venerdì 9 agosto 2019

Il mare, Hansel e Gretel

       E quindi nostra signora si era concessa qualche ora del ‘suo’ mare panormita sotto casa, quello della costa est. Un mare povero e impuro, le cui analisi non erano mai state buone, ma che offriva gratuitamente la bellezza delle sue onde e il suo profumo. Infatti il litorale era pieno di tende stanziali, di pescatori di diporto, di famiglie di ogni genere senza troppe pretese, di donne anziane, che riuscivano a raggiungere quel lido improvvisato anche con autobus o tram.
       Mi metti la maschera – chiede a nostra signora una bimbetta abbronzata con i capelli arruffati. – Ci provo … - e intanto l’ex referente alla dispersione scolastica, avvezza a collaborare con i Servizi sociali si fa qualche domanda: quanti anni ha la bambina? Quale adulto non si sta occupando di lei? Quali rischi può correre? 
               Mentre le scorrono mentalmente i quesiti, le si avvicina un secondo bimbetto,  cicatrice sulla fronte, capelli castani vistosamente rasati sulla nuca, lo sguardo tra fisso, stranito e sfrontato: Guarda sono nero, è stato un polpo – dice mostrando il pancino macchiato. E poi: - Ho fame. Mi dai da mangiare? – e gironzola attorno al borsone da mare di nostra signora. Che dice al bambino che, poiché tra poco sarebbe tornata a casa sua,  non aveva portato merende o biscotti. Il bimbo la guarda adesso con aria sognante, come se la signora le stesse raccontando una fiaba. E le chiede: - Non te ne andare, stai qui … - 
             Intanto nostra signora realizza a chi “appartengano” le due creature sperdute: a un signore di età indefinibile che, vicino a un’approssimata tenda stanziale attorniata da sacchi di rifiuti, sedie sghembe e un tavolino, per tutto quel tempo è sempre rimasto immobile a fissare e azionare un cellulare, mentre i bimbetti ogni tanto gli ronzavano attorno, senza rivolgergli la parola, come se non esistesse.
               A un certo punto, la bimba comincia a scagliare pietre: non si capisce se vuole colpire il fratellino, o qualche altro bagnante o l’immensità azzurra del cielo. Nostra signora le parla, col tono più affettuoso possibile: - Cara, potresti colpire tuo fratello o un’altra persona e farle molto male. Ma non è sicuramente questo che vuoi … - Io voglio spaccare le pietreBene: allora metti vicino a te una pietra molto grossa e su quella, con un’altra pietra, spacca tutte le pietre che vuoi. – Il gioco piace anche al fratellino, che chiede a ripetizione: - Guarda, ho rotto una pietra … guarda ne ho rotta un’altra … Ho spaccato bene questa pietra? –  Poi la bambina dice che ha sei anni: a Settembre andrà a scuola, il fratello è più piccolo, ma non si capisce di quanto.  
            E’ arrivata l’ora di salutare il mare e i bambini. Nostra signora, già provata per una sua vicenda privata, torna a casa con una nube più nera nel cuore: può solo sperare che a scuola, per Gretel e poi anche per Hansel,  ci sia una maestra davvero speciale.


 

2 commenti:

  1. Il racconto si legge d'un fiato: se ne coglie la consueta elegante ironia, ma anche la malinconia di una preoccupante assenza del mondo adulto. Certo la scuola può e deve fare... ma rischia di essere sempre più sola. Un caro saluto.

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    1. @Rossana: grazie per la tua lettura affettuosa. Ricambio cari saluti. Buone vacanze!

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