lunedì 22 ottobre 2012

Maria



Maria
In silenzio
Serbava ogni cosa
Racchiusa nel suo cuore.
Scheggiato.            

sabato 20 ottobre 2012

A.A.A. Angeli custodi cercasi disperatamente



Carmela Petrucci, uccisa ieri a Palermo
Uccisa con due coltellate alla gola che le hanno tranciato la carotide. Così muore Carmela, 17 anni,  per difendere la sorella Lucia dalla furia di Samuele, il suo ex di 23 anni, ossessionato dall’idea che Lucia, che aveva conosciuto su Facebook, avesse ormai un altro fidanzato.
Le statistiche ci dicono che in Italia, per mano dell’ex marito o fidanzato o convivente, muore una donna ogni tre giorni.
Siamo davvero una categoria a rischio. Forse bisognerà chiedere, a nostra protezione, altre legioni di angeli custodi.

lunedì 15 ottobre 2012

Le pietre, maestre di nonviolenza


Da qualche anno, il 2 ottobre, data di nascita di Gandhi, celebriamo la giornata mondiale della nonviolenza. In tale contesto, ecco alcune riflessioni di Aldo Capitini, tratte dal testo di Andrea Cozzo “Conflittualità nonviolenta”: “Nei riguardi delle cose, io non mi pongo altro dovere che di adoperarle bene. Adoperare una cosa per il male è la forma più elementare di violenza che noi facciamo alla cosa, è un arbitrio nel servirsi di essa. Perché si fa violenza al tempo quando lo si usa male, si fa violenza alla luce quando ci debba servire per facilitare una cattiva azione. E così l’acqua, così i prodotti della terra.” Ancora, Cozzo cita Lévinas, che afferma: “E’ violenta ogni azione che si compie come se si fosse soli ad agire: come se il resto dell’universo esistesse solo per ricevere l’azione”. Il Paradiso in terra è anche questo: muovere una pietra con rispetto e responsabilità.
Maria D’Asaro (“Centonove” del 5.10.2012)

sabato 13 ottobre 2012

Il cielo è sempre più blu



Malgrado la cattiva politica, il lavoro che manca e le insopportabili diseguaglianze sociali; malgrado la stupidità dilagante e le mille contraddizioni che ci fanno male.
Malgrado l'assenza di chi, oggi in particolare, ci manca davvero.
Per fortuna, il cielo è sempre più blu.
Grazie, Rino.



venerdì 12 ottobre 2012

Vernice nera su un arcobaleno



A volte temo di essere troppo dura con la mia città. Ma è la durezza di chi si sente tradito dall’amata. Purtroppo Palermo continua a sorprendermi, quasi sempre in negativo. Il mese scorso, a due passi da Brancaccio, l’unico centro ludico e ricreativo di tutto il quartiere, gestito con cura intelligente da una splendida assistente sociale missionaria e da coraggiosi volontari - il Centro Arcobaleno - è stato devastato da un vero e proprio raid vandalico che ha distrutto tavoli, sedie, armadi. Sono state divelte persino le porte del campetto di calcio. Una volontaria mi ha detto che forse gli autori della furia distruttrice sono stati proprio ragazzi del quartiere, magari rimproverati dagli operatori per i loro atteggiamenti da bulli. 
Una bella canzone del conterraneo Franco Battiato recita che è necessario cogliere i “segni dell’alba dentro l’imbrunire”. A me pare che, purtroppo, nelle nostre periferie palermitane l’aurora non sorga mai.

Maria D’Asaro (“Centonove” del 12.10.2012)

mercoledì 10 ottobre 2012

Sembra ieri






Sembra ieri.
Eppure sono già ventuno i mesi di ottobre senza di te. 

Non ci sono riuscita, papà. 
Non sono stata saggia e forte come speravi.
Senza la tua mano, mi sento perduta. 

lunedì 8 ottobre 2012

A proposito di scandali e di politica ...


Una sintesi dell'omelia di domenica 30 settembre: chiesa san Francesco Saverio, Palermo, autore don Cosimo Scordato.

La Parola di Dio oggi ci indirizza in due direzioni, che non sono poi antitetiche.
La prima direzione è quella della denunzia: (...) quello che diceva san Giacomo, dovremmo riproporlo immediatamente: - Guai a voi ricchi, che rubate allo Stato, alla comunità, che sottraete denaro nei modi più sporchi … Siate maledetti. Non avete dignità per stare in mezzo a noi. – 
Su questo, san Giacomo ci invita a essere chiari, a non utilizzare mezze misure – queste cose non si fanno, non dovreste farle … – credo che siamo stati troppo indulgenti: non possiamo sopportare che ci sia gente che lavora e gente che accumula sul lavoro degli altri cifre sproporzionate, e ancora ci sia gente che non riesca neppure a sbarcare il lunario e ci sia gente, a migliaia, a milioni, che ha perso il lavoro …
Come possiamo accettare questa politica che non ci annunzia niente di nuovo rispetto a questo stato di cose che invece deve essere radicalmente ribaltato? (...) Ebbene, questo è un peccato che grida vendetta: ma non per mandarlo domani all’Inferno, ma per intervenire nell’oggi, per cambiare le cose oggi, perché non sono sopportabili, non sono secondo la parola di Dio e non sono secondo la nostra coscienza. E’ assurdo.
Andiamo ora al Vangelo di oggi: quindi la denunzia non può mancare. Diceva don Lorenzo Milani che nei confronti dei politici il primo nostro dovere è quello di criticarli, siamo sempre autorizzati a criticarli: perché è sicuro che non hanno fatto mai abbastanza. Poi certo possiamo anche auto-criticarci e don Milani lo faceva spesso verso se stesso, era molto esigente verso se stesso, altroché, l’autocritica non deve mai mancare. Ma non dobbiamo mai farci incantare dalle chiacchiere televisive, dai buoni propositi solo verbali .
Il Vangelo di oggi, allora. Gesù ci invita e superare quella concezione che pure è stata molto della Chiesa: i buoni sono dentro la Chiesa, i cattivi sono quelli di fuori; i salvati sono i credenti, i dannati sono tutti gli altri. Gesù ci dice invece; dove c’è un po’ di bene, lì sta operando Dio. Riconosciamo il bene, la verità, le cose giuste in tutte le persone che le fanno e non pregiudichiamo niente a seconda dell’appartenenza religiosa: - Tu sei protestante e non puoi fare niente di buono, tu sei non credente e non puoi fare niente di buono. – Ma chi l’ha detto? Dio è più grande della nostra esperienza credente. E Dio ama tutti e opera in ciascuno
Quindi il Vangelo ci invita ad accogliere le sollecitazioni che la Parola di Dio fa ovunque avvengano. E poi ci dà un’indicazione importantissima, che continua il Vangelo di domenica scorsa. Cosa dicevamo domenica scorsa? Quel garzone che Gesù mette al centro, che viene comandato, che deve obbedire a tutti, che va, è disponibile, servizievole, si dedica, non ha la testa montata. E Gesù ci dice: - Dovete essere come lui, perché chi sa servire agli altri, costui è degno agli occhi del Signore; chi non serve alla comunità non è degno di niente. – 
E Gesù poi continua il discorso, ma siccome gli apostoli non l’hanno capito, perché stanno discutendo chi era il più grande, allora Egli continua dicendo: - Cari apostoli, se voi scandalizzate le persone semplici, le persone che credono al Vangelo e lo prendono sul serio, e vi fate tentare dal dominio, allora è necessario fare operazioni chirurgiche: la mano, il piede, gli occhi. Perché c’è questa identificazione? Perché il potere si esercita con la mano, anche con la violenza fisica, con gli occhi, con l’intelligenza, cercando di sovrastare il pensiero degli altri; e con i piedi, col camminare per costruire il proprio bene, non il bene della collettività.
E quindi Gesù ci dice di tagliare anche la mano, di togliere il piede se scandalizziamo gli altri, se dovessimo tradire il Vangelo e scandalizzare la sensibilità di coloro che ci vogliono credere senza lasciarsi vincere dalla tentazione del dominio, perché il dominio è terribile. (...)
Continuiamo allora a confessare le disparità di stipendi che offendono il lavoro quotidiano: non capiamo perché alcuni guadagnano milioni, magari anche rubando, e medici che hanno la responsabilità di un pronto soccorso, insegnanti che stanno ore e ore con bambini difficili e scatenati, operatori che lavorano umilmente a tenere pulita la città, chi lavora quotidianamente a casa, tutti questi lavori sono poco pagati. Forse non valgono niente? Non sono tutte responsabilità?
Dovremmo smontare questo sistema che abbiamo dato per scontato, perché non abbiamo più avuto quest’atteggiamento profetico. Magari qualcuno ci ha anche guadagnato, anche in ambito ecclesiale, purtroppo.
E invece il Vangelo ci esorta a non scandalizzare la semplicità dell’accoglienza e della parola di Dio: cioè la bellezza del servizio. – Hai servito? Ti bacio le mani. Sei degno di stare in mezzo a noi. Se non lavori e rubi lo stipendio devi stare lontano.
  (il testo non è stato rivisto dall'autore, don Cosimo Scordato: eventuali errori o omissioni sono della scrivente, Maria D’Asaro, che si assume pertanto la responsabilità delle eventuali imprecisioni e manchevolezze della trascrizione)

domenica 7 ottobre 2012

Terra


Terra
di nessuno
oggi, la mia.
E’ duro ararla ancora.
Resisti.       
             

venerdì 5 ottobre 2012

I Beatles and me: 50 anni insieme.


     Era il 5 ottobre del 1962 quando uscì Love Me Do, il loro primo singolo. 
La musica di questi geniali ragazzotti di Liverpool, coi capelli un po’ diversi dagli altri, sarebbe diventata colonna sonora della mia vita.  Anzi, della nostra.



Michelle


Hey, Jude (con parole a seguito, in English)


Hey, Jude, don't make it bad
Take a sad song and make it better
Remember to let her into your heart
Then you can start to make it better

Hey, Jude, don't be afraid
You were made to go out and get her
The minute you let her under your skin
Then you begin to make it better.

And any time you feel the pain, hey, Jude, refrain
Don't carry the world upon your shoulders
Well don't you know that its a fool who plays it cool
By making his world a little colder

Hey, Jude! Don't let her down
You have found her, now go and get her
Remember, to let her into your heart
Then you can start to make it better.

So let it out and let it in, hey, Jude, begin
You're waiting for someone to perform with
And don't you know that it's just you, hey, Jude,
You'll do, the movement you need is on your shoulder

Hey, Jude, don't make it bad
Take a sad song and make it better
Remember to let her into your heart
Then you can start to make it better

Yellow Submarine


martedì 2 ottobre 2012

Augusto: se lo conosci, lo pratichi. O, almeno, lo leggi.


Forse lui non se lo ricorda, ma questo mese sono 25. Gli anni di un’amicizia d’argento. 
Abbiamo condiviso di tutto, in questo quarto di secolo. Vicende pubbliche:  l’antimafia, l’impegno sociale nei quartieri difficili, il tentativo di trovare posto in una chiesa più umana e autentica, lo slancio ecologista ed ecumenico, cenette filosofiche e convegni … Vicende private, liete e meno liete: compleanni, nozze, separazioni, figli (tre, tutti a mio carico), la perdita di suo padre e quella di mia sorella.
E poi condividiamo il piacere di scrivere, leggere, riflettere sulla vita.
Non c’è un suo scritto che non abbia letto e commentato. Quasi sempre in modo positivo: perché “sta” sulle cose e ha il dono della chiarezza e della capacità divulgativa.
Giornalista, scrittore, insegnante, consulente filosofico: il mio amico è Augusto Cavadi.
Questo è il suo sito.
Oggi è il suo il compleanno. Questo post è il mio modo di fargli gli auguri.