venerdì 31 marzo 2023

Momenti di luce: grazie, Sandro



     Le foto qui esposte sono opera dell’amico Sandro Riotta, sin da ragazzo fotografo per passione. Per lui fotografare è  semplicemente “un modo di osservare e riprodurre la realtà". 
     Le sue foto, a mio avviso, sono sempre speciali.
     Grazie, Sandro.






San Giovanni dei Lebbrosi - Palermo


All'imbrunire...


22.3.23 Congiunzione Giove-Luna-Venere

Altavilla Milicia (PA)

Bicromatismo simmetrico, Sant'Elia (PA)



«La ‘Folia’ di Alessandro Scarlatti» (2017), installazione luminosa degli architetti Aldo Li Bianchi e Laura Galvano, realizzata nello scalone del Conservatorio di Musica “Alessandro Scarlatti” (già Vincenzo Bellini) di Palermo in occasione del 400° anniversario della fondazione. 
«Non solo una scala, non solo un pianoforte, non solo fogli di note illuminate che, come sospese da un leggero soffio di vento, aleggiano; ma la Musica che si libra nell’aria e si espande rendendo unico questo posto stregato dalla bellezza, la bellezza della Musica che qui vive e sa far esistere ciò che è invisibile agli occhi.»  (di Gandolfo Librizzi, ex presidente del Conservatorio)
La Musica è invisibile agli occhi, ma non al cuore.
Per vederla, basta chiudere gli occhi, e cominciare a volare. (dalla bacheca FB, 7.3.23, di Sandro Riotta)


Bucato arabo-normanno, san Giovanni degli Eeremiti
visti da corso re Ruggero - Palermo






mercoledì 29 marzo 2023

Isolitudine


Incolmabile.

Intermittente, impalpabile.

Interminabile, intensa, inguaribile.

Inconsolabile, invincibile, infelice, immensa.

I-solitudine.

domenica 26 marzo 2023

Arance rosse, buone anche contro lo stress

      Palermo – Che mangiare arance faccia bene alla salute è risaputo. Una recente ricerca condotta dall’Università degli Studi di Catania, insieme ad altri Enti interessati, ha ora evidenziato un’altra preziosa proprietà di questo frutto, presente in particolare nelle arance rosse: quella di ridurre ansia e stress, favorendo il benessere psichico di chi le consuma abitualmente.
    Ad affermarlo, ai microfoni del TG della Scienza ‘Leonardo’, è il professore Giuseppe Grosso, docente di Nutrizione Umana all’Università di Catania: “Abbiamo scoperto che individui che consumano frutta con alto contenuto di antocianine, nello specifico quelle provenienti dalle arance rosse coltivate nella nostra zona, hanno una migliore qualità del sonno e una minore probabilità di avere sintomi depressivi e stress percepito”.
   Gli antociani o antocianine - pigmenti vegetali di colore rosso-violaceo presenti in molti vegetali - sono sostanze di natura glicosidica appartenenti al gruppo dei flavonoidi, che svolgono diverse funzioni protettive per tutte le cellule del corpo umano. Le loro funzioni benefiche principali sono quelle antiossidanti, quelle antinfiammatorie, quelle contro l’invecchiamento e contro i antiradicali liberi. 
Innanzitutto, le antocianine giovano alla salute di vene e capillari: infatti, la loro capacità antiossidante e antinfiammatoria si è rivelata un valido alleato per la salute dell’intero sistema cardiocircolatorio; inoltre, tali sostanze sono un’ottima barriera difensiva per combattere agenti patogeni e tumori.
   L’ulteriore novità è che le antocianine fanno anche da scudo contro l’insorgenza di ansia e depressione, come comproverebbe l’indagine condotta su un campione di circa 1.500 persone residenti a Catania, zona dove l’arancia rossa si coltiva e si mangia da secoli in gran quantità.
Le benefiche antocianine si trovano comunque in altri frutti rossi quali mirtilli, fragole, ciliegie, il cui consumo è quindi assai salutare in funzione antistress.
Infine, il professore Grosso ha sottolineato che la ricerca catanese si inquadra in un progetto più ampio finalizzato a capire meglio come la dieta incida anche sulla salute mentale: “Stiamo occupandoci proprio di abitudini alimentari che possono portare a una riduzione del rischio di insorgenza di condizioni mentali patologiche”.
   A metà del 1800, fu considerata rivoluzionaria - e da molti persino ritenuta quasi blasfema - l’affermazione del filosofo tedesco Ludwig Feuerbach: “L’uomo è ciò che mangia”. La sua lungimirante intuizione è oggi confermata dalla Medicina e  dagli Specialisti della Nutrizione.
   Si spera allora che diminuisca il consumo di cibo spazzatura e aumenti la consapevolezza – e la pratica! - di una dieta salutare che, come è ormai assodato, favorisce oltre al benessere fisico anche quello psichico.
Maria D'Asaro, 26.3.23, il Punto Quotidiano

venerdì 24 marzo 2023

Progetto un mondo

Bartolomeno Veneto: Donna che suona il liuto (1520)
Progetto un mondo, nuova edizione,
nuova edizione, riveduta,
per gli idioti, ché ridano,
per i malinconici, ché piangano,
per i calvi, ché si pettinino,
per i sordi, ché gli parlino.
 
Ecco un capitolo:
La lingua di Animali e Piante,
dove per ogni specie
c’è il vocabolario adatto.
Anche un semplice buongiorno
scambiato con un pesce,
àncora alla vita
te, il pesce, chiunque.
 
Quell’improvvisazione di foresta,
da tanto presentita, d’un tratto
nelle parole manifesta!
Quell’epica di gufi!
Quegli aforismi di riccio,
composti quando
siamo convinti
che stia solo dormendo!
 
Il Tempo (capitolo secondo)
ha il diritto di intromettersi
in tutto, bene o male che sia.
Tuttavia – lui che sgretola montagne,
sposta oceani
ed è presente al moto delle stelle,
non avrà il minimo potere
sugli amanti, perché troppo nudi,
troppo avvinti, col cuore in gola
arruffato come un passero.
 
La vecchiaia è solo la morale
a fronte d’una vita criminosa.
Ah, dunque sono giovani tutti!
La Sofferenza (capitolo terzo)
non insulta il corpo.
La morte
ti coglie nel tuo letto.
 
E sognerai
che non occorre affatto respirare,
che il silenzio senza respiro
è una musica passabile,
sei piccolo come una scintilla
e ti spegni al ritmo di quella.
 
Una morte solo così. Hai sentito
più dolore tenendo in mano una rosa
e provato maggiore sgomento
per un petalo sul pavimento.
 
Un mondo solo così. Solo così
vivere. E morire solo quel tanto.
E tutto il resto eccolo qui –
è come Bach suonato sul bicchiere
per un istante.


 Wislawa Szymborska: La gioia di scrivere, tutte le poesie (1945-2009), 
a cura di Pietro Marchesani, pag. 97, Adelphi, Milano

giovedì 23 marzo 2023

Oggi si medita a soggetto...

     Oggi 23 marzo, dalle 18.30 alle 20.00, a Palermo, nella Casa dell’Equità e della Bellezza, via Garzilli 43/A, si potrà meditare insieme a partire da spunti di Chandra Candiani tratti dal suo testo Questo immenso non sapere e riproposti dalla scrivente.

Che ha già segnalato questo libro prezioso in vari post, tra i quali: 





martedì 21 marzo 2023

Partire per la Pace...

La Comunità dell'Arca in Italia (tra cui Tito, Nella, Enzo e Maria)
      «Partire soldato», «partire per le armi».
Oggi non si parte più, frasi del secolo scorso.
Con uno zaino in spalla o una valigia in mano, lui partiva, lasciava la sua città e le sua famiglia.
Andava a compiere il sacro dovere della difesa della patria.
«Partire militare».
Uno snodo della vita di cui tante mamme avrebbero volentieri fatto a meno ... (continua sul blog del Movimento nonviolento di Palermo)

domenica 19 marzo 2023

I 10 anni di Francesco: "Regalatemi la Pace"

        Palermo – “Fratelli e sorelle, buonasera! Voi sapete che il dovere del conclave era di dare un vescovo a Roma. Sembra che i miei fratelli cardinali siano andati a prenderlo quasi alla fine del mondo, ma siamo qui” – Spiazzò il mondo quel ‘buonasera’ di Jorge Mario Bergoglio, eletto il 13 marzo 2013 266° papa della Chiesa Cattolica: primo papa gesuita, primo papa non europeo dal 731 d.C., primo papa sudamericano, primo papa ‘convivente’ con il papa emerito Benedetto XVI, il dimissionario Joseph Ratzinger.
      Papa Bergoglio, venuto quasi dalla fine del mondo, da Buenos Aires, in Argentina, dove era nato il 17 dicembre 1936 da genitori di origini piemontesi e liguri, sceglie di chiamarsi Francesco, nome mai utilizzato dai suoi predecessori. 
       Il perché della scelta lo spiega il 16 marzo, nell’incontro con i giornalisti: “Nell'elezione, io avevo accanto a me l'arcivescovo emerito di San Paolo, il cardinale Claudio Hummes. E quando i voti sono saliti a due terzi, viene l'applauso consueto, perché è stato eletto il Papa. E lui mi abbracciò, mi baciò e mi disse: «Non dimenticarti dei poveri!». E quella parola è entrata qui: i poveri, i poveri. Poi, subito, in relazione ai poveri ho pensato a Francesco d'Assisi. Poi, ho pensato alle guerre, mentre lo scrutinio proseguiva, fino a tutti i voti. E Francesco è l'uomo della pace. E così, è venuto il nome, nel mio cuore: Francesco d'Assisi. È per me l'uomo della povertà, l'uomo della pace, l'uomo che ama e custodisce il creato; in questo momento anche noi abbiamo con il creato una relazione non tanto buona, no? È l'uomo che ci dà questo spirito di pace, l'uomo povero... Ah, come vorrei una Chiesa povera e per i poveri!
    Nei dieci anni di pontificato, papa Francesco è diventato in effetti la voce dei poveri (ha persino istituito nel 2017 la Giornata mondiale dei poveri), delle periferie dimenticate, delle vittime di tutte le guerre. Con lui la Chiesa ha superato la tentazione del clericalismo fine a sé stesso e ha assunto con coraggio un respiro universale, diventando una ‘Chiesa in uscita’ (definizione del papa stesso), che propone l’essenza del Vangelo come pratica coerente di vita e di impegno nella società.
    Non a caso il primo viaggio di papa Francesco è, nel luglio 2013, a Lampedusa, per portare conforto a migranti e rifugiati approdati nell'isola, ma anche per sostenere la comunità lampedusana impegnata nell'accoglienza. Proprio a Lampedusa il papa conia la definizione di “globalizzazione dell’indifferenza”: l’incapacità di versare lacrime su donne, uomini e bambini vittime del mare e del nostro egoismo. Nell’isola chiede “perdono per chi si è accomodato e si è chiuso nel proprio benessere che porta all’anestesia del cuore”, “perdono per coloro che con le loro decisioni a livello mondiale hanno creato situazioni che conducono a questi drammi” e invita la comunità internazionale ad avere “il coraggio di accogliere quelli che cercano una vita migliore”. 
    Dopo la visita a Lampedusa, papa Bergoglio ha compiuto 40 viaggi e ha visitato 58 nazioni, privilegiando il contatto con i poveri, gli emarginati, i sofferenti. 
In Italia ha compiuto 36 visite apostoliche in 41 città. Indimenticabile il suo viaggio a Palermo, il 15 settembre 2018, quando scelse di non entrare in nessun palazzo della politica, neppure nel Palazzo Arcivescovile, ma incontrò la città attraverso i segni concreti realizzati dal missionario laico Biagio Conte con la comunità della Missione ‘Speranza e Carità.
In questi 10 anni, ha proclamato 911 nuovi santi e vari beati, tra i quali i siciliani don Pino Puglisi e il giudice Rosario Livatino, uccisi dai mafiosi.
      Per alcune sue posizioni o per la sua prudenza, papa Francesco è stato attaccato sia dai conservatori che dai progressisti: dai primi per le sue timide aperture verso gli omosessuali e i divorziati risposati, verso le Chiese protestanti, verso le prospettive ecumeniche, per le restrizioni alla liturgia in latino. Nell’agosto del 2017, un gruppo conservatore ha inviato a papa Francesco il documento Correctio filialis ("Correzione filiale") in risposta a quanto scritto dal pontefice nell'esortazione apostolica Amoris Laetitia. Nel documento si rimprovera al papa di aver promosso una vera e propria eresia attraverso sue parole, azioni e omissioni. Per trovare nella storia della Chiesa una critica del genere si deve riandare nel 1333, quando fu inviato un documento simile a papa Giovanni XXII.
      Di contro anche i cattolici progressisti hanno espresso la loro insoddisfazione perché su temi scottanti quali, ad esempio, la piena attuazione delle istanze del Concilio Vaticano II, la democratizzazione delle strutture ecclesiali, la condizione della donna nella Chiesa il papa non ha potuto o voluto intervenire e non ha portato quindi i cambiamenti attesi. 
    Papa Francesco ha comunque introdotto riforme significative nella complessa struttura ecclesiale: ha promosso una riforma economica, ha istituito una commissione di Vigilanza sul tanto discusso IOR (Istituto Opere di Religione), ha riformato il Codice Penale Vaticano, abolendo l’ergastolo e introducendo il reato di ‘tortura’, i reati contro i minori e la pedopornografia.
    Un papa, quindi, che ha privilegiato le prese di posizione sull’etica sociale più che i cambiamenti dottrinali, non collocabile né a ‘destra’, né a ‘sinistra’ della Chiesa, ma comunque assai amato da credenti e non credenti.
    Amato per la sua scelta, ad esempio, della semplicità nei gesti quotidiani, già adottata da vescovo a Buenos Aires, dove si spostava con i mezzi pubblici e viveva in un semplice appartamento, cucinando da sé. 
    L’essenzialità, nemica di ogni sfarzo, è il suo tratto distintivo anche da pontefice: Francesco ha rinunciato all’appartamento papale nel Palazzo apostolico per vivere nella sobria casa di Santa Marta. Poi, come un comune cittadino, esce con un’utilitaria per comprare gli occhiali, le scarpe e persino dei cd…
    Un papa ricco di umanità autentica che, come amico fraterno, chiama al telefono per consolare o complimentarsi: commovente la sua telefonata, nel dicembre scorso, a Giacomo Cofano, rimasto vedovo della moglie Viviana, morta dopo aver partorito due gemelli; cordiale, nell’estate del 2020, la telefonata a una gelateria abruzzese per ringraziare del gelato ricevuto. Memore delle sue radici familiari italiane, il 22 novembre scorso, il papa è andato ad abbracciare a Portacomaro, in provincia di Asti, la cugina Carla Rabezzana, in occasione del suo 90° compleanno…
    Papa Francesco, sin dall’inizio del suo pontificato, ha esortato a praticare atteggiamenti di cura, di tenerezza e di misericordia: proprio per richiamare tutti ad avere, come una madre, ‘viscere di misericordia’, ha istituito il Giubileo della Misericordia, dal dicembre 2015 al novembre 2016. 
    Durante il il periodo più buio del Covid, ha commosso il mondo quando, nel deserto di piazza San Pietro, venerdì 27 marzo 2020, da solo, con il volto addolorato e a lato una Croce, ha pregato per la salute e il superamento della pandemia.
    E tutte le donne e gli uomini di buona volontà hanno accolto con gioia le encicliche Laudato sì e Fratelli tutti (rispettivamente del 2015 e 2020): la prima, riguardante la cura per l’ambiente, invita a impegnarsi per la sua salvaguardia; la seconda, dedicata alla fratellanza e alla solidarietà universale, è forse il messaggio più forte di papa Francesco sui temi delle disuguaglianze sociali e della pace.
    La Pace: forse il chiodo fisso e l’auspicio più sentito di Francesco, specie dopo lo scoppio della guerra tra Russia e Ucraina. Il papa, sin dall’inizio del suo pontificato, ha spronato tutti i credenti perché siano costruttori di una pace fondata sulla giustizia. Si è sempre espresso contro la ‘guerra mondiale a pezzi’, contro i mercanti delle armi, contro il possesso delle armi nucleari, maggiore peccato del mondo in quanto “violenza contro Dio, contro l’umanità, contro ogni cittadino del mondo”.
   Il 13 marzo scorso, per il decennale della sua elezione, il papa ha realizzato il primo podcast con i media vaticani, il Popecast. Il pontefice parla un po’ a ruota libera: delle migliaia di udienze, delle visite in Diocesi e parrocchie e dei viaggi nel mondo, il Papa dice di conservare un ricordo preciso. Forse per lui "il momento più bello" è stata l'udienza con i nonni di tutto il mondo nel settembre 2014: "I vecchi sono saggezza e mi aiutano tanto. Anche io sono vecchio, no?". Ricorda anche i momenti brutti, tutti legati all'orrore della guerra: le visite nei cimiteri militari di Redipuglia ed Anzio, la commemorazione dello sbarco in Normandia, la veglia per scongiurare la guerra in Siria e ora la barbarie che si vive da oltre un anno in Ucraina. "Dietro le guerre c'è l'industria delle armi, questo è diabolico” – afferma il papa. Che continua: “Mi fa soffrire vedere i morti, ragazzi - sia russi che ucraini, non mi interessa - che non tornano. È dura".
    Tre, quindi, i suoi sogni, per la Chiesa, per il mondo e per chi il mondo lo governa, per l'umanità: "Fratellanza, pianto, sorriso”. Infine, papa Francesco non ha dubbi su cosa chiedere al mondo come regalo per il suo decennale: "Regalatami la Pace. La pace, ci vuole la pace".
Che il mondo ascolti ed esaudisca il desiderio dell’illuminato Santo Padre. 

Maria D'Asaro, 19.3.23, il Punto Quotidiano

giovedì 16 marzo 2023

Le città invisibili

      L’atlante del Gran Kan contiene anche le carte delle terre promesse visitate nel pensiero ma non ancora scoperte o fondate: la Nuova Atlantide, Utopia, la Città del Sole, Oceana, Tamoé, Armonia, New-Lanark, Icaria.
     Chiese a Marco Kublai: - Tu che esplori intorno e vedi i sogni, saprai dirmi verso quale futuro ci spingono i venti propizi.
- Per questi porti non saprei tracciare la rotta sulla carta né fissare la data dell’approdo. Alle volte mi basta uno scorcio che s’apre nel bel mezzo d’un paesaggio incongruo, un affiorare di luci nella nebbia, il dialogo di due passanti che s’incontrano nel viavai, per pensare che partendo di lì metterò assieme pezzo a pezzo la città perfetta, fatta di frammenti mescolati col resto,d’istanti separati da intervalli, di segnali che uno manda e non sa chi li raccoglie.
    Se ti dico che la città cui tende il mio viaggio è discontinua nello spazio e nel tempo, ora più rada ora più densa, tu non devi credere che si possa smettere di cercarla. Forse mentre noi parliamo sta affiorando sparsa entro i confini del tuo impero; puoi rintracciarla, ma a quel modo che t’ho detto. -
     Già il Gran Kan stava sfogliando nel suo atlante le carte delle città che minacciano negli incubi e nelle maledizioni: Enoch, Babilonia, Yahoo, Butua, Brave New World.
     Dice: - Tutto è inutile, se l’ultimo approdo non può essere che la città infernale, ed è là in fondo che, in una spirale sempre più stretta, ci risucchia la corrente.
     E Polo: - “L’inferno dei viventi non è qualcosa che sarà; se ce n’è uno, è quello che è già qui, l’inferno che abitiamo tutti i giorni, che formiamo stando insieme. Due modi ci sono per non soffrirne. Il primo riesce facile a molti: accettare l’inferno e diventarne parte fino al punto di non vederlo più.Il secondo è rischioso ed esige attenzione e apprendimento continui: cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all’inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio”.

Italo Calvino, Le città invisibili, Mondadori, Milano, 2002, pagg. 163,164


domenica 12 marzo 2023

Tutela degli Oceani: arriva sì dell’Onu

     Palermo - “Nei mari della Luna tuffi non se ne fanno: non c’è una goccia d’acqua, pesci non ce ne stanno...Che magnifico mare per chi non sa nuotare…”. Se, come ci ricorda Gianni Rodari in una delle sue magnifiche filastrocche, sulla Luna non c’è acqua, sulla Terra invece mari e oceani occupano circa il 71% della sua superficie. 
      Ma sino al 5 marzo scorso non esisteva una normativa internazionale per proteggere il loro prezioso ecosistema, di importanza vitale per l’umanità: gli oceani producono infatti la metà dell'ossigeno che respiriamo, rappresentano il 95% della biosfera del pianeta e assorbono circa il 30% di anidride carbonica, limitando il riscaldamento climatico.
       Purtroppo il cosiddetto ‘Alto mare’ - quello che si trova oltre 200 miglia nautiche dalle coste, al di fuori delle giurisdizioni nazionali -  è stato a lungo trascurato dalla legislazione ambientale. Infatti finora nessun governo si era assunto la responsabilità della tutela e della gestione sostenibile delle risorse dell’Alto Mare, il che ha reso quest’ambiente particolarmente vulnerabile, con conseguente perdita di biodiversità e habitat. Secondo gli esperti, tra il 10% e il 15% delle specie marine è già a rischio estinzione, minacciate da inquinamento di ogni tipo, acidificazione delle acque e pesca eccessiva.
       Finalmente, dopo circa vent’anni di negoziati,  gli Stati membri delle Nazioni Unite hanno raggiunto un accordo per proteggere gli Oceani: “La nave ha raggiunto la riva” - ha annunciato il 5 marzo scorso Rena Lee, la presidente della Conferenza internazionale sulla biodiversità che ha guidato l’assemblea, nel quartier generale delle Nazioni Unite a New York.
    L'intesa, propiziata da una provvidenziale coalizione fra Unione Europea, Stati Uniti, Gran Bretagna e Cina, prevede la protezione di un terzo dei mari entro il 2030, come previsto dall'impegno, tuttavia non vincolante, preso dalla Conferenza dell'Onu sulla biodiversità. È stato comunque formalizzato il quadro giuridico per istituire zone marine protette e preannunciata una Conferenza delle parti (Cop) che si riunirà periodicamente per discutere di biodiversità e governance.
    Il trattato, concordato dai Paesi membri, sarà adottato dopo l'esame degli uffici legali e la traduzione nelle sei lingue delle Nazioni Unite (arabo, cinese, inglese, francese, russo e spagnolo), per essere poi ratificato da un numero sufficiente di Paesi. L’intesa è stata una  svolta storica decisiva per l'attuazione dell'impegno cosiddetto “30x30” preso alla Conferenza Onu di dicembre scorso sulla biodiversità: proteggere un terzo dei mari (e delle terre) entro il 2030. Senza un trattato, questo obiettivo sarebbe certamente fallito.
    Tra i nodi che finora avevano impedito un accordo c'erano la procedura per creare le aree marine protette e il modello per gli studi di impatto ambientale. Ma soprattutto la spartizione delle risorse genetiche, come spugne marine, krill (piccoli crostacei), coralli, alghe e batteri, oggetto di crescente attenzione scientifica e commerciale per il loro potenziale uso in medicina e cosmetica. I Paesi in via di sviluppo, che non hanno i mezzi per finanziare spedizioni e ricerche molto costose, si sono battuti per non essere esclusi dall'accesso a queste risorse e alla fine è passato il principio della condivisione. Con un annuncio considerato come un gesto per rafforzare la fiducia Nord-Sud, l'Unione Europea ha promesso alla conferenza delle Nazioni Unite di New York 40 milioni di euro per facilitare la ratifica del trattato e la sua prima attuazione.
    “Questo è un momento storico per la protezione della natura e degli Oceani. Ed è anche un segnale che in un mondo sempre più diviso, la protezione della natura e delle persone può trionfare sui calcoli della geopolitica” - ha dichiarato Laura Meller dell’associazione ambientalista Greenpeace.
    Il Trattato è grande vittoria anche della diplomazia internazionale che ha coinvolto tutti gli stati membri dell’Onu. E il segretario generale dell'Onu Antonio Guterres ha commentato: "Una vittoria per il multilateralismo e per gli sforzi globali per contrastare le tendenze distruttive che minacciano la salute degli oceani, oggi e per le generazioni a venire".

Maria D'Asaro, 12.3.23, il Punto Quotidiano


mercoledì 8 marzo 2023

Il sogno di Adunni

      “Dimmi, qual è la cosa che desideri di più nella vita?” mi chiede.
“Che mia mamma non è morta. Che torna e tutto diventa più bello.”
“Lo so”, mi dice con un sorriso dolce e triste. “Lo so, ma pensa a qualcos’altro.”
“Andare a scuola. E, adesso, prendere la borsa di studio.”
“E perché è cos’ importante per te, Adunni?”
“Mia mamma mi ha detto che l’istruzione mi dava una voce. Ma io non voglio una voce come le altre, Ms Tia. Io voglio una voce forte, una voce che la sentono tutti. Voglio che entro in un posto e le persone mi sentono, anche prima che ho aperto bocca. Nella vita voglio aiutare tante persone, così, quando divento vecchia e muoio, vivo ancora nelle persone che ho aiutato. Se vado a scuola e divento una maestra, mi danno lo stipendio e magari posso anche costruire la mia scuola a Ikati e insegnare alle bambine. Le bambine del mio villaggio non hanno tanta possibilità di andare a scuola.
     Io voglio cambiarlo, questo, perché così, quando crescono, le bambine fanno nascere persone brave, che fanno la Nigeria migliore di com’è adesso.”
    Mentre parlo, Ms Tia fa di sì con la testa. “Puoi farcela. Hai tutte le carte in regola per eccellere, sono tutte dentro di te.” 
    Lascia andare le mani e mi indica un dito sul petto. “Proprio qui, nel tuo cuore, e nella tua mente. E ne sei convinta anche tu, lo so. Devi aggrapparti a questa convinzione e non lasciarla mai andare.
Ogni mattina, quando ti svegli, ricorda  te stessa che domani sarà meglio di oggi. Che se una persona di valore. Che sei importante. Ci devi credere, indipendentemente da quello che succederà con la borsa di studio. Okay?”

Abi Darè La ladra di parole (trad. di Elisa Banfi), Ed. Nord, Padova, 2021 pp.263,264

(Grazie di cuore ad Anna Pensato che mi ha consigliato questo testo)

domenica 5 marzo 2023

Michele Crimi, ideatore della scuola all'aperto


          Palermo – Se fosse vissuto oggi, avrebbe sicuramente concorso al premio per il miglior maestro del mondo. Ma Michele Crimi, maestro e pedagogista siciliano, nato a Trapani nel 1875 e morto a Pescara nel 1963, non ha avuto da vivo i riconoscimenti che avrebbe meritato per la sua opera di promozione umana, sociale e pedagogica. 
       La riscoperta e la valorizzazione delle intuizioni didattiche di Michele Crimi si deve soprattutto agli studi delle professoresse Maria Tomarchio e Gabriella D’Aprile, rispettivamente docente ordinaria e docente associata di Pedagogia Generale e Sociale presso il Dipartimento di Scienza della Formazione dell’Università di Catania, autrici dei testi: Michele Crimi: Pagine inedite di pedagogia siciliana (Bonanno editore, 2007) e Lo sperimentalismo pedagogico in Sicilia e Michele Crimi (Anicia, 2008).
        Chi è stato dunque Michele Crimi? 
       Dal 1896 al 1909 Crimi è un semplice maestro elementare nella sua città natale, Trapani, dove ha la possibilità di osservare da vicino la situazione reale dei ragazzi. In uno scritto di quegli anni, ha il coraggio di denunciare lo sfruttamento del lavoro minorile in Sicilia. 
     La sua attività di sperimentazione didattica e di riflessione teorica si inserisce nel movimento di rinnovamento pedagogico che si sviluppa tra fine Ottocento e inizio Novecento, sulla base dei principi dell’attivismo pedagogico. I docenti che si riconoscevano in tale indirizzo formativo cercavano di rivedere organizzazione, contenuti e metodi della scuola perché essa potesse rispondere ai bisogni sociali emergenti.
    Crimi prosegue la sua formazione laureandosi in Filosofia nel 1907; ottiene poi nel 1908 l'abilitazione all'ufficio di Direttore Didattico e nel 1909 il Diploma di Magistero in Filosofia. Nel 1911 il ministro della Pubblica Istruzione lo nomina Direttore del Regio ginnasio magistrale di Marsala, dove lavorerà sino al 1923. 
     Michele Crimi fonda nel 1923 l'associazione "Pro-schola" per sostenere i maestri e le maestre che operano nelle scuole rurali. In questa fase, comprende profondamente i gravi problemi della realtà contadina e partecipa alla lotta contro il latifondismo condotta dal movimento contadino siciliano.
    Alla luce delle esperienze di insegnante, matura quella consapevolezza dell’interdipendenza tra scuola e ambiente socio-culturale che è alla base dei suoi progetti educativi, sia all'interno che all'esterno della scuola. Fuori dalle Istituzioni scolastiche, Crimi si occupa attivamente dell’'Educatorio-ricreatorio ‘Giuseppe Garibaldi’, dell’Opera "Pro-Infantia", dello Schedario degli obbligati, delle Colonie estive e dell'ambulatorio medico-pediatrico realizzato con la sezione catanese della Unione femminile nazionale. Dal 1923 al 1927 è nominato Regio Ispettore Scolastico della Circoscrizione di Trapani.
    La sua intuizione pedagogica principale, importante anche per le sue implicazioni sociali e sanitarie, è quella di istituire per primo in Sicilia le classi all’aperto. La possibilità per i ragazzi di apprendere all’aria aperta si realizza a Marsala, nel giardino di via Frisella; a Trapani, nel campo dell'Educatorio Garibaldi; a Lanciano, in provincia di Chieti e in Abruzzo presso i Giardini pubblici "Villa Margherita". 
    Il principio della ‘scuola aperta’ è quello di far uscire dalla struttura scolastica gli alunni, per porre i bambini e il loro operare al centro della pratica educativa, che dovrà quindi valorizzare il carattere sperimentale dell'apprendimento attraverso il gioco, il lavoro, la ricerca, il lavoro manuale e la creatività. Tra le attività da svolgere all’aperto, particolare importanza ebbe la cura di piccoli orti: attraverso la coltivazione delle piante, secondo il pedagogista siciliano, i ragazzi coniugavano sapere scientifico, nozioni pratiche, attività manuali. 
    Tale attività didattica si struttura come esperienza d’avanguardia di scuola attiva in ambito formativo e testimonia l’esistenza di una peculiare e feconda tradizione di sperimentazione pedagogica nella Sicilia del Primo Novecento. La vita all'aperto, insieme agli insegnamenti sull'igiene personale e ambientale, è proposta anche per la prevenzione e cura della tubercolosi, assai diffusa nei primi trent’anni del 1900. In questa prospettiva, sono istituite in Sicilia diverse Colonie marine. Allo scopo di reperire i finanziamenti necessari al loro funzionamento, Crimi promuove a Marsala una sezione dell'associazione "Pro Infantia". 
    Per un certo periodo Michele Crimi continua a ricoprire il ruolo di Ispettore scolastico anche in epoca fascista, ma nel 1939 viene destituito e posto in pensione forzata, in quanto rifiuta la tessera del partito. Alla fine della II guerra mondiale, con la caduta della dittatura fascista, Crimi viene richiamato nel suo ruolo e continuerà sino al 1947 a battersi per una scuola attiva ed inclusiva.
Una recente ricerca curata dal Laboratorio di ecologia affettiva dell’Università della Valle d’Aosta, realizzata nella scuola primaria di Gressoney-La-Trinitè, attesta che i bambini che studiano all’aperto sviluppano una maggiore attenzione, incrementano le facoltà cognitive e migliorano le relazioni sociali. 
     Ma questo il maestro Crimi lo aveva intuito già 100 anni fa…
Maria D'Asaro, 5.3.23, il Punto Quotidiano