mercoledì 3 luglio 2024

Caro Alex, ci manchi tanto tanto...

      (…) Ci manchi da tante estati. 
Oggi saresti più curvo, con i capelli grigi e qualche ruga in più. Per te, comunque, essere giovane non era un dato anagrafico, ma una condizione dell’anima: avresti ancora il tuo sorriso “da coniglio intelligente e affettuoso” e quell’aria ironica, buona, curiosa da eterno ragazzo: “quell’aria eternamente trafelata e provvisoria, i sandali francescani d’estate e il maglione norvegese d’inverno”, come ricordano i tuoi amici.
      Chissà cosa poteva fermarti, quel maledetto 3 luglio, quando decidesti di lasciarti andare su un albero di albicocco, in Toscana, a Pian dei Giullari. (…)
     Se fosse stata ancora viva tua madre, il 3 luglio del 1995, forse non ti saresti ammazzato. Doveva essere una bella persona, tua madre.
Sapeva affascinarti con i suoi racconti, come la storia di san Cristoforo, che lei, “né chissà quale esperta di santi, né devota”, ti ha saputo narrare. 
     Sapeva cogliere l’essenziale, tua madre: quando da ragazzino quasi ti scandalizzavi perché tuo padre non andava in chiesa, ti diceva che non conta tanto ciò in cui si dice di credere, ma come si vive. È stata lei a introdurti alla complessità del reale, a una precoce visione nonviolenta della storia e degli uomini, che non traccia separazioni nette tra bene e male: “Né tutti i tedeschi, né tutti gli italiani sono buoni o cattivi, bisogna distinguere”, amava ripetere. (…)
Tua madre: la prima donna dottore in chimica, in Italia. Forse proprio da lei hai appreso la capacità di ‘catalizzare’ uomini, progetti e idee; di sciogliere e scomporre per trovare nuove unità e dare risposte adeguate a nuovi bisogni e a più vasti orizzonti. 
      Al Partito comunista italiano in fibrillazione dopo la caduta del Muro di Berlino, suggerivi: “Per coagulare sul serio percorsi ed ispirazioni diverse in uno sforzo comune, bisogna che prima di tutto le rigidità e gli spiriti di bandiera si attenuino e magari si dissolvano. ‘Solve et coagula’, sciogliere e coagulare, dicevano gli alchimisti rinascimentali”. (…)
    L’impegno verde ed ecologista, insieme a quello per la pace, è stato l’orizzonte ideale per cui hai speso le tue migliori energie. Da quando, l’8 dicembre 1984, hai tenuto la relazione introduttiva alla prima assemblea, dei Verdi sei stato co-fondatore e ispiratore. Un vero profeta ecologista (…) Scrivevi: “Il movimento ecologico tenta di essere perpendicolare rispetto al dominio della crescita e del primato dell’economia. Perché afferma e cerca di praticare una compatibilità completamente diversa. Dice che certe cose non si possono fare perché sono incompatibili con la vita e con la capacità di sopportazione del pianeta. (…) Non è possibile che per ragioni economiche distruggiamo qualcosa che non è più rigenerabile e viene irreversibilmente perduto. (…) Il movimento ecologico sta scoprendo un criterio di incompatibilità con la civiltà dominante molto profondo e molto forte. Nel nostro rapporto con la terra sta succedendo quel che avviene ad una persona quando è ammalata: improvvisamente tutte le priorità tradizionali (successo, carriera, etc.) diventano secondarie perché la salvaguardia della salute, il ripristino del benessere fisico diventano l’unico criterio che conta davvero”.
 “Passare dalla logica del più alla logica del meno: noi siamo abituati a considerare gli indici di crescita e di progresso come segnali di miglioramento del benessere. (…) La cruna dell’ago rispetto alla quale si devono oggi misurare i movimenti che si propongono come loro fondamento ideale la ricerca della pace con gli uomini e con la natura, è ribaltare quella impostazione, riconoscendo che l’obiettivo è l’autolimitazione. (…) Cioè un atteggiamento meno predatorio, meno vorace verso la biosfera. (…)
    Caro Alex, chissà quando hai smarrito la bussola della tua anima… (…)
Sei stato sepolto a Telves di sotto, in un angolo del cimitero accanto alla Pieve. Ci sono delle piantine grasse sulla tua tomba. 
Hai avuto tre funerali religiosi. Niente male per un suicida. Nell’omelia funebre, padre Gottfried Gruber ha detto che il figlio di suo fratello era morto, come te, impiccato a un albero: suo padre con una mano ne ha cinto il corpo, con l’altra tagliava la corda. Padre Gruber ha aggiunto: “Così farà, con il nostro Alex, il Padre nei Cieli”.
    Caro Alex, forse alla fine ti è mancata una musica, un motivo da fischiettare… Amavi le canzoni di Branduardi: così ti penso di più, quando ascolto le sue canzoni.
E ti sento vicino, come angelo custode speciale.  

La lettera completa si trova in: Maria D'Asaro, Una sedia nell’aldilà, Diogene Multimedia, BO, 2023



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