martedì 29 agosto 2017

God bless America

Su Micromega, n.5/2017, l’imperdibile articolo di Silvia Pareschi, traduttrice e scrittrice  (Nine hours of separation il suo blog) sul ruolo della destra religiosa nell’amministrazione Trump:

Questa una sintesi, dalle pagg.185/187:

(…) Quando si parla di destra religiosa si intende una coalizione informale riunita intorno a un nucleo di evangelicali[1] e cattolici (questi ultimi rappresentano circa il 21% degli americani e hanno voltato al 52% per Trump , con una netta distinzione fra bianchi, 60%, e ispanici, 26%), con l’appoggio dei più conservatori fra protestanti storici, ebrei e mormoni. Si tratta di un movimento che ha messo radici nella politica sin dagli anni Quaranta e si è solidamente organizzato a partire dagli anni Settanta, in teoria per contrastare la legalizzazione dell’aborto, ma in realtà per opporsi a una serie di sentenze della Corte Suprema che revocavano l’esenzione dalle tasse di alcune scuole che discriminavano gli studenti neri.
Nel 1979 il telepredicatore della Southern Baptist Convention Jerry Falwell fondò la Moral Majority, un movimento che al suo apice raggiunse quattro milioni di membri, localizzati soprattutto nella Bible Belt[2] , e che svolse un ruolo fondamentale nell’elezione di Ronald Reagan. (…)
Pat Robertson , un altro telepredicatore (…) fondò nel 1989 la Christian Coalition of America, che si affiancò  nella galassia dei movimenti ultraconservatori a due organizzazioni fondate da James Dobson, il Family Research Council (…) e Focus on the Family.  Da quest’ultima organizzazione nacque Love Won Out, programma di terapia di conversione inteso a riportare gli omosessuali sulla retta  via dell’eterosessualità: un metodo coercitivo condannato da tutte le organizzazioni mediche e psichiatriche e sostenuto tra gli altri anche dal vicepresidente Mike Pence.
La forza politica della destra religiosa è dovuta alla grande capacità di mobilitazione del suo elettorato, che si presenta compatto alle urne in un paese dove l’affluenza è sempre piuttosto bassa. Dopo quella di Reagan, anche la vittoria di George W. Bush dovette molto al sostegno degli evangelicali bianchi, che nel 2000 votarono per lui al 68% e nel 2004 al 78%.

I fondamentalisti cristiani attribuiscono una grande importanza all’istruzione. Considerano le scuole pubbliche un’intrusione dello Stato nella libertà dei cittadini e intendono sostituirle con scuole private confessionali o con l’istruzione domiciliare. La percentuale dei bambini istruiti a casa è passata dall’1,7% del 1999 al 3,4 del 2012, con circa il 70% dei genitori che cita motivazioni morali o religiose per la propria scelta. (…) Trump, durante la campagna elettorale, ha promesso di favorire la libertà di scelta dei genitori stanziando 20 miliardi di dollari in voucher ed estendendo il contributo dello Stato non solo alle charter schools (scuole di norma di proprietà privata, generalmente a statuto non-profit), ma anche alle scuole completamente private, comprese quelle for profit, e all’istruzione domiciliare. (…) Le scuole private religiose inserite nel programma dei voucher possono aggirare la sentenza federale che proibisce di insegnare il creazionismo, ricevendo al contempo un sussidio da parte dello Stato. Alcune charter schools adottano l’Accelerated Christian Education, un programma educativo basato sul principio del letteralismo biblico, che nei suoi libri di testo approva la segregazione razziale, condanna l’aborto e l’omosessualità, dichiara che l’astinenza è l’unico modo per evitare l’Aids e sostiene l’esistenza del mostro di Loch Ness come prova contro la teoria dell’evoluzione. (...)
  


[1] (…) Con l’espressione «movimento evangelicale » ci si riferisce ad alcune Chiese specifiche – in particolare a quelle sorte dai vari movimenti di Risveglio dell’Ottocento e del Novecento – ma anche a un fenomeno teologico e sociologico trasversale a tutte le denominazioni protestanti storiche.
[2] (…) area che comprende all’incirca i territori di Tennessee, Virginia, Georgia, Texas, Arkansas, Alabama (…)

domenica 27 agosto 2017

Quaderno blu





Sai
Di amaro,
Solitudine non scelta:
Farmaco a fatica ingoiato.
Guarirai.











Rammendi
Orli imperfetti,
Timidi umili pegni
Di futuro da scrivere.
Possibile.














Profumo
Di bucato
Questa domenica pomeriggio
Dal piano di sopra.
Salva.                                                        

venerdì 25 agosto 2017

Cercando il tesoro nascosto


          (…) Facciamo un’immersione in queste due concise, splendide parabole di Gesù, che ci parlano di questo tesoro nascosto, di questa perla preziosa. Cosa è il tesoro nascosto, cosa è la perla preziosa? Ecco, care sorelle e fratelli, il tesoro nascosto è Dio, nascosto nella nostra vita, nascosto nella nostra vita, nascosto nel nostro mondo e nelle persone che incontriamo ogni giorno. (…) Il mondo visibile che noi contempliamo, tocchiamo con mano ogni giorno, tante volte ci esalta, tante volte ci delude, questo mondo – della storia, della creazione, della vita degli uomini – è sostenuto dall’interno da questa presenza di amore con la quale Dio ci vuole venire incontro. Il mondo esiste perché noi possiamo incontrare Dio. E possiamo incontrarlo in ogni cosa, stupircene, e tirarlo fuori in ogni incontro della nostra vita. Non sprecare la preziosità della vita di ciascuna persona, di ogni incontro, di ogni ricerca, di ogni atto impegnativo che ci vede orientati nel cammino della giustizia, della verità, della bellezza …
        Credo che la cosa più bella che queste parabole ci vogliono regalare è questo senso di stupore: stai vedendo un bambino? Scopri Dio in questo bambino, Dio che si fa bambino… Stai incontrando una persona? Scopri Dio in questa persona, anche se a volte questa presenza sembra così offuscata, così compromessa (…).
        Siamo invitati a questa scoperta bella che il Vangelo ci offre, la bella notizia di potere guardarci in faccia e ognuno nell’altro cercare Dio: cioè quella dimensione sempre più grande, sempre più bella, sempre più giusta, sempre più vera che non si può rinchiudere in nessuna esperienza concreta, ma che ogni esperienza concreta ci può lasciare intravedere quanto più si apre, quanto più resta aperta a questa continua ricerca del sempre più grande e del sempre più bello.
        In chi? In ciascuno di noi! Questo è il Vangelo, questa è bella notizia che ci apre gli occhi, che ci induce alla meraviglia, alla gioia di continuare a vivere nonostante tutto, di continuare a lasciarci aprire gli occhi da Dio. Il tesoro nascosto è Dio stesso, dentro ogni cosa, dentro ogni persona, dentro ogni avvenimento. Qualche volta è nascosto nel senso che noi lo occultiamo, lo blocchiamo; qualche volta è nascosto perché è presente in punta di piedi. Qualche altra volta è nascosto perché fa 
appello al senso del mistero che si addice all’esperienza umana, mai esausta e mai esauribile. (…)
        Il Regno dei cieli – Dio – è simile a un tesoro nascosto in un campo … Siamo disposti a scavare nel campo? Ad aprire la conchiglia per trovare la perla preziosa oppure vogliamo consumare tutto alla superficie, come se la realtà ci lambisse appena e poi ci lascia tali e quali? Scrutare le profondità di Dio significa appunto cercare la sua invisibile presenza nella visibilità e nella tangibilità di tutto ciò che noi viviamo e che costituisce la sostanza della nostra esistenza. Se è così, allora la bella notizia del Vangelo deve brillare sui nostri volti e sui volti degli altri.
        Ed è a questo che siamo chiamati, care sorelle e fratelli. E’ un bellissimo esercizio, come se dovessimo chiederci ogni volta che vediamo un bambino: dov’è Dio nascosto in questo bambino? Tutte le potenzialità, tutta la freschezza, tutta la sua gioia di vita … Un incontro di coppia, la persona che amate, da cui siete amati … (…) La vita familiare, i rapporti familiari, i rapporti di amicizia, i rapporti di lavoro, i rapporti di familiarità, di incontro … Cosa dobbiamo sprigionare ogni volta? E’ l’esercizio più difficile, perché facilmente vorremmo chiudere la partita. (…)
         Sostenuti da quest’annunzio, disponiamoci a dispiegare il senso della nostra vita, ad allargare l’orizzonte dei nostri incontri, dei nostri desideri autentici, delle nostre ricerche perché il Dio a cui siamo invitati (…) è sempre più bello e più grande di quello che abbiamo compreso o che rischiamo di contenere dentro di noi: la presenza di Dio è incontenibile, è troppo grande perché possiamo 
chiuderla nella esperienza di noi stessi soltanto, abbiamo bisogno di tutto il mondo degli uomini, di tutto il mondo della creazione per pensarlo nella maniera meno inadeguata possibile. E intravedere che qualcosa di sempre più grande ci attrae e ci richiama a sé, come il Vangelo ci suggerisce. (…)

(sintesi dell’omelia pronunciata da don Cosimo Scordato il 30.7.2017 a Palermo, nella chiesa cattolica di San Francesco Saverio: errori o omissioni sono della scrivente, Maria D’Asaro, che si assume pertanto la responsabilità delle imprecisioni e manchevolezze della trascrizione)



mercoledì 23 agosto 2017

Danza dei gesti e delle parole




(Dall’imperdibile testo del prof. Giovanni Salonia: Danza delle sedie e danza dei pronomi, Il Pozzo di Giacobbe, Trapani, 2017 €16, pagg. 100/101

“Parafrasando Novalis, le parole e i gesti sono note di una melodia. Il contatto è musica. Ad un certo punto ci si accorge che, al di là dei contenuti, è il suono delle parole che permette agli umani di incontrarsi. Le parole-corpo aprono e preparano l’incontro (anche se tempestoso, suadente, lento o forte). Sono note musicali che vanno e vengono dai corpi, li attraversano e creano il mistero e il fascino del contatto. In principio è il corpo, subito dopo la parola. Se il corpo diventa parola e la parola rimane corporea, allora la parola umana è esperienza di contatto pieno: parlare di me, raggiungere l’altro, raccontare il mondo. Ogni parola diventa così una nota nello spartito dell’incontro.





A ben rifletterci, la famiglia chiede terapia quando non ci sono più parole sperabili: «A che serve parlare? (…) Tanto non cambia niente». Le parole si moltiplicano ma rimangono ‘disabitate’, flatus vocis, non più ponti, ma ponte levatoio.
La parola abitata in GT non si oppone al corpo ma è, insieme al silenzio, una delle forme che l’organismo-in-relazione (…) prende quando fa emergere figure sullo sfondo. La famiglia chiede parole nuove: ma per riprendersi la parola deve ripartire dal corpo, anzi dai corpi.”


mercoledì 16 agosto 2017

SOS Terra: Francesco, illuminaci ...

    Quest’anno l’Earth Overshoot Day, il giorno in cui la popolazione mondiale ha consumato tutte le risorse terrestri disponibili per il 2017, è stato il 2 agosto. Da quel giorno il pianeta è sovrasfruttato, a seguito di un tasso di consumo 1,7 volte più veloce della capacità naturale degli ecosistemi di rigenerarsi. Lo evidenzia il calcolo dell’organizzazione di ricerca internazionale Global Footprint Network. L’uomo si rivela, anno dopo anno, sempre più “vorace” e le risorse naturali, quelle che la Terra è in grado di rigenerare da sola, si esauriscono sempre prima. Lo dimostra il fatto che ogni anno questa giornata ricorre sempre prima, a causa dell’aumento dei consumi mondiali di natura che comprendono frutta e verdura, carne e pesce, acqua e legno. L’anno scorso era stata celebrata l’8 agosto, due anni fa il 13 agosto, nel 2000 a fine settembre. 


Invertire la tendenza, secondo gli attivisti, è possibile e lanciano la campagna #movethedate, per cercare di posticipare l’Overshoot Day. Se riuscissimo a spostare in avanti questa data di 4,5 giorni ogni anno, spiegano, ritorneremmo “in pari” con l’uso di risorse naturali entro il 2050. Ognuno può contribuire con piccole azioni ma servono soluzioni “sistemiche”, dice l’organizzazione: se ad esempio l’umanità dimezzasse le emissioni di anidride carbonica, l’Overshoot Day si sposterebbe in avanti di quasi tre mesi. (da qui).



Il prezioso blog  Persona e comunità ci propone qui alcune riflessioni sul rapporto tra san Francesco e la natura, con riferimento al testo di José Antonio Merino, Francesco d’Assisi e l’ecologia, Ed. Messaggero Padova, 2010. 
H.Marinsky: Francesco predica agli uccelli (foto di R.Rolando)
(Eccone una sintesi:)
Il rapporto di San Francesco con la natura si innesta in una visione dell’uomo e della convivenza sociale responsabile che permette di ripensare – in modo non settoriale - l’odierno “problema ecologico”.
L'umanesimo francescano non propone soluzioni tecniche né politiche, che competono ai rispettivi responsabili, propone invece una coscienza valoriale, improntata alla solidarietà e fraternità cosmica, alla custodia responsabile del creato. Francesco non elaborò mai una teoria sul mondo naturale, ma “visse l'armonia cosmica in modo talmente particolare che poté ispirare una teoria e una visione originale dell'uomo, inteso come cittadino responsabile delle cose e degli esseri della natura”: un modo nuovo di abitare, di essere, di relazionarsi e di vivere. La sua visione del mondo si basa sulla più profonda fede cristiana, per la quale sente, vive e celebra la presenza del Dio della creazione. Il suo ineffabile amore cosmico per tutte le creature di Dio, animate e non, è così grande che le personifica con gli appellativi di fratello e sorella che non esprimono solo una verità cristiana ma anche una dimensione psicologica: incredibile sorprendente delicata relazione affettivo-cosmica dove “tutto costituisce una grandiosa e bella sinfonia” e le singole creature sono “capaci di riconoscere il suo affetto verso di esse e di presentirne l'amore” (…).
H.Marinsky: Francesco predica agli uccelli (foto di R.Rolando)

Ecologia etica: vede la natura come comunità di comunità da proteggere e custodire con le interdipendenze economiche e sociali di uguaglianza e giustizia. Riferendosi a H. Jonas, Merino ci ricorda che la terra non ci appartiene, ma è patrimonio corresponsabile di tutte le generazioni: “l'etica ecologica guarda più al futuro e propone una morale del qui e dopo, perché ci obbliga a pensare alle generazioni future e ad agire di conseguenza”. Ecologia planetaria, non solo locale regionale nazionale e continentale, per l'inestricabile interrelazione degli ecosistemi. Si tratta di un problema cosmico che riguarda tutta l'umanità, che ci obbliga a riconsiderare il significato della globalizzazione, tanto che già si parla di rischio di “terricidio”: “tutto ciò che si fa alla natura ricade inesorabilmente sull'essere umano”, perché il male cosmologico è il riflesso del male antropologico.
L'umanesimo francescano offre qualcosa di profondo: una rinnovata cosmologia in cui la scienza non si contrappone alla dimensione del mistero; una mistica (io partecipo), un'estetica (io sento) del mondo e della vita, un'etica della frugalità e della partecipazione gratuita alternative al consumismo incontrollato e all'egoismo possessivo, una spiritualità che sorge da un sentimento di empatia cosmica e si traduce in comportamento fraterno e di rispetto per tutti gli esseri. Il singolare abitante Francesco invita tutti i concittadini della patria comune a porre in circolazione quattro verbi attivi, solidali e benefici per tutta la creazione: pensare sentire agire fraternizzare ecologicamente.

lunedì 14 agosto 2017

La felicità confusa con una tazza di caffè

         “L’affermarsi della famiglia nucleare ha portato con sé un eccezionale aumento di fragilità del legame coniugale: dal matrimonio istituzione al di là dei suoi contraenti, al fine di dare ad essi e ai loro figli sicurezza istituzionale ed economica, (si è passati) al legame di coppia, nelle sue varie forme giuridiche ed relazionali, come ‘patto relazionale di felicità’, ossia incontro di reciproche attese eudemonistiche («Sto con te finché ti sento positivo per la mia realizzazione, altrimenti, anche se con dolore, decido di lasciarti»). In questo contesto, i figli non vengono più percepiti come sostegno al vincolo diadico. (…) L’infelicità dei legami istituzionali e la precarietà dei legami relazionali hanno creato disagio e difficoltà nei confronti delle decisioni che includano il ‘per sempre’. I giovani di oggi vivono fino in fondo questa precarietà e non riescono a percepire il senso di leggi, norme, istituzioni che non risultino coerenti con la loro sensibilità e la loro crescita. 
Tra l’altro si tratta della prima generazione di giovani socializzati in un contesto culturale e familiare narcisistico, ossia nella cultura dell’autorealizzazione come compito primario, con il rischio connesso di una diffusa orfanità affettiva, legata alle traversie di conflitti genitoriali estenuanti o di separazioni non serene, incapaci di gestire la cogenitorialità.”

Dall’interessante testo: Danza delle sedie e danza dei pronomi  del prof. Giovanni Salonia (Il Pozzo di Giacobbe, Trapani, 2017 €16): dalle pagg. 18,19,20.




      Eppure il segreto era tutto lì, in quella tazzina di caffè. Per lei, la crisi ebbe inizio da un sorso richiesto e rifiutato; per lui, la frustrazione nasceva dalla voglia di bere il caffè in tutti i bar e gli autogrill del mondo, mentre lei gli teneva il muso.
     Sarebbe bastato accettarlo, il limite del caffè. Non confondere il liquido nero con la felicità, non chiedere l'assoluto a una tazzina.      Col rischio di traghettare poi «da una felicità incompleta, a una completa infelicità».

venerdì 11 agosto 2017

11.8.1982: quando la mafia uccideva soprattutto d'estate ...

Dott. Paolo Giaccone
      Annus horribilis, per noi palermitani il 1982: il 3 settembre 1982 venivano brutalmente assassinati il prefetto di Palermo, già generale dei Carabinieri, Carlo Alberto Dalla Chiesa, la moglie Emanuela Setti Carraro e l’agente Domenico Russo. “Qui è morta la speranza dei palermitani onesti”, fu scritto mestamente in un cartello vicino al luogo dell’assassinio.
    Ma meno di un mese prima, l’11 agosto 1982, Palermo era stata già funestata da un efferato assassinio: il dott. Paolo Giaccone veniva ucciso da due killer mentre si recava all'istituto di medicina legale del Policlinico di Palermo.
Il dott. Giaccone  - Docente universitario, insegnante di antropologia criminale alla facoltà di giurisprudenza,  ordinario di Medicina legale alla facoltà di medicina dell'università di Palermo - divideva il suo impegno tra l'istituto di medicina legale del Policlinico, che dirigeva, e le consulenze per il palazzo di giustizia. (...)
Aveva ricevuto l'incarico di esaminare un'impronta digitale lasciata dai killer che, nel dicembre 1981, avevano scatenato una sparatoria tra le vie di Bagheria con quattro morti come risultato. L'impronta era di un killer della cosca di Corso dei Mille ed era l'unica prova che poteva incastrare gli assassini. Il medico ricevette delle pressioni perché aggiustasse le conclusioni della perizia dattiloscopica. Giaccone rifiutò ad ogni invito e ogni minaccia e il killer fu condannato all'ergastolo (da wikipedia).

Mensis horribilis per noi palermitani quello di Agosto, negli anni '80/90. E non tanto per il caldo:

5 agosto 1989: a Villagrazia di Carini (Palermo) uccisi l’agente Antonino Agostino e la moglie Ida Castellucci. Agostino faceva parte di un gruppo speciale per la ricerca dei latitanti (…). Il delitto è ancora impunito.
                                                    Ida Castellucci e Antonino Agostino

6 agosto 1980: ucciso a Palermo il procuratore capo Gaetano Costa. Aveva firmato da solo, perché i sostituti procuratori si erano rifiutati di farlo, mandati di cattura contro vari mafiosi. Il delitto è rimasto impunito.

                                                      Il procuratore capo Gaetano Costa

6 agosto 1985: a Palermo vengono assassinati il capo della Squadra mobile Ninni Cassarà e l’agente Roberto Antiochia. Cassarà era in prima linea nella lotta alla mafia e Roberto Antiochia, pur essendo in ferie, aveva chiesto di stare al suo fianco.

                                                     Ninni Cassarà e Roberto Antiochia

29 agosto 1991: ucciso l’imprenditore Libero Grassi, titolare dell’azienda tessile Sigma. Si era rifiutato di pagare il pizzo e aveva denunciato pubblicamente gli estorsori.

                                                                    Libero Grassi


(fonte delle notizie biografiche: Agenda antimafia ed.2011, edita dal Centro siciliano di documentazione “Peppino Impastato” di Palermo,  grazie all'opera meritoria di Umberto Santino e di Anna Puglisi)


Se a Palermo la speranza degli onesti non è morta del tutto, lo dobbiamo al sangue di questi martiri.


giovedì 10 agosto 2017

Postcards from ... Chiusa Sclafani


Chiusa Sclafani è un comune italiano di 2.765 abitanti della città metropolitana di Palermo in Sicilia. Situato a 658 metri sul livello del mare (…), dista 77 km da Palermo e 80 km da Agrigento. Posto al margine sud-occidentale dei cosiddetti Monti Sicani, nella regione del corleonese, il territorio di Chiusa si estende nello spartiacque tra la Valle del fiume Belice e quella del fiume Sosio (vedi Wikipedia). 
(tranne la prima trovata sul web, le altre  foto sono  by Mari da solcare).

Veduta di Chiusa Sclafani  

Da Chiusa Sclafani: Giuliana, sullo sfondo

Da Chiusa, panorama con Bisacquino sullo sfondo


Un cortile e il complesso monumentale della Badia (vedi)

Altre foto si trovano qui.

(Chiusa Sclafani era il paese di mia madre).

 Postcards from Italy












domenica 6 agosto 2017

La maledizione della casalinga

Sisifo: Franz von  Stuck, 1920
       Succede a tutte le casalinghe. Soprattutto a quelle part/time, quelle che diventano tali durante le ferie. All’improvviso, scorgono con imbarazzo un velo di sporcizia nel contenitore delle posate. Notano poi le evidenti tracce di grigio nel muretto bianco sotto la macchina del gas. E la polvere robusta sui piatti appesi in cucina. Il caos nella cassettina degli attrezzi. Una blatta stecchita accanto ai piatti azzurri della zia defunta. Il disordine nel cassetto delle tovaglie. L’odore non più gradevole dei cuscini sul divano … 
La casalinga part/time comincia a pulire. E più spolvera e lava, più le si squarciano orizzonti infiniti di abbandonato lerciume: sulle lampade, dentro il frigorifero, sotto il letto del figlio, tra le tazze del servizio buono di caffè, tra le coppette di macedonia col bordo rosso …
A un certo punto, sfinita, si ferma. Sopraffatta dal sudore e dalla stanchezza. Colpita da un’illuminazione. Comprende. Certo, casa sua non brillerà di pulito perenne. Ma è l’universo intero a tendere irrimediabilmente verso l’entropia. Non sarà la sua azione solerte a sconfiggerla. Meglio distrarsi da tanto sfacelo leggendo un altro buon libro. 

Il lavoro della casalinga è simile alla fatica di Sisifo (vedi wikipedia). E forse la differenza fondamentale tra uomini e donne è che gli uomini sono rassegnati all’entropia, anzi spesso si “divertono” ad aumentarla facendo guerre e disastri o semplicemente spargendo scarpe e calzini per casa; le donne tentano  inutilmente e disperatamente di tenerla sotto controllo.




venerdì 4 agosto 2017

I selfie sul lapone

Palermo: Ponte dell'Ammiraglio
      In un pomeriggio di luglio, sei alla guida della tua auto in una strada vicina al Ponte dell’Ammiraglio, uno dei sette monumenti arabo/normanni che, insieme alle cattedrali di Cefalù e Monreale, hanno donato a Palermo la consacrazione a patrimonio mondiale dell’umanità. Ti precede un lapone malandato, il cui cassone è occupato da due ragazzotte, un ragazzo dodicenne con una cresta vistosa e un bambino più piccolo. Le ragazze e il ragazzo fanno boccacce agli automobilisti e scattano ripetutamente selfie nelle pose più strampalate; il piccolo li guarda divertito.  I selfie, la modernità che irrompe grazie agli smartphone ormai a buon mercato per tutti, hanno il potere di trasformare lo sgarrupato lapone in un’inedita icona di nuovo e antico. Ma l’istantanea sembra dirci che le novità tecnologiche coprono, senza annullarla, una povertà sgangherata, interiore ed esteriore; povertà che, a Palermo e in tutti i sud del mondo, è dura a morire.
                                                                                 
                                                                                 Maria D’Asaro, “100NOVE” n.31 del 3.8.2017

martedì 1 agosto 2017

Una cinquina e 70 primavere: auguri, Sindaco Orlando

Per chi non lo sapesse, come ci informa wikipedia, il prof. Leoluca Orlando, nato a Palermo il 1° agosto 1947  “è un politico e avvocato italiano. Dal 21 maggio 2012 esercita il suo quinto mandato (non consecutivo) di sindaco di Palermo  (…). È stato parlamentare regionale e nazionale ed europarlamentare. Fondatore de La Rete, è stato inoltre coordinatore nazionale dell'Italia dei Valori.

Per i palermitani, Orlando è ormai un’istituzione: ‘u Sinnacu per antonomasia.

Orlando, negli anni '80
La prima volta, quando c’era ancora mio padre

“Inizia il suo percorso politico nella corrente di sinistra della Democrazia Cristiana, con i cui vertici, in particolare con la destra andreottiana, entrerà presto in conflitto. Consigliere giuridico del presidente della Regione Siciliana Piersanti Mattarella dal 1978 al 1980, è stato eletto consigliere comunale di Palermo nel 1980, nelle file della D.C. (…) Nel 1985 sarà eletto (...) sindaco di Palermo dal 1985 al 1987 a capo di un pentapartito, e da quell'anno al 1990 a capo di una giunta di grande coalizione, il cosiddetto "esacolore", formata da DC, Sinistra indipendente, Verdi, Socialdemocratici e dalla lista civica cattolica di «Città per l'Uomo» estesa il 15/4/89 anche al Partito Comunista Italiano, che entrò, per la prima volta nella sua storia, nel governo della città. Orlando  (…) cercò di emarginare dalla gestione del potere le correnti più conservatrici della DC legate a Salvo Lima e Vito Ciancimino, una scelta che (...) alimentò lo scontro tra Orlando da una parte, Andreotti e Craxi dall'altra.” 

A “presentarmi” Orlando fu mio padre, ex sindaco, democristiano di sinistra, cattolico di ferro: “Sai Maruzza sono stato accanto al nuovo Sindaco alla processione per l’Immacolata: ha un ciuffo ribelle e una forte personalità. Si farà sentire nella Democrazia Cristiana”. 

"Il periodo della sua amministrazione, pur fra scelte molto controverse, viene da molti ricordato come la 'primavera di Palermo', sia per la notevole attività di promozione e recupero dell'immagine della città in Italia e nel mondo, che era uscita assai danneggiata dalla lunga sequela di omicidi e crimini mafiosi culminati con le stragi del 1992, sia per la promozione di una cultura della legalità anche in ambito culturale ed educativo.  Rieletto consigliere comunale nel 1990 (…) non fu ricandidato a sindaco dal suo partito, e l'anno successivo lascerà la DC promuovendo la nascita de La Rete-Movimento per la Democrazia. Obiettivo principale del nuovo movimento era quello di riportare la questione morale nella politica italiana, grazie alla "trasversalità", alla partecipazione cioè di tutte le forze positive presenti nei vari partiti con un gruppo dirigente che comprendeva politici di differente estrazione politica e culturale, all'interno del recinto del centrosinistra. (…) Dello stesso anno è lo scontro con Giovanni Falcone a seguito dell'incriminazione per calunnia del pentito Pellegriti il quale rivolgeva accuse al parlamentare europeo Salvo Lima. La polemica proseguì quando Orlando accusò Falcone di tenere nascoste nei cassetti le carte sugli omicidi eccellenti di mafia e le prove delle collusioni di politici con Cosa nostra.”

Quest’accusa verso Giovanni Falcone non riesco ancora a perdonargliela … 

La seconda volta: il trionfo del 1993. La terza volta: 1997

"Il secondo mandato da Sindaco è nel novembre 1993, nelle prime elezioni dirette, infatti ritorna sindaco di Palermo con oltre il 75% dei voti, sostenuto da una coalizione comprendente La Rete, Ricostruire Palermo, Nuovo Modo, Cattolici Democratici per Palermo e PRC, superando Elda Pucci."

Quello è stato un vero trionfo. Ricordo la soddisfazione degli amici, dell’avv. Vincenzo Gervasi, marito di una mia cara amica. Speravamo di cambiare davvero Palermo …

"Viene confermato alla carica di primo cittadino nel 1997, sostenuto dall'intero centro sinistra. 
Intanto, dal 1994 al 1999 è deputato al Parlamento europeo (…): iscritto al Gruppo dei Verdi, si impegna per un maggior ruolo del Mediterraneo nell'UE. (…) Porterà La Rete a sciogliersi e a confluire nei Democratici di Romano Prodi che nel 2002 confluiranno ne La Margherita."

Sindaco per la quarta e quinta volta: 2012- 11 giugno 2017 ...

Dopo aver sostenuto Rita Borsellino alle elezioni primarie del centrosinistra per il candidato sindaco di Palermo, il 23 marzo 2012 annuncia la sua ricandidatura alla carica di sindaco di Palermo, affermando che le primarie sono state macchiate da brogli e inquinamenti politici, sostenuto dall'IdV, dalla Federazione della Sinistra e dai Verdi in contrapposizione al vincitore delle primarie Fabrizio Ferrandelli. Approdano al ballottaggio proprio Leoluca Orlando (con il 47,42%) e Fabrizio Ferrandelli (con il 17,34%), dove il 21 maggio 2012 viene eletto, per la quarta volta e con il 72,43% delle preferenze, sindaco di Palermo. Con l'approvazione delle nuove norme regionali sulle città metropolitane, in quanto sindaco del comune capoluogo il 7 giugno 2016 assume anche la carica di sindaco metropolitano di Palermo. Durante questo mandato la giunta comunale guidata da Orlando ha proceduto con l'obiettivo di ridurre traffico e inquinamento nel centro città nonché favorire il trasporto pubblico e la mobilità sostenibile alla pedonalizzazione del centro storico della città."

Che pagina triste e oscura, questa delle primarie del 2012 … Mi piacerebbe intervistarla, su quei fatti: cosa le ha fatto cambiare idea su Fabrizio Ferrandelli?

"Si ricandida a sindaco anche alle elezioni comunali dell'11 giugno 2017, vincendole al primo turno raccogliendo 125 913 voti pari al 46,28% alla guida di una coalizione formata dalle liste civiche Movimento 139, Palermo 2022, Democratici e Popolari (Partito Democratico e Alternativa Popolare), Uniti per Palermo, Sinistra in Comune(SI - PRC), Alleanza per Palermo e Mosaico Palermo, venendo riconfermato per un secondo mandato consecutivo pur non ottenendo la maggioranza assoluta dei voti in forza di una legge regionale siciliana che fissa la soglia per la rielezione dei sindaci al primo turno al 40% e non al 50% come nel resto d'Italia.”

Egregio Sindaco, auguri di cuore oggi per i suoi 70 anni. 

Ma il regalo deve essere lei a farlo a Palermo, in questa sua ultima sindacatura.

Le ricordo almeno tre impegni: 

1) la raccolta differenziata dei rifiuti in tutta la città, a partire dall’umido, e il conseguente riutilizzo/trattamento connesso alla tipologia del rifiuto/risorsa. Perchè Palermo non sia solo capitale italiana della cultura, ma anche dell’ecologia.
2) la riqualificazione delle periferie, oggi abbandonate a se stesse, spesso senza servizi e senza “cuori pulsanti”
3) il lavoro di squadra, perché – alla scadenza del suo mandato – Palermo abbia persone che sappiano governare una città con rigore, onestà e visione lungimirante e costruttiva.

P.S. Per favore, dica a qualcuno di ripristinare i cuscini e le panchine dissestate nella Villa a Mare, al          Foro italico. Io e l'amico Francesco Palazzo ci teniamo parecchio ...