Chissà, forse c’entrava Saturno in prima casa, in posizione sfavorevole rispetto a Giove …
Di fatto a nostra signora non c’era una cosa che filasse subito liscia. Non che nostra signora si lamentasse del suo destino: ringraziava anzi la Buona Sorte dei tanti doni che le erano stati elargiti. Ma ogni passo avanti, doveva conquistarlo con fatica.
Così, quando a gennaio aveva saputo che, con la legge Fornero e i circa 42 anni di contributi, a fine anno poteva accedere alla pensione, aveva fatto salti di gioia … Non perché non amasse il suo lavoro: le sarebbero mancati immensamente i volti dei suoi splendidi alunni. Ma, ammonisce la Bibbia, nel libro dell'Ecclesiaste “C’e un tempo per ogni cosa” …
Ma i salti di gioia si erano congelati dopo il responso dell’operatore di un patronato cittadino: controllata la sua posizione INPS, mancavano all’appello più di sei anni di contributi, quindi la pensione non era affatto dietro l’angolo … “Ma io ho riscattato parte della laurea e ho lavorato quasi sei anni al Banco di Sicilia!” – All’accorato grido di nostra signora, l’operatore aveva stretto le spalle e emesso un lieve sospiro: “Forse in seguito potrà cumulare due piccole pensioni … Mah, all’INPS i contributi partono dal 1984 e non da fine 1977. Non so che dire …”
Qua la faccenda è seria – si era detta mogia mogia nostra Signora. Che per fortuna si era ricordata di Alina e Aldo, due ex colleghi che avevano magnificato la competenza seria e rigorosa di una lavoratrice del patronato della Camera del Lavoro - la gloriosa CGIL di Brancaccio - che aveva felicemente risolto le loro pratiche pensionistiche.
Raccolte le forze interiori e le carte burocratiche in suo possesso, in un incerto martedì di febbraio, si era quindi recata al Patronato CGIL, dove - grazie alla misericordiosa benevolenza di un volontario - era stata gentilmente ricevuta anche fuori orario di lavoro dalla signora /funzionario che, esaminati i documenti, aveva pronunciato le paroline magiche: “Professoressa, lei andrà in pensione quest’anno … " Accompagnandole addirittura dall’istanza di pensione al MIUR e da una RVPA – Richiesta Variazione Posizione Assicurativa – azione che per nostra signora in quel momento equivaleva a un magico “Apriti, Sesamo … Riemergete dal nulla, o contributi un tempo versati …” La signora congedava la professoressa, incredula di tanta sicura competenza, rassicurandola: “I contributi all’INPS non risultano? Si troveranno. Lei li ha regolarmente versati”.
In realtà il reperimento dei contributi pensionistici avvenne dopo un percorso lungo, incerto e periglioso. Da parte dei responsabili del MIUR fu persino messo in dubbio che nostra signora avesse riscattato un anno e mezzo di laurea … Solo dopo che furono mostrati addirittura gli statini che dimostravano in modo inequivocabile che la quota di riscatto era stata corrisposta, l’INPS acquisiva ed evidenziava intanto almeno tali oneri contributivi. Dei contributi relativi ai sei anni di lavoro in Banca, nessuna traccia.
La signora/angelo della CGIL continuava comunque a rassicurare la lavoratrice stagionata - che fra anni anagrafici e anni di lavoro, arrivava a quota 103 - ripetendo il suo mantra rassicurante “Professoressa, lei andrà in pensione quest’anno … “I contributi all’INPS si troveranno”.
Intanto il tempo passava. Era sopravvenuta la primavera. Tutte le pratiche delle colleghe - future pensionate - erano state approvate. Lei era l’unica della sua scuola con le carte ancora sospese.
Si era persino recata in pellegrinaggio anche al santuario dell'INPS panormita, in via Francesco Laurana, dove un addetto ai conti sacri, dopo un certo disorientamento iniziale, aveva ripetuto la litania della signora, il nume tutelare della CGIL: “Professoressa, in effetti ha il diritto alla pensione … I contributi spunteranno fuori, da qualche cassa previdenziale ...”.
E venne anche l’estate. Passarono gli scrutini e gli esami. Passò la festa di saluto di fine giugno alla quale nostra signora aveva aderito serbando fiducia nelle parole del "suo" angelo sorridente della CGIL.
Si scoprì poi che nessuno, sino ad allora, aveva tenuto nel debito conto la richiesta del 20 giugno 1985 dell’allora assai giovane docente, che chiedeva al MIUR di ricongiungere presso l’INPS, ai sensi, dell’art.116 D.P.R. n. 1092/73, “il servizio reso in qualità di impiegato del Banco di Napoli o del Banco di Sicilia” . I contributi non erano nelle casse dell’INPS perché, nonostante le reiterate richieste da parte dell’Istituto di Credito siciliano, il MIUR non aveva mai, in 34 anni, dato corso alla cosa …
Capito l’inghippo, istituita una task force formata da nostra signora in persona personalmente, da un familiare assai volenteroso ed efficiente e dall'angelo supervisore e competente della CGIL, i contributi transitarono dall’Unicredit al MIUR e dal MIUR all’INPS.
Finalmente, il 29 luglio il portale dell’INPS scrive che la richiesta di pensione di nostra signora è stata accolta.
Chi ringraziare? Innanzitutto l’angelo della CGIL; poi la task force operativa 24 h su 24 a casa di nostra signora; e infine persino il MIUR che, opportunamente guidato e sollecitato, con qualche decennio di ritardo, ha compiuto i passi necessari all’iter burocratico.
Aveva ragione Tommaso d’Aquino, dottore della Chiesa e seguace di Aristotele: “Astra inclinant, non necessitant”.
Ce la si può fare anche con Saturno in prima casa … Ammesso che c’entri qualcosa.