Palermo – Mesi fa, durante una chiacchierata informale con la professoressa Ornella Giambalvo, docente ordinario di Statistica sociale all’Università di Palermo, la scrivente si era mostrata assai interessata alla tipologia dei nomi di vie e strade cittadine. E si domandava se fosse possibile uno studio sistematico al riguardo…
Poco tempo dopo, con esemplare prontezza, l’amica docente le ha donato un’analisi statistica dal titolo esplicativo “La toponomastica a Palermo: viaggio fra storia, cultura, persone e luoghi che disegnano l’identità della città”, dove la professoressa Giambalvo esordisce scrivendo: “Palermo, con il suo straordinario patrimonio storico e culturale, offre un esempio affascinante di come le stratificazioni linguistiche e le dominazioni succedutesi nei secoli abbiano lasciato traccia nei nomi delle sue strade, piazze e quartieri. Ogni dominazione, infatti, ha lasciato un’impronta nella toponomastica cittadina, rendendola un mosaico di influenze linguistiche e storiche risalenti ai Fenici, ai Punici, al periodo greco e romano, alla dominazione Araba (da cui il nome dell’intero quartiere della Kalsa), o all’epoca Normanna e Sveva o ancora alla dominazione spagnola e moderna.
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Fig.1 |
Ciascuno di noi, palermitano o turista o semplice cittadino capitato per caso un giorno a Palermo, passeggiando per la città si trova dentro un archivio storico che narra di famiglie, personaggi, luoghi, monumenti, battaglie storiche, virtù, santi ed eroi, martiri, poeti e letterati, e dentro un giardino fatto di fiori, piante, animali.”
Da questo prezioso studio statistico si evince innanzitutto che i toponimi usati a Palermo sono 5031, di cui 4496 distinti: “128 siti, poco più del 2,5% del totale, soprattutto vie, sono ancora senza nome e identificate da sigle. (…) Quasi la metà dei toponimi è dedicata a personaggi, mentre rispettivamente il 10% e il 9% è dedicata ai luoghi e a persone o luoghi riconducibili alla cristianità. Seguono, in ordine decrescente, le altre categorie.” (Fig.1)
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Fig.2 |
Viene poi esaminata la distribuzione per tipologia: la categoria dei personaggi, probabilmente sottostimata, rappresenta quasi la metà dei toponimi di Palermo: il 49%.
E qui viene fuori l’evidente squilibrio di genere nella denominazione delle strade e delle piazze: infatti ben il 93% sono figure maschili, spesso sovrani, uomini legati a guerre o alla politica, mentre le donne rappresentano appena il 7% della categoria.
Si evidenzia poi che la tipologia di personaggi maschili e femminili, all’interno dell’elevato divario di genere, ci consegna tra lo sparuto numero di donne una gran quantità di figure mitologiche, mentre tra gli uomini hanno spazio varie tipologie di professionisti in vari ruoli (medici, ingegneri, letterati) anche se emergono tanti generali e politici.
Sembrerebbe che per le donne vada meglio se si tratta della titolazione dei viali, ma in realtà i viali a Palermo sono assai pochi e la loro titolazione al femminile non muta i numeri su riportati.
Lo studio statistico della professoressa Giambalvo ci informa ancora che la prevalenza dei toponimi maschili è confermata anche per quel 9% di vie/strade/vicoli ecc. dedicati a figure o siti religiosi (beati, Santi, vescovi, cardinali, preti, Cristi).
Aggiunge comunque che la percentuale di figure femminili religiose (beate, sante, suore, Madonne) è nettamente superiore a quella dei personaggi femminili “civili” (il 20% di figure religiose femminili contro il 7% di figure ‘civili’ femminili)”. (Fig.2)
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Fig.3 |
Se si sposta lo sguardo all’intitolazione dei luoghi e monumenti di interesse il divario tra presenze femminili e maschili si attenua leggermente. Intanto dei 141 luoghi e monumenti di interesse (parchi, giardini, ville, villette, sale lettura, ecc.) il 74% si riferisce a persone, il 5% circa a religiosi o luoghi di culto, e il 9,2% a luoghi. La quota mancante comprende personaggi e/o gruppi misti, sia maschili sia femminili. Nel caso di luoghi di interesse dedicati a persone, le figure femminili sono il 15,4% vs. il 77,9% delle figure maschili. (vedi Fig.3)
Se si va poi ad esaminare la distribuzione per toponimi di genere e quelli senza nomi all’interno delle otto circoscrizioni in cui è suddiviso il capoluogo siciliano, si trova che la settima circoscrizione, l’area più a nord della città, è quella con la maggiore presenza di toponimi femminili, mentre le circoscrizioni seconda e terza (le periferie a sud-est della città) presentano la più alta percentuale di toponimi vuoti o con sigle provvisorie. (continua su il Punto Quotidiano)
Maria D'Asaro, 5.10.25, il Punto Quotidiano
Molto interessante!
RispondiElimina@Olga: grazie per l'attenzione!
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