venerdì 26 luglio 2024

Il governo che vorrei...secondo Natalia Ginzburg

      "(…) Forse i governi non sono mai né belli né dolci. Qualcuno è comunque sopraffatto. Il governo che io chiederei per la mia persona, sarebbe un governo del tutto incolore, inconsistente, invisibile, un governo così aereo e invisibile che potessimo non pensarci mai e non accorgerci nemmeno che esiste. In un simile governo, tutti starebbero bene, ci sarebbe un giusto spazio e una giusta dimora e una giusta misura di beni e di libertà per ognuno. 
    È però vero che un governo di questa sorta non esiste in natura, non se ne vedono segni né parvenze in nessun luogo. In ogni governo che vediamo intorno a noi c’è rumore, sopraffazioni, giornali con titoli esuberanti e bugiardi, menzogne di ogni specie nella vita pubblica. (…)
    La verità è che quello a cui penso, un governo aereo, leggero, inconsistente e invisibile, sarebbe forse un governo debole, e sembra che in politica la debolezza non abbia nessuna possibilità di sopravvivenza. Sarebbe un governo debole, perché in politica la forza è rumorosa, invadente, enorme e sanguinaria.
   Sarebbe un governo senza denaro né armi, fondato unicamente su alcuni beni che sono cari allo spirito, come la giustizia, la verità e la libertà. 
     Ma in politica, la parola ‘verità’ raramente viene usata, e a giustificazione di non poterla usare vengono evocati quei congegni così delicati, fragili e sensibili, che stanno nel cuore della vita politica e che esigono speciali cautele e sottilissime precauzioni. Quanto alla verità e alla giustizia, ti dicono che è necessario difenderle per un poco di tempo con le armi, con le autorità di polizia e con le carceri, ti dicono che è indispensabile difenderle con la forza e noi abbiamo invece un insopprimibile desiderio di debolezza.
    Ti dicono che in un futuro lontano, dopo aver usato armi e carceri magari per secoli, finalmente poi si potrà star bene, ci sarà spazio e libertà per ognuno e si potrà pensare non più alle nazioni, alle masse e ai governi, ma unicamente alla condizione individuale e solitaria dell’uomo.
    Però nessuno riesce più a credere nel futuro. Anni fa, ancora ci si riusciva, la musica del domani suonava alle nostre orecchie inebriante e vera. 
Ma ad un tratto i secoli futuri ci sono crollati davanti ai piedi. Desiderando noi un mondo migliore, non riusciamo più a contemplarlo proiettato nei secoli. Davanti a noi non ci sono più i secoli, e se anche ci fossero, non abbiamo più né voglia né fantasia di sapere come si configurano.
      Oggi noi amiamo tutti tenacemente il presente, e ci rendiamo conto di essere strettamente legati con l’amore a un tempo che non dà nessun segno di volerci amare”.

Natalia Ginzburg Vita immaginaria (a cura di Domenico Scarpa) Einaudi, Torino, 2021, p.125,126



mercoledì 24 luglio 2024

lunedì 22 luglio 2024

Natalia Ginzburg e la politica...

       (…) "Esistono alcune persone che non capiscono nulla di politica. Fra queste sono io (…) Oltre alla politica, vi sono infinite altre cose che io non so e non capisco per nulla, come l’economia, o la chimica, o le scienze naturali. Però il non capirle mi è indifferente. Vivo bene lo stesso. (…) Non capire niente di politica mi sembra invece una grave menomazione. (…)
   Pur non comprendendo io nulla di politica, mi accade a volte di accendermi di odio o di sdegno, o di consenso e passione per fatti politici. Simili fatti però non mi appaiono in un quadro coerente, lucido e armonioso, mi appaiono sempre come lembi o tronconi o schegge, ai quali mi aggrappo come un naufrago nella piena di un fiume. 
    Una delle pochissime idee politiche da me custodite, e forse l’unica, mi è stata somministrata quando avevo sette anni. Mi fu spiegato cos’era il socialismo, cioè mi fu detto che era uguaglianza di beni e uguaglianza di diritti per tutti. Mi parve una cosa che era indispensabile fare subito. Trovai strano che ciò non fosse ancora stato attuato. Ricordo con precisione l’ora e la stanza in cui mi venne offerta questa frase, che mi sembrò lampante e indispensabile. Ancora oggi essa ha il potere di svegliare in me una sorta di fuoco. Ancora oggi dura in me la meraviglia che questa cosa, cioè l’uguaglianza dei diritti e dei beni, non sia stata attuata e che sembri così complesso e così difficile attuarla. (…)"
 
Natalia Ginzburg Vita immaginaria (a cura di Domenico Scarpa) Einaudi, Torino, 2021, p.122,123,124

domenica 21 luglio 2024

Sicilia a secco: rischio desertificazione

Lago di Pergusa
         Palermo – Restano solo sette anni in Sicilia per fronteggiare, o almeno mitigare, la desertificazione che minaccia parte delle aree interne dell’isola a causa dei sempre più frequenti e prolungati periodi di siccità: lo ha affermato in un’intervista al giornalista Lorenzo Tondo, corrispondente della rivista The Guardian, il professore Christian Mulder, docente di Ecologia ed emergenza climatica presso l’Università di Catania.
       Nell’intervista (riportata il 12 luglio scorso da Aurelio Sanguinetti nella newsletter Balarm) il professore Mulder afferma: (continua su il Punto Quotidiano)

Maria D'Asaro, 21.7.24, il Punto Quotidiano

venerdì 19 luglio 2024

Rita, settima vittima di via D’Amelio

Murales di Rita Atria, realizzato nella scuola media G.A.Cesaro - Palermo
       Palermo – Il 19 luglio 1992, a Palermo, nei pressi dei numeri civici 19/21 di via Mariano D’Amelio, alle ore 16.58 una Fiat 126 contenente circa 90 chili di esplosivo al plastico uccise il giudice Paolo Borsellino e cinque agenti della scorta: Agostino Catalano, Emanuela Loi (prima donna a far parte di una scorta e anche prima donna della Polizia di Stato a morire in servizio), Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina. Sebbene vari processi non siano ancora riusciti a fare piena luce su depistaggi e su alcuni lati oscuri della strage, è ormai certo che l’attentato, avvenuto appena 57 giorni dopo la strage di Capaci, venne deciso e pianificato dalla cupola mafiosa di allora, come ritorsione per la sentenza della Cassazione del 30 gennaio 1992 che confermava a Riina (allora ancora latitante) e a tanti altri mafiosi gli ergastoli sanciti dal Maxiprocesso di Palermo.
Non tutti ricordano però che la strage di via d’Amelio causò un’altra vittima: infatti, sette giorni dopo, il 26 luglio, si tolse la vita a soli 17 anni la testimone di giustizia Rita Atria.
     Chi era Rita? (continua su il Punto Quotidiano)

Maria D'Asaro, 14.7.24, il Punto Quotidiano



mercoledì 17 luglio 2024

Sud Tirolo/Alto Adige: lo amo perchè... (2)

Castello di Rodengo-Schloss Rodenegg

 

1. Per i fiori 

2. Per i  castelli, suggestivi e tenebrosi: quello di Rodengo...



















Qui notizie sul castello di Rodengo.

lunedì 15 luglio 2024

Sentieri creativi

       "(…) Sono i rapporti di potere e non i rapporti di senso quelli che reggono la storia, così pare. Non c’è via d’uscita? Dobbiamo ammettere che non c’è altro modo per risolvere questi continui accomodamenti tra poteri insaziabili se non la guerra? Dobbiamo alla fin fine ammettere che il fondamento del cosmo è polemos, il conflitto inteso come trasgressione dei limiti, e che il fondamento dell’essere è (…) la bellicosità, l’inumanità, vale dire ciò che è impossibile tollerare, spiegare, ricondurre a una misura, a dei limiti; in parole povere, uccidere e morire? (…)
     Forse per bandire le guerre è necessario educarci ad accogliere dentro di noi la mortalità che è insita in ogni essere vivente, accogliere la morte come meta finale della vita, e non continuare ad estrometterla. Si tratterebbe di un rovesciamento radicale, che implicherebbe non la tensione cieca verso il baratro dell’abisso in cui scivoliamo di continuo e sprofondiamo, ma l’ascesa verso uno spiraglio luminoso, verso la nascita, verso il dono della vita da parte di chi ci ha messo al mondo. 
    La condizione umana sarebbe così rischiarata dalla gioia di esserci, in questo mondo, e tutta la condizione del vivere risplenderebbe nella sua vulnerabilità. E la gioia della scoperta di essere vivi, di giorno in giorno rinnovata, schiuderebbe i sentieri della bellezza che sono in noi e scatenerebbe il desiderio di tutelarli e di salvaguardarli e di credere che la vita umana non è puro e semplice desiderio su ciò che è l’altro e di schiacciarlo. 
      Alla furia del coinvolgimento bellicoso potremmo forse, con pazienza e lentezza, e in direzione contraria all’iperattività dei nostri tempi, sostituire un’altra forma di furore, l’estro creativo, perché creare è una forma di maternità.
    In quest’atmosfera guerraiola vorrei gridare assieme a Anna Maria Ortese: 
Lasciate che gli uomini tutti creino qualcosa con le loro mani, o la loro testa, in tutte le età, e soprattutto nella primissima; che imparino le misteriose leggi della struttura e della composizione estetica – prima di ogni altra legge, se avete a cuore libertà e società su questa meteora rapidissima che è il vivere. (…) Introducete l’Estetica e le sue leggi nell’ottuso e prigioniero vivere umano. Avrete introdotto libertà – sospensione del dolore – eleganza, dolcezza.” 

Maria Concetta Sala Basta con le guerre!  
In Corpi e parole di donne per la Pace, a cura di Mariella Pasinati, Navarra ed., PA, 2024, pp.15,16

sabato 13 luglio 2024

La libertà, secondo Natalia Ginzburg...


Festival Filosofia Gibilrossa, 12.7.24: pittura collettiva
           (…) "Forse, in verità, non abbiamo mai smesso un solo istante di chiederci, consapevolmente o inconsapevolmente, cosa sia la libertà. Essendo la libertà per un numero sterminato di persone libertà dalla servitù della miseria, avanzare altre diverse richieste di libertà sembra un arbitrio. Sembra infatti assai difficile stabilire quali delle umane richieste di libertà siano arbitrarie e quali sacrosanti e legittime. 
     Certo è che alcune richieste di libertà sono totalmente arbitrarie, essendo semplicemente la richiesta di conservare intatte private e personali condizioni di denaro o di fortuna a dispregio degli altri, ma esse usano nascondersi e coprirsi dietro richieste di libertà legittime e sacrosante e questo addensa sopra la parola ‘libertà’ il buio e la confusione.
     Per me e per un gruppo di persone identiche a me, ‘libertà’ vuol dire scrivere tutto quello che ci passa per la testa. Non è che questo appaghi la nostra sete di libertà universale. Questo però appaga un nostro individuale desiderio. Pensiamo che la libertà di scrivere e di pensare dia un diritto legittimo, uno dei legittimi e sacrosanti diritti umani. È però un diritto sostenuto da innumerevoli privilegi. Noi in qualche momento ci chiediamo se questo nostro diritto non sia un arbitrio. Ogni parola ci sembra oggi così vacillante e oscillante che non siamo più sicuri di nulla. Ogni bene che possediamo, noi ci chiediamo se non si tratti di un furto. Non siamo affatto sicuri che le nostre espressioni di libertà non rubino qualcosa agli altri.
     Forse sarebbe giusto e necessario che ognuno pensasse non alla sua libertà, ma a quella degli altri. Se ognuno pensasse a quella degli altri invece che alla sua propria, se fosse disposto a proteggere quella degli altri in luogo della sua, saremmo allora più vicini a una giusta divisione di beni, di privilegi e di libertà fra gli uomini."

Natalia Ginzburg Vita immaginaria (a cura di Domenico Scarpa) Einaudi, Torino, 2021, p.116

giovedì 11 luglio 2024

Sud Tirolo/Alto Adige: lo amo perché...

            Ci sono tante ragioni per amare il Sud Tirolo/Alto Adige: 

1) I fiori...