Palermo – Nella martoriata Palestina e nello stato di Israele, la speranza di far cessare la follia brutale della guerra ha il volto limpido di quattro giovani. Quello di Sofia Orr e di Daniel Mizrahi, una ragazza e un ragazzo israeliani che hanno fatto l’obiezione di coscienza, rifiutando di indossare la divisa militare e imbracciare le armi e per questo, secondo le leggi israeliane, sono stati per un certo periodo in prigione; e quello di Tarteel Yasser Al Junaidi e Aisha Amer, due donne palestinesi attiviste nonviolente, in lotta contro l’occupazione dei loro territori e in difesa dei diritti umani, calpestati nell’attuale situazione di guerra.
Sofia e Daniel, Tarteel e Aisfa credono nella possibilità del dialogo tra palestinesi e israeliani e lavorano insieme per una risoluzione nonviolenta del lungo e sanguinoso conflitto tra le parti. Sono una sorta di "gruppo misto" israelo-palestinese, e rappresentano due importanti movimenti: Sofia e Daniel fanno parte di ‘Mesarvot’, una rete di giovani attivisti israeliani che rifiutano di prestare il servizio militare obbligatorio, mettendo in pratica l’obiezione di coscienza: mentre Tarteel e Aisfa fanno parte di Community Peacemaker Teams - Palestina (CPT), un’organizzazione che sostiene la resistenza di base nonviolenta all’occupazione israeliana.
I quattro attivisti sono stati invitati in Italia dal Movimento nonviolento per la Campagna di Obiezione alla guerra: nel nostro paese (continua su il Punto Quotidiano)
Maria D'Asaro, il Punto Quotidiano, 27.10.24
Bisogna sempre crederci nella pace.
RispondiEliminaUn articolo necessario, anche per il silenzio assordante dei media sull'evento. Grazie, Maria !
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