lunedì 30 novembre 2015

Ancora un compleanno ...

Oggi Mari da solcare compie 7 anni.
Ne è passata di acqua dal 30 novembre 2008, data di nascita del blog …
     Ma è rimasto immutato l’amore per gli alberi, oggetto del primo post.
E l'interesse per i libri, preziosi compagni di viaggio. Qui le recensioni di due ottimi saggi:
Ecco poi tre post che dicono qualcosa di Mari da solcare, alias Maria D'Asaro: qui l'intreccio tra la Storia travagliata della sua regione e la sua storia personale; qui la sua danza con i nomi; qui una sorta di semiserio divertissement.
Mari da solcare scrive anche ai morti: ecco la sua lettera  alla giornalista Giuliana Saladino.
Infine uno scritto dell'etichetta più affollata:le 150 parole: rubrica fissa, dal 10 ottobre 2008, sul settimanale siciliano “Centonove”. 

Un grazie di cuore a tutti naviganti del web che sono passati di qui - in particolare, un saluto affettuoso a Mdfex, al collega dalle tante consonanti e a Pippicalzelunghe (cosmo abbracci!) - e a tutti i blogger che rendono lieta la vita reale e virtuale di Maruzza:

Riccardo, il dr.Doc di Cervo a primavera
Ivana, la Vele Ivy di Colorare la vita
Veronica, di Sguardi notturni
Alice, per Il sale della terra
Augusto: ecco il suo blog
Romina/Aris: quello di Aris
Gabriele, l'artista di El gropo
Luigi, l'artista di Parti colori
Leila, e il suo:"Diario di scuola"
Francesco, per Slec
Gian Maria e Rossana, per il blog "Persona e Comunità" 
Daniela, per "Racconti di viaggio"
Matilde, per "Bibliomatilda"
Il blog della "Gestalt therapy"

sabato 28 novembre 2015

La regalità secondo il Vangelo ...

    "Leggevo qualche giorno fa un’Amaca di Michele Serra, di questo scrittore brillante – credo che vi sia capitato di leggerlo – dalla scrittura simpatica ed efficace in questo scritto Serra, appunto, affermava: Per Cristo re non spenderei la mia vita, per i valori della rivoluzione francese, invece la spenderei. (...)
Sono d’accordo con quest’affermazione. Infatti Gesù non vuole che noi moriamo per lui, semmai dovremmo essere disposti a dare la vita con lui, perché la libertà sia piena - la libertà dei figli di Dio – dei figli,  la libertà dei fratelli e la libertà che ci rende uguali. E la libertà che ci porta verso la pienezza, che è Dio incontro a noi.
La libertà di cui parla il Vangelo, o la regalità che Gesù riconosce quando annunzia il regno di Dio, ha come contenuto la liberazione dell’uomo da ogni angoscia, da ogni peso, da ogni disperazione: Gesù inaugura il Regno di Dio guarendo tutti, risollevando tutte le persone, aprendo loro il cielo, aprendo il cielo su tutti: Non ti sentire condannato, va’. ricomincia da capo … Il tempo è propizio … La tua storia comincia adesso: il bello deve venire da adesso in poi …
Il discorso che Gesù fa con Pilato è un discorso tra sordi, perché Gesù di questa regalità stava parlando: della regalità di Dio che in Gesù si è fatto servo della nostra umanità … appassionato, curatore della nostra umanità. Non parla di altro Gesù nel Vangelo, nella bella notizia che ci ha dato, capovolgendo i criteri - invece comuni e diffusi – dei re che ci sono per dominare e essere serviti, per sfruttare e per essere padroni degli altri.
Infatti, intorno al tema del Regno di Dio, durante la nostra storia cristiana si sono create le più grandi e aberranti ambiguità e confusioni; Gesù è re con i segni della demitizzazione di ogni regalità: la sua corona è di spine, il suo scettro è una canna, il suo mantello è insanguinato …
E quindi, care sorelle e fratelli, bisognosi di riscoprire il senso del Vangelo e l’annunzio di questa donazione di Dio verso di noi, di quest’auto-donarsi di Dio verso di noi, continuiamo a celebrare Gesù Cristo re, cioè mettendoci al servizio gli uni degli altri, promuovendo libertà, liberazione  e quindi libertà ,  fraternità che attinge alla paternità di Dio – questa è l’unica differenza con i valori della rivoluzione francese – e poi quell’uguaglianza tra pari, perché ognuno sa riconoscere i carismi e i doni degli altri: ha tutto da dare, ma anche tutto da ricevere dagli altri.
E dovremmo accorciare ogni giorno di più le distanze, gli abissi di differenze conflittuali che ci trasciniamo dalla storia e che oggi stanno anche rischiando di accentuarsi."

(Omelia del 22.11.2015, pronunciata da don Cosimo Scordato a Palermo nella chiesa di san Francesco Saverio. Il testo non è stato rivisto dall'autore: errori o omissioni sono della scrivente, Maria D’Asaro, che si assume  la responsabilità delle eventuali imprecisioni e manchevolezze della trascrizione.)

giovedì 26 novembre 2015

Mani

Duy Huynh: Prova di fiducia (grazie al bel blog  Persona e comunità)






Mani
che curano,
trepide e tenere,
le ferite del mondo.
Benedette.

lunedì 23 novembre 2015

La gioia del pulito

      Nella Palermo di periferia contrassegnata dall’assenza di luoghi di aggregazione e da sporcizia e squallore, sorgono solo due categorie di negozi: i punti scommesse e i negozi che vendono prodotti di pulizia.  Su uno di questi, aperto da poco in via Oreto nuova, c’è l’insegna “La gioia del pulito”. Certo, vivere in un ambiente pulito e profumato non può che fare piacere. Ma di ogni nostro comportamento dovremmo imparare a soppesare costi e benefici: quante brave massaie si chiedono che impatto ha sull’ambiente l’abuso di detersivi? Davvero poche. Quanti uomini si chiedono poi quali capitali si nascondano dietro la nascita dell’ennesimo negozio di scommesse? E ammesso e non concesso che tale negozio sia gestito con fondi puliti, che benefici ha la gente nell’impegnare il proprio denaro nelle scommesse? Altro che “gioia del pulito”: non è autentico sviluppo economico quello di una città che partorisce solo negozi che “sporcano diversamente” …
                                                                   Maria D'Asaro,  “Centonove”, n. 27 del 19.11.2015

venerdì 20 novembre 2015

Sette brevi lezioni di fisica: la recensione

Carlo Rovelli (foto Basso Cannarsa)
          Come mai nell’Italia di oggi, dove una solida cultura scientifica non è mai decollata, un testo che parla di scienza viene tradotto in 24 lingue e rimane per mesi in cima alla classifica dei libri più venduti? Sette brevi lezioni di fisica di Carlo Rovelli (Adelphi Edizioni Spa, Milano, 2014, € 10) deve il suo successo alla sapiente “grazia” narrativa dell’autore che, con un linguaggio chiaro e affascinante, ricco di metafore suggestive, espone le principali conoscenze della fisica odierna, centrando in pieno l’obiettivo dichiarato nella premessa: far conoscere i fondamenti della scienza moderna a chi non la conosce o la conosce poco. Rovelli infatti, dopo avere illustrato nelle imperdibili pagine iniziali la teoria della relatività di Einstein, ci spiega le basi della meccanica quantistica, del funzionamento delle particelle elementari, della probabilità e delle leggi che governano gli scambi di calore; ci fornisce i dati essenziali sull’architettura del cosmo, sulla gravità quantistica e sui buchi neri e ci mostra le conseguenze della più avanzata concezione dello spazio e del tempo, offrendo così ai ‘non addetti ai lavori’ una nuova, straordinaria visione del mondo.
Dalle sue brillanti spiegazioni emerge “Un mondo colorato e stupefacente, dove esplodono universi, lo spazio sprofonda in buchi senza uscita, il tempo rallenta abbassandosi su un pianeta, e le sconfinate distese di spazio interstellare s’increspano e ondeggiano come la superficie del mare”; una realtà dove “la probabilità fa capolino nel cuore della fisica, là dove sembrava tutto fosse regolato da leggi precise, univoche e inderogabili”; un universo in cui “gli elettroni esistono solo quando qualcuno li guarda, o meglio, quando interagiscono con qualcosa d’altro (…) come se Dio non avesse disegnato la realtà con una linea pesante, ma si fosse limitato a un tratteggio lieve (…); un mondo dove “lo spazio non è continuo, divisibile all’infinito, ma formato da grani, cioè atomi di spazio … che si chiamano ‘loop’, cioè anelli, perché ciascuno di essi non è isolato, ma è inanellato con altri simili, formando una rete di relazioni che tesse la trama dello spazio”; un mondo la cui sostanza profonda“sembra essere la relazione, prima che gli oggetti”. 
S’impone dunque la necessità di andare oltre le pur gloriose categorie aristoteliche: “Ogni processo danza indipendentemente con i vicini, seguendo un ritmo proprio. Lo scorrere del tempo è interno al mondo (…) Fisici e filosofi sono arrivati alla conclusione che l’idea di un presente comune a tutto l’universo sia un’illusione, e lo scorrere universale del tempo sia una generalizzazione che non funziona”;”Non c’è più lo spazio che contiene il mondo e non c’è più il tempo lungo il quale avvengono gli eventi (…) l’illusione dello spazio e del tempo continui attorno a noi è la visione sfocata di questo fitto pullulare di processi elementari. Così come un quieto e trasparente lago alpino è in realtà formato da una danza veloce di miriadi di minuscole molecole d’acqua.”  
     Nel nostro Paese ancora influenzato dall’idealismo di Croce e Gentile, dove solo una sparuta minoranza conosce i nomi e i meriti di Gauss, Riemann e Boltzmann, di Bohr, Planck e Heisemberg, di Faraday e Maxwell, Sette brevi lezioni di fisica è un libro necessario e prezioso. Con un avvertimento: il saggio è anche un testo “filosofico”, perché ci invita a ripensare la nostra concezione del mondo e ci sollecita, tra le righe, a divenire tutti un po’ filosofi, amanti di una sapienza non più ‘serva’ né della Teologia, né dell’Ateismo, né dello Scientismo né di una qualsiasi altra ideologia. Rovelli ci invita infatti a indossare l’‘habitus’ mentale, il metodo di conoscenza dei filosofi  e degli scienziati autentici, che non temono la mancanza di certezze assolute, ma che praticano il dubbio sistematico e condividono il desiderio di conoscenza e la capacità di continua ‘meraviglia’: “La fisica apre la finestra per guardare lontano. Quello che vediamo non fa che stupirci. Ci rendiamo conto che siamo pieni di pregiudizi e la nostra immagine intuitiva del mondo è parziale, parrocchiale, inadeguata.” Se anche Einstein scriveva le sue teorie in forma dubitativa, ecco esaltato il ‘pudore’ dubitativo della scienza, contro le rozze certezze di ogni fondamentalismo. 
         E così le nozze tra scienza e sguardo filosofico, se fecondate dal dubbio sistematico e dalla consapevolezza dei propri limiti e confini, possono offrirci la forma più affidabile di sapere, l’unica in grado di ridisegnare continuamente il mondo. Toccante la chiusa del libro: è vero, afferma Rovelli, la nostra conoscenza del mondo continua a crescere; ma “sul bordo di quello che sappiamo, a contatto con l’oceano di quanto non sappiamo, brillano il mistero … e la bellezza del mondo, e ci lasciano senza fiato.”                            Maria D’Asaro (“Centonove” n. 27 del 19.11.2015, pag.30)

martedì 17 novembre 2015

Blogger Doc: "a loro ci voglio bene" ...

        La blogger Calzino segnala i blog seguiti con la frase: Io a loro ci voglio bene. Come ho già fatto qualche post fa qui segnalo  post (e blogger) a mio avviso assai validi.
Partiamo da Londra, dove lavora la napoletana Monica Auriemma, ”illustratrice in fuga”: qui l’ultimo post.


Ecco poi first versions, un sito in lingua inglese di “archeologia industriale” con le prime versioni di beni di consumo, auto, giornali, videogiochi, etc.: dalla motocicletta Kawasaki al cubo di Rubik, dal Times allo Chanel n.5 e  a Barbie:  una fucina di informazioni - attendibile, ricca e specialistica - per gli appassionati di ogni settore.

Qui un’interessante intervista a Silvia Pareschi sul suo lavoro di traduttrice ((l’intervista si può leggere letta direttamente nel blog di Matteo Telara)

Non poteva mancare il blog di Calzino: un post imperdibile, anche se datato; e qui l'ultimo.

Leggete poi con quale acutezza Bruno Vergani analizza la psicologia di uno degli autori delle stragi di Parigi ...

Infine (ma ci sarà una continuazione!) Sguardi notturni, la cui autrice è Veronica, esperta di cinema e scrittrice di racconti brevi.

domenica 15 novembre 2015

A cena con … filosofia

(Dopo le stragi di Parigi, faccio fatica a tornare nel blog. Ma bisogna continuare a interrogarsi, a scrivere, a pensare, a sperare, a imparare, a lottare in modo nonviolento, a studiare, ad amare ...)

    Da alcuni anni a Palermo,  due sere al mese, un gruppetto di persone si incontra per dialogare su temi tratti da un libro scelto e letto da tutti.  “Cenette filosofiche” sono appellate le riunioni: cenette perché, prima della discussione, si può mangiare insieme una pizza; filosofiche perché i “cenacolanti” fanno filosofia insieme, nel confronto aperto e schietto, senza dogmi o maestri, che di volta in volta si accende sui contenuti del libro prescelto. “Le memorie di Adriano” di Marguerite Yourcenar, “Candido” di Voltaire, saggi Zen e il best seller “Sette brevi lezioni di fisica” sono stati alcuni dei compagni di viaggio degli “amanti di Sofia”, che nella vita sono pensionati, medici, insegnanti, farmacisti, avvocati, disoccupati; solo uno di loro è filosofo di professione. A riprova che, come affermato da Socrate e scritto poi da Aristotele nel suggestivo incipit ai libri della Metafisica: “Tutti gli uomini per natura tendono al sapere”.
                                                                     Maria D’Asaro,Centonove”, n. 26 del 12.11.2015

mercoledì 11 novembre 2015

In memoria di Fido

     
Dipsy, il cagnolino che mi ha fatto compagnia
     Teologi cristiani come Eugene Drewermann e Paolo De Benedetti teorizzano da tempo che gli animali possano rientrare nel piano di salvezza divino: « Io credo che l’animale, compagno di tante solitudini e tristezze, in misura varia secondo la sua coscienza, ci accompagnerà anche nell’altra vita» afferma De Benedetti in un suo saggio. Nessuna meraviglia allora se, mesi fa, a Grosseto sia nata un’agenzia che offre un servizio di “pompe funebri” per gli animali da compagnia: tale agenzia si occupa dell’assistenza per tutta la parte burocratica e si fa carico della cremazione o della sepoltura dell’animale. Oltre a tali servizi, i “custodi” dell’animale possono anche scegliere all’interno di un catalogo di urne, lapidi e targhe/ricordo o inserire in un sito foto e video della bestiola scomparsa, a imperitura memoria. Anche Palermo e altre città potrebbero offrire tale servizio, coniugando una nuova offerta di lavoro all’estremo saluto all’animale compagno di vita …   
                                                                        Maria D’Asaro: “Centonove”, n. 25 del 5.11.2015



lunedì 9 novembre 2015

Mosaici di saggezze: l'amica ritrovata

        Prima della presentazione domani a Palermo, martedì 10 novembre alle ore 18, presso la libreria Feltrinelli in via Cavour 133, del saggio di Augusto Cavadi Mosaici di saggezze (Diogene Multimedia, Bologna, 2015, € 25,00) eccone ancora un assaggio: uno stralcio  liberamente tratto dal capitolo “L’amica ritrovata” e dall’ultima pagina del testo.

Augusto Cavadi

Ma che serve la filosofia?

·       Serve a decondizionarci dall’educazione – religiosa, irreligiosa o indifferentista – ricevuta. Serve a dare a tutti la possibilità di relativizzare le proprie dottrine … contestualizzandone le pretese, commisurandole alla varietà delle epoche e delle aree culturali … La filosofia è il miglior antidoto ai diversi travestimenti del fanatismo fondamentalistico. Nietzsche: il fanatismo è l’unica forza di volontà di cui sono capaci i deboli. Pascal: solo la ragione ci può autorizzare ad andare oltre, non contro la ragione.
·        Serve a non dare nulla per scontato
·       La filosofia è pregna di senso e può impregnare di senso l’esistenza personale e sociale ...  è continua ricerca di come stanno davvero le cose … unico suo scopo è il piacere di conoscere … anche se la filosofia non è l’unica forma di piacere con caratteristiche teoretiche
·       Noi filosofi siamo liberi di filosofare come se  … il mondo dei non-filosofi di professione non esistesse. Ma non dobbiamo stupirci ogni volta che constatiamo che il mondo si comporta come se la filosofia non esistesse. Siamo anche liberi di filosofare senza affrontare le domande più diffuse tra la gente normale, ma non dobbiamo stupirci quando vediamo che altri professionisti si sostituiscono ai filosofi di mestiere
·        La differenza vera non è tra chi ha una propria visione filosofica del mondo e chi riesce a farne a meno, ma tra chi ha una visione filosofica del mondo e lo sa e chi ha una visione filosofica del mondo e non lo sa
·       Qualunque essere vivente è portatore di idee interessanti
·    Un filosofo in quanto tale non ha nessuna mira terapeutica, neppure quando sceglie di esercitare la professione del filosofo consulente
·        La filosofia serve a fare politica bene, a occuparsi in modo responsabile del bene comune
·       Un’opzione politica si basa sulla propria idea di uomo di etica di società di futuro, cioè sulla propria prospettiva filosofica. Una buona prassi politica non può che essere la traduzione in norme legislative e in decisioni amministrative di una buona visione del mondo
·   Oggi la filosofia è la sua svolta pratica, lo sciogliersi della sua identità, nel processo del filosofare; è l’invito a fare della propria vita un’opera di artigianato modesto, ma onorevole
·       La filosofia ci può salvare? La filosofia può salvare dal non senso solo se si prende sul serio la sua valenza esistenziale, mistica (…) ma in questo vissuto realizzativo- illuminativo non può mancare l’esperienza dell’amore  … Nessun amore della sapienza è veramente tale se non, anche, sapienza dell’amore.
·  Nell’epoca del “tutto e subito”, diventare filosofi significa anche accettare, l’askesis: quell’allenamento diuturno, graduale, determinato dagli atleti in vista dei giochi olimpici, che, nella traslitterazione italiana si è ridotto ad ascesi, assumendo un retrogusto di bigottismo monacale.



giovedì 5 novembre 2015

Rifiuti … umani

     A Palermo vedere uomini e donne di ogni colore frugare nei contenitori della spazzatura non è più una novità. Ma è davvero una sorpresa per me riconoscere nell’uomo che ha le mani dentro il cassonetto il mio ex vicino di casa: l’inquilino del terzo piano che portava a passeggio, mattina e sera, una coppia di cagnolini; proprio lui, il signore con gli occhiali spessi, il “pizzetto” brizzolato e lo sguardo un po’ spento; l’uomo che era spesso sgridato in malo modo dalla signora bionda e corpulenta che abitava con lui. Mentre posteggio vicino al cassonetto, lo osservo raccattare furtivamente un cespo di lattuga: scarta le foglie più esterne, tesaurizza il resto in un sacchetto e poi si allontana, a piccoli passi, con lo sguardo sempre più spento. Nella mia mente riecheggiano allora i versi leopardiani de “La Ginestra”, con la loro amara ironia verso le magnifiche sorti e progressive …
                                                           Maria D’Asaro: “Centonove”, n. 24 del 29.10.2015

martedì 3 novembre 2015

Mosaici di saggezze: Hans Jonas

    Ecco le illuminanti riflessioni sul filosofo Hans Jonas (musica per le mie orecchie da ecologista principiante), contenute nel saggio di Augusto Cavadi Mosaici di saggezze (Diogene Multimedia, Bologna, 2015, € 25,00) che sarà presentato a Palermo martedì 10 novembre alle ore 18, presso la libreria Feltrinelli.
   Jonas contesta il nichilismo antico e contemporaneo: le cose naturali, lungi dall’apparirgli opache e insensate, gli risultano pregne di significato e di valore intrinseco. La loro filigrana è logica, sono contrassegnate geneticamente da un logos che è la loro essenza e il loro fine immediato: c’è un logos – una parola sensata – nel cuore dei minerali, nelle piante, degli animali … e nell’uomo. Quest’ultimo non è solo parola che interpella, ma anche orecchio che ascolta: egli è l’essere che può, e dunque deve, rispondere al silenzioso messaggio inscritto negli esseri. (…) Il suo dovere … si concentra nell’essere responsabile: “Il pensare (…) non è la modalità più elevata e più autentica di esistenza umana." Altrettanto costitutivi della vera vocazione dell’uomo sono altri modi di rispondere ai richiami e alle sfide di ciò che è: "per esempio, l’azione, l’amore fraterno, la resistenza al male, il progresso del bene.”
Il tema della responsabilità (…) riguarda gli esseri non umani: "Un muto appello a preservarne l’integrità sembra salire dalla totalità minacciosa del mondo vivente. Dobbiamo prestarle ascolto, riconoscendo vincolante la sua presenza, perché sanzionata dalla natura delle cose” e gli esseri ancora non-nati: “Possiamo sì mettere a repentaglio la nostra vita, ma non quella dell’umanità (…) noi non abbiamo il diritto di scegliere o anche solo rischiare il non-essere delle generazioni future in vista dell’essere di quelle attuali”
Quale dunque per Jonas la funzione della filosofia nel XXI secolo? “Innanzitutto nel ruolo di mosca cavallina a cui Socrate paragona il proprio operare: la problematicità non può più esser taciuta (…) In secondo luogo si deve lavorare all’idea di una pace tra spirito e natura per amore della quale l’alterigia dell’uomo deve rinunciare a molte cose …”
(…) Davanti alle scelte di ogni giorno, individuali e collettive, la filosofia non ci lascia disarmati (…) ci suggerisce un criterio da applicare di volta in volta: “Agisci in modo che le conseguenze della tua azione siano compatibili con la permanenza di un’autentica vita umana sulla terra … agisci in modo che le conseguenze della tua azione non distruggano la possibilità futura di tale vita”.
C’è allora una valenza politica in questa etica del futuro. L’imperativo categorico, che ci vieta sperimentazioni e stili di vita in grado di provocare danni irreversibili all’ambiente naturale e alle generazioni future, vincola certamente le coscienze dei singoli (…) ma “si rivolge molto di più alla politica pubblica che al comportamento privato”. A riconferma di una verità (…): ogni impegno spirituale, ogni impegno ad esplicare e rendere effettive le risorse dello spirito umano, o è sociale o non è. La creatività di ciò che chiamiamo spirito (…) non può non partire dall’intimo della soggettività; ma se vi resta sepolta – e dunque incapace di misurare la propria fecondità – non ha nessun mezzo per distinguersi dalla illusoria caricatura di se stessa. (pagg.133/135)

domenica 1 novembre 2015

Mosaici di saggezze

(Ecco un primo assaggio del libro Mosaici di saggezze (Diogene Multimedia, Bologna, 2015, € 25,00), che avrò il piacere di presentare, con l’autore prof. Augusto Cavadi e con il prof. Marcello Benfante, martedì 10 novembre alla libreria Feltrinelli di Palermo. In Mosaici di saggezze il prof.Cavadi  ci propone un percorso di riflessione per cercare – o meglio per ritrovare - la spiritualità nella filosofia).

Evocare Feuerbach come possibile fonte di spiritualità può suonare provocatorio. Sembrerebbe più facile cavare sangue da rape che insegnamenti illuminanti – spiritualmente fecondi – da uno dei maestri di materialismo e ateismo più radicali dell’epoca moderna. Però non sarebbe il primo caso in cui (…) le apparenze ingannano. Siamo sicuri, ad esempio, che quando il nostro pensatore afferma che “l’uomo è ciò che mangia” intenda ridurre l’essere umano e semplice fisiologia e non stia, invece, ricordando la verità (…) che l’essere umano è anche ciò che mangia, beve, fuma? Che una mens sana è possibile solo in corpore sano? Che dunque, primum vivere e solo in un secondo momento philosophari? Che solo cecità o ipocrisia possono indurci  a parlare di cieli metafisici e di paradisi ultraterreni a popolazioni piagate dalla fame (…) e da ogni genere di miseria? 
Quanto all’ateismo di Feuerbach, siamo sicuri che la sua critica a ogni rappresentazione del divino, in quanto proiezione capovolta dei nostri bisogni, non sia talmente calzante da dover essere accolta da ogni credente (…) come salutare, incessante stimolo a liberarsi – per quanto possibile – dall’idolatria nel processo di accostamento a Dio? 
Ma ammettiamo pure che Feuerbach, correttamente interpretato, sia un bieco materialista e un ateo radicale. Sarebbero queste due ragioni sufficienti per estrometterlo dalla lista dei maestri di spiritualità filosofica? Per rispondere affermativamente bisognerebbe ignorare intere pagine della sua produzione. Nei 'Principi della filosofia' dell’avvenire, ad esempio Feuerbach scrive: “La nuova filosofia si fonda sulla verità dell’amore. (…) Essa afferma, solo nella e con la ragione, ciò che ogni uomo – l’uomo reale – riconosce nel cuore. E’ il cuore riportato all’intelletto. Il cuore non vuole oggetti astratti, essenze metafisiche o teologiche; vuole oggetti ed esseri reali, tangibili. Mentre la vecchia filosofia diceva: ciò che non è pensato non esiste, la nuova filosofia dice: ciò che non è amato, non può essere amato, non esiste.”
(…) Il “grezzo” materialista propone a sé stesso e ai propri lettori di perseguire “una unità razionale di testa e di cuore, di pensiero e di vita” convinto com’è che “uomo completo e vero, è solo chi ha senso estetico o artistico, religioso o morale, filosofico o scientifico (…) chi non esclude da sé niente di essenzialmente umano”. (pagg.118,119)