cri-du-sciat". Ne è affetto circa un bambino su 50.000. E' una malattia congenita provocata da un'anomalia cromosomica, che consiste nell’assenza di una parte del cromosoma 5 (fenomeno detto “delezione 5p”). I neonati che ne sono affetti manifestano un pianto particolarmente stridulo e lamentoso (da cui il nome della malattia "pianto del gatto" e, dopo i tre anni, continuano a mantenere un registro della voce particolarmente acuto" . Così mi diceva mia sorella, quando studiava medicina.
      I bambini che piangono come i gatti. E i gatti che si lamentano come bambini. Fa impressione, direbbe qualcuno. Ma forse è la prova che unisce gatti e bambini. E cani. E alberi. E forse tutti i viventi. Sotto lo stesso cielo uguale lamento. E, talvolta, simile canto di gioia.

venerdì 23 gennaio 2009

OGNI COSA AL SUO POSTO


“Ogni cosa al suo posto” era il ritornello ripetuto da mamme e zie a noi ragazzette cresciute negli anni ’60 tra il nuovo che avanzava - Beatles e Nutella - e l’antico di immutabili regole genitoriali.
Ora, gettare bucce di patate, torsoli di “sparacelli” e cipolle muffite assieme alla spazzatura, mi pare proprio mettere le cose fuori posto, disobbedendo quasi a una ancestrale vocina interna. Sogno allora che io e le mie vicine depositiamo i resti vegetali e gli eventuali scarti alimentari (per gli esperti “frazione umida organica”) in un capiente secchio che poi provvederemo a svuotare - o lo farà per noi un valoroso giovanotto disoccupato - nel vicino e vasto terreno coltivato.
Chissà se la nostra triste periferia, già nota all’intero Paese perché a un chilometro vi celebrava messa il coraggioso don Puglisi, questa volta non balzerà agli onori della cronaca per l’utile gesto di venti casalinghe ecologiste...

“Centonove”, 31.10.08

PETIT ONZE: SOSPESA


Persa

senza rimpianti

nel grembo soffice

di bolle di sapone.

Sospesa.

SOLO UN SACCHETTO



Da tempo Al Gore è impegnato contro l’inquinamento dell’ambiente. Per questo suo impegno gli è stato di recente conferito il Nobel per la pace.
Dubito che le “scomode verità” predicate dal mancato presidente degli U.S.A. siano abbastanza conosciute nella mia periferia palermitana; così, un messaggio ambientalista tento “alla buona” di farlo passare. “Ecco la busta per il detersivo” – “Grazie, ho già il mio sacchetto”... E in panificio: “Già, la signora non vuole la busta, il pane lo tiene in mano”... Ai negozianti sotto casa - che inizialmente mi guardavano con sospetto, pensando volessi risparmiare il costo del sacchetto! - spiego che rifiuto la sacca per non aumentare la massa enorme di rifiuti nel quartiere, a Palermo, nel mondo.
Ormai hanno capito e ora sorridono ammirati e pensosi: “Si tutti fussiru comu a lei….”
Potrebbe essere l’inizio del cambiamento: un sacchetto di plastica o di iuta nella borsa di
ogni casalinga.

“Centonove”, 17.10.08

mercoledì 21 gennaio 2009

Io e la nonviolenza










Lontana primavera del 1976: in un prestigioso educandato palermitano un’acerba ragazzina al penultimo anno di liceo, anziché ascoltare la solita lezione di greco o di filosofia, viene convocata con le sue compagne nel grande salone della scuola dove la direttrice presenta un uomo con splendidi occhi chiari, altissimo, ieratico, vestito con una tunica cucita a mano, la cui figura emana un grandissimo fascino. Quell’uomo era Lanza del Vasto, fondatore in Europa della nonviolenta Comunità dell’Arca, discepolo di Gandhi, che lo ribattezzò Shantidas/Servitore di Pace. La ragazzina ero io. Risale ad allora il mio innamoramento, il mio interesse profondo per la nonviolenza. Ho cominciato a leggere, a informarmi, a pensare: Lanza del Vasto intanto, e subito Gandhi, e Capitini, e Martin Luther King. E le riflessioni di Jean Marie Muller, di Johan Galtung, di Giuliano Pontara. E le attuazioni pratiche di Don Milani e di Alex Langer. E di Danilo Dolci, nella mia difficile terra. E la testimonianza coraggiosa di Dietrich Bonhoeffer e di Franz Jägerstätter. Nel buio dell’attuale momento storico, forse con freschezza e convinzione maggiore dei miei diciotto anni di allora, mi appare sempre più chiaro che la politica, la pedagogia, l’etica, persino l’economia e la tecnologia, o saranno profondamente e autenticamente nonviolente o non saranno affatto. La dimensione nonviolenta, che si fonda sulla fede nella profonda unità del genere umano, è in grado di indicare creativamente nuovi cammini e nuove relazioni tra le persone, tra gli uomini e le donne e la natura, tra l’umanità e una possibile dimensione spirituale. La nonviolenza è forse l'indispensabile chiave di volta per la fondazione di un rinnovato umanesimo, che progetti nuovi modelli di vita e una nuova etica della cittadinanza, basata su un rapporto armonico con la natura e gli altri esseri viventi.  (...)
Maria D'Asaro
(pubbl. in "La non violenza è in cammino" n.183 del 28.9.2008, giornale telematico)




PETIT ONZE: ANIMA


Anima,

doni danzando

frammenti di luce

a opache ingombranti corazze.

Invisibile.

martedì 20 gennaio 2009

PETIT ONZE: URLO


Unico

ululato universale

umbratile usbergo urticante

unanime usuale ustione umorale.

Urlo.

lunedì 19 gennaio 2009

PETIT ONZE: PROMESSA?


Costanza

d'affetti

tepore di sguardi

calore di abbracci infiniti.

Promessa?

PETIT ONZE: STREGATA


Sovente

sposa solitaria

sosto senza sonno

sognando sterminate spiagge scintillanti.

Stregata.

Sorridi


Talvolta

guardando lontano,

ritrovi gli sguardi

lungamente, nel ricordo, smarriti...

Sorridi.